martedì 12 gennaio 2016

Quello che Bertone non capisce
di Roberto Beretta 
Povero cardinal Bertone! Fa persino un po' di pietà, a vederlo così incapace di comprendere la portata di tutto ciò che in questi mesi appare a suo riguardo sui giornali: l'appartamento gigantesco, la ristrutturazione pagata «a sua insaputa» dall'ospedale del Bambin Gesù, le offerte sollecitate (e ricevute) da manager che hanno fatto fallire Banca Etruria, e così via...
Eppure era Segretario di Stato, mica uno qualunque: dovrebbe saper riconoscere gli intrallazzi intorno alle persone di potere. Invece no: per difendersi dalle accuse sèguita ad accampare piccole giustificazioni, probabilmente veritiere e che - prese una per una - potrebbero persino spiegare parzialmente le circostanze che l'hanno indotto in clamorosi errori di valutazione, ma che di sicuro come cardinale gli lasciano incollata addosso la taccia di vivere ancora immerso in una concezione di Chiesa assurdamente signorile e ben poco edificante.
È incredibile, ad esempio, che un uomo con oltre 50 anni di cristianesimo professato ai massimi livelli pubblici non si renda conto di come la promessa di restituire i 150.000 euro (quelli versati dagli amici del Bambin Gesù per il «famoso» appartamento), anziché meritoria, suoni come ennesimo autogol; e non perché potrebbe essere ritenuta un'ammissione di colpa - così sostengono i due giornalisti che hanno scoperchiato il caso ­-, e nemmeno volendo raccogliere la sottile ironia di chi sottolinea lo «sconto» di 50.000 euro auto-praticato dal presule sul prezzo realmente pagato in sua vece. No: facendo la sua «donazione» ­ - come la chiama ­- Bertone non si rende neanche conto che nel mondo reale sono ben pochi coloro che possono permettersi di spendere per un appartamento prima 300.000 e ora 150.000 euro (sia pure «a rate») di «risparmi di una vita»!
Il cardinale crede dunque di mettere una pezza all'errore (o al mediatico clamore) e invece «xe pèzo el tacòn del buso», come dicono i veneti. Allorché Bertone afferma che il suo alloggio non è lussuoso perché «altri emeriti vivono in appartamenti più grandi», si deve per forza credere alla sua ingenuità: non è infatti possibile che non abbia pensato - e anche con una certa vergogna - che qualcun altro, e persino più in alto di lui, ha comunque compiuto una scelta ben diversa... E quando ricorda che la devoluzione è fatta «con i miei soldi» nonché grazie «ai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative» (così dai giornali), non si può evitare di concludere che gli manca un po' di chiarezza su ciò che si aspettano generalmente i fedeli quando offrono del denaro a un uomo di Chiesa.

Povero Bertone! In un'intervista di giorni fa, il cardinale riportava la lettera in cui il Bambin Gesù gli attesta che della sua donazione «saranno informati i mezzi di stampa»; e lui la cita così, senza nemmeno pensare che il tutto potrebbe dunque sembrare un'operazione di riabilitazione mediatica imbastita "a pagamento", anziché autentica beneficenza... Lo ribadisco: uno che fu Segretario di Stato e si comporta in tal modo, o ha fatto il doppio gioco tutta la vita, o ha perso la testa per la bufera mediatica in cui si trova, oppure è un ingenuo assoluto.

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