lunedì 28 settembre 2020

UNA NUOVA ECONOMIA PER UN NUOVO MONDO

 “IL BENE COMUNE È UNA VISIONE DI BENESSERE E PROSPERITÀ PER LE GENERAZIONI PRESENTI E FUTURE RAGGIUNGIBILE NELLA MISURA IN CUI L’INTERESSE COLLETTIVO È ANTEPOSTO A QUELLO INDIVIDUALE”

Passano i mesi ma la notizia di prima pagina è sempre la stessa:la pandemia da Covid-19. Ci sono le statistiche, ci sono i racconti e le esperienze di chi l'ha vissuto sulla propria pelle, ci sono gli scontri tra gli esperti, i medici, i virologi, i politici, i … “parlatori”. Ci sono le mille teorie che spiegano che cosa è successo e dove andremo a finire. Sicuramente però questa situazione ci ha fatto perdere il nostro benessere, o meglio ha fatto emergere che da qualche tempo il mio benessere è stato sostituito dal profitto.  L’abbiamo fatto dando al benessere una definizione materiale che potesse giustificare tanto affanno. Tutto ciò che non è quantificabile, misurabile, riconducibile a cifre, esula dalla definizione e quindi poco importante. Ci sono voluti secoli per rendersi conto che non è così. Per toccare con mano e vivere sulla propria pelle che il benessere è un concetto molto più ampio e in quanto tale non può esaurirsi in misurazioni e cifre. Non può perché l’essere umano non può essere “misurato” così.
Intanto questa idea si è ben radicata dentro di noi. E in un certo senso ci ha tenuto a galla nel lungo periodo del primo Novecento quando due guerre mondiali avevano messo intere nazioni in ginocchio. Ma oggi c’è bisogno di altro e in questo “altro” il benessere assume connotazioni profonde. La rivoluzione diventa un’evoluzione a partire da chi siamo e da come stiamo con noi stessi. Non più contro qualcosa o qualcuno, ma per qualcosa e qualcuno. Il benessere è un bene comune e, in un circolo virtuoso, il bene comune genera benessere.
Da questo presupposto parte l’evoluzione dell’economia in una direzione chiara in cui il fine è inscritto nell’originale parola oikonomìa che sta ad indicare “la cura della casa” (comune). L’accumulo di denaro in modo illimitato non è economia, ma crematistica e già ne parlava Aristotele. 
A questo proposito interessante è la proposta del Movimento “L'economia del bene comune” che propone un modello socio-economico etico in cui l’economia mette al centro il benessere delle persone e del pianeta, basato su 5 valori fondamentali orientati al bene comune:Dignità umana – Solidarietà Giustizia sociale – Eco-sostenibilità – Trasparenza e condivisione democratica. Diverse aziende hanno aderito a questo modello alternativo del bene comune, facendo da apripista, e sembra che i risultati ci siano: buon lavoro a tutti! 


domenica 27 settembre 2020

ANCHE PAPA FRANCESCO SCOMUNICA CHI SCEGLIE LA DOLCE MORTE

Eutanasia, suicidio assistito e aborto sono «crimini contro la vita umana», con tali atti «l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente». I legislatori che li consentono, i medici che li praticano e tutti coloro che collaborano sono «complici». È estremamente dura la lettera Samaritanus bonus «sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita», approvata da papa Francesco lo scorso 25 giugno e pubblicata ieri dalla Congregazione per la dottrina della fede, guidata dal cardinale gesuita spagnolo Luis Ladaria. Nulla di nuovo: la Chiesa cattolica ribadisce la propria dottrina tradizionale su eutanasia, suicidio assistito e aborto – il documento è pieno di citazioni di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – e conferma qualche apertura sulle «cure palliative» e contro l’«accanimento terapeutico», con molti se e tanti ma. Il titolo della lettera, «il buon samaritano», rimanda alla parabola evangelica e invita all’«accompagnamento della persona malata nelle fasi terminali della vita, in modo da assisterla rispettando e promuovendo sempre la sua inalienabile dignità umana». Ma il testo, dopo qualche paragrafo dedicato «all’etica del prendersi cura» delle persone colpite da «malattie inguaribili», è fortemente prescrittivo. L’assunto di partenza è «il valore inviolabile della vita», «una verità basilare della legge morale naturale ed un fondamento essenziale dell’ordine giuridico». Pertanto eutanasia, suicidio assistito e aborto, «anche in quei contesti dove le leggi nazionali hanno legittimato tali pratiche», sono «attentati contro l’umanità» e «atti intrinsecamente malvagi in qualsiasi occasione o circostanza», che non valorizzano l’«autonomia» della persona, ma al contrario «disconoscono il valore della sua libertà, fortemente condizionata dalla malattia e dal dolore». Alla base, secondo l’ex Sant’Uffizio, vi è una fuorviante concezione della vita («considerata degna solo se ha un livello accettabile di qualità», mentre «ha un valore in se stessa»), «una erronea comprensione della compassione» («sarebbe compassionevole aiutare il paziente a morire») e «un individualismo crescente». Ai malati terminali inguaribili bisogna fornire adeguate «cure palliative», compresa la sedazione profonda, purché non si configurino come «pratiche eutanasiche». È da evitare l’«accanimento terapeutico» (che non significa «desistenza terapeutica»), ma i confini sono stretti: «Non è lecito sospendere le cure efficaci per sostenere le funzioni fisiologiche essenziali, finché l’organismo è in grado di beneficiarne», quindi idratazione, nutrizione e termoregolazione non vanno interrotte, nemmeno nei pazienti in «stato vegetativo». Chi sceglie eutanasia e suicidio assistito – compreso chi è iscritto a un’associazione che la sostiene – non può ricevere i sacramenti. Come dire: ha fatto bene il cardinal Ruini, quattordici anni fa, a vietare il funerale cattolico a Piergiorgio Welby. 

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 Luca Kocci in “il manifesto” del 23 settembre 2020

sabato 26 settembre 2020

UN PECCATO TROPPO DIMENTICATO:QUELLO DI RAZZISMO!

 I buoni esempi vanno sempre seguiti. La Conferenza Episcopale della California ha deciso di iniziare "un cammino volto a convertire i nostri cuori per comprendere più a fondo la natura e la portata del peccato di razzismo in noi stessi, nella nostra Chiesa e nella nostra nazione". Si tratta quindi di un percorso, un itinerario, in cui saranno coinvolti innanzitutto i 26 vescovi di quello Stato insieme ai preti, ai religiosi e ai laici. Un contributo essenziale nel tentativo di estirpare la zizzania del razzismo dal terreno della società statunitense. Nato forse perché qualche prete si è accorto che, nonostante la cronaca riferisca quotidianamente di episodi di razzismo in cui restano vittime i cittadini e le cittadine di pelle nera, quasi mai si è verificato che un fedele confessasse di essersi lasciato andare a gesti, considerazioni, atteggiamenti razzisti. Da qui la proposta di una vera e propria catechesi con l'apporto dello studio della Scrittura e della Teologia, ma anche delle scienze umane. Un esempio da seguire anche in altri luoghi e anche su altri temi cruciali che non sempre vengono avvertiti come "peccato". Pensate se dalle nostre parti proponessimo un cammino di questo genere sulla legalità o sul pagamento delle tasse o sul rispetto della natura, ovvero del creato. Crescerebbe la qualità della comunità cristiana e contribuirebbe a far crescere la società in cui vive.

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 Tonio Dell’Olio in “www.mosaicodipace.it” del 23 settembre 2020

martedì 22 settembre 2020

I RISCHI DELL' AIUTARE IL PROSSIMO

 “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio” (Matteo) dice Gesù in una serie di insegnamenti conosciuti come il sermone sulla montagna. In questo brano, in particolare, il maestro di Nazareth parla delle ansie e preoccupazioni che accompagnano l’esistenza umana, specie in una società in cui non è scontato trovare i mezzi di sussistenza, salvaguardare la propria vita, avere un domani... Attenzione: Gesù non dice cercate “solo” il regno e la giustizia di Dio, come se fosse un predicatore di un ideale ascetico, né si riferisce al senso temporale del “prima” e del “dopo” (la politica dei due tempi, che non funziona quasi mai), ma intende “prima” nel senso di “priorità”. C’è una priorità nella vita, c’è qualcosa che devi mettere in cima alla tua scala di valori e impegni personali e sociali, qualcosa che vale la pena di porre come fine e non solo come mezzo della tua esistenza, qualcosa per cui vale la pena anche di sacrificarsi: “il regno e la giustizia di Dio”, cioè qualche cosa che non è mercantile ed economico, che non si inquadra nella paura e nell’autodifesa ma, al contrario, nella gratuità e nell’amore, in quel principio di equilibrio contenuto nel suo disegno creatore...
Credo che fossero queste le motivazioni di don Roberto Malgesini, il “prete di strada” ucciso martedì scorso a Como da un senzatetto che conosceva e che aveva disturbi mentali, tanto da rivoltarsi verso la mano amica, forse l’unica, che lo aiutava. Il suo assassino era di origini tunisine e con vari decreti di espulsione sulle spalle. Un vero “scarto della società” per chi ha scatenato la solita indegna polemica politica. Ma per don Roberto, quell’uomo era solo l’ultimo degli ultimi, un poveraccio che forse aveva già superato la fase dell’ansia e della preoccupazione per il domani, perché già il suo oggi era impossibile. Aiutare il prossimo non è una passeggiata, l’amore cristiano ha dei costi, può essere rischioso avvicinare e affrontare l’esclusione e il disagio. Ringraziamo chi lo fa, spesso al posto nostro, anche perché ci indica una giustizia più grande.
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Estratto di Eugenio Bernardini in “il Fatto Quotidiano” del 20 settembre 2020

lunedì 21 settembre 2020

"IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA" di Gianni Rodari

 Suona la campanella

scopa scopa la bidella,
viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell’astuccio,
l’assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare, lavorare.
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Sembra un mondo lontano e diverso, anche un po' antico.
Ma in fondo non c'è molto da commentare. Il primo giorno di scuola coincide con la fine delle vacanze e con l’inizio di nuovi ritmi giornalieri. La routine quotidiana prevede che la mamma svegli il bambino, il maestro arrivi dalla stazione e i bidelli infervorati a preparare la scuola per l’arrivo degli alunni.
Rodari raccomanda agli alunni di affrontare questa fondamentale esperienza di vita con calma e precisione perché in essa si rivelano valori fondamentali:l’amore in tutte le sue forme, il lottare per i diritti e per i propri valori e per ultimo, non di certo per importanza, il lavoro.
Gli anni passano, il mondo cambia, le sofferenze premono, ma la scuola rimane luogo e forma essenziale di crescita e di conoscenza che "fanno" l'uomo.
BUON ANNO SCOLASTICO!!

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