domenica 21 ottobre 2012

UN'AMICO DA NON DIMENTICARE!

"La festa ebraica della Pasqua si avvicinava e Gesù salì a Gerusalemme. Nel cortile del Tempio trovò i mercanti che vendevano buoi,pecore e colombe. C'erano anche i cambiamonete seduti dietro i loro banchi.
Allora Gesù fece una frusta di cordicelle,scacciò tutti dal tempio,con le pecore e i buoi,rovesciò i tavoli dei cambiamonete spargendo a terra i loro soldi. Poi si rivolse ai venditori di colombe e disse:-Portare via di qua questa roba! Non riducete a un mercato la casa di mio Padre!-". (Gv 2.13-16).
Ho ancora nelle orecchie la voce di mio padre che,appoggiato e sostenuto da mia madre,mi richiamava a fare scelte personali,a non lasciarmi condizionare dagli altri.
In parte,avevano ragione,in quelle situazioni dove gli amici giocano un ruolo determinante,ma,da un altro lato,dimenticavano quanti maestri avrei dovuto ascoltare e,da loro,lasciarmi affascinare,perchè mi avrebbero comunicato il "senso" della vita,la gioia dell'essere uomo.
Avrei forse incontrato persone come don Enzo Mazzi,anima fondatrice della comunità di base dell'Isolotto di Firenze,da un anno scomparso,un po' dimenticato e un po' gelosamente amato da quanti lo hanno conosciuto.
Ho perso un'occasione fondamentale!
In una delle ultime interviste televisive a don Enzo,che ho visto riproposta in tv in questi giorni nel ricordo della sua morte,lui raccontava "l'episodio delle chiavi".
Dopo le sue forti prese di posizione,all'interno della Chiesa,in merito all'occupazione del Duomo di Parma,dopo le sue continue "frustate" alla gerarchia ecclesiale,con l'appoggio di tutta la sua comunità dell'Isolotto,viene sospeso a divinis dall'allora Vescovo di Firenze,Florit.
Ed è il Vescovo stesso,che,di persona,si reca dalla comunità dell'Isolotto e,di fronte ai fedeli riuniti,esige che don Enzo restituisca le "chiavi" della chiesa parrocchiale e quindi si ritiri a vita privata.
Dalle prime file,qualcuno alza le mani,con le sue chiavi di casa e urla:-Prenda anche queste!-.
-Fu un concerto di chiavi,che tintinnavano lungo tutta la navata della chiesa-ricorda,con un bellissimo sorriso,don Enzo,e si commuove,pensando che,lì,era nascosto il segreto della "Buona Novella".
Chi era il sacerdote?
In che via si trovava il Tempio di Dio?
Ecco che cosa vuol dire <<...E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;e noi vedemmo la sua gloria,gloria come di unigenito dal Padre,pieno di grazia e di verità.>>(Gv1,14).
Ecco l'universalità del sacerdozio di Cristo!!!
Ecco riscritta la storia dell'autentica comunità cristiana:<<...Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune;chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti,secondo il bisogno di ciascuno.Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,...>>(At2,44-46).
Ecco una forma evangelica di religiosità:<<...Ma è giunto il momento,ed è questo,in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;perchè il Padre cerca tali adoratori.Dio è spirito,e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità...>>>(Gv4,23-24).
Mi piacerebbe,in questo momento,esporre quel famoso striscione apparso in occasione del funerale di Giovanni Paolo II e riscriverlo così:<<SANTO SUBITO,PERCHE' SANTO DA SEMPRE!!>>.
Eppure penso che sarebbe soltanto meglio ricordare don Enzo come un maestro,perchè cosa rimane nel cuore di ciascuno se non il ricordo della nostra maestra delle elementari che tanto ci ha insegnato e tanto ci ha amato?
ALLORA,GRAZIE DON ENZO,PER LA TUA STUPENDA,COERENTE E CRISTIANA LOTTA CONTRO TUTTO CIO' CHE OFFUSCAVA L'ORIGINALITA' DEL MESSAGGIO DI CRISTO!
DI NUOVO,GRAZIE DON ENZO...PERCHE' CI HAI AIUTATO A CAPIRE,CON IL TUO AGIRE E DIALOGARE,CHE CRISTO E' VISSUTO SOPRATTUTTO PER QUANTI CI STANNO ACCANTO E NON CHIEDONO ALTRO CHE DI ESSERE PRESI PER MANO E ACCOMPAGNATI VERSO LA LUCE:QUELLA LUCE DI LIBERAZIONE E DI COMUNIONE CRISTIANA!!!
CON AFFETTO,
AGOSTINO.

domenica 14 ottobre 2012

In attesa dei frutti del Concilio
di mons. Luigi Bettazzi
da Adista Segni Nuovi n. 36 del 13/10/2012

L'11 ottobre 2012 ricorrono cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II. Come si sa, il Concilio ecumenico è l’assemblea di tutti i vescovi cattolici del mondo, convocati dal papa per affrontare e risolvere con lui i problemi dottrinali e vitali più importanti. Il primo Concilio si era riunito a Nicea, presso Costantinopoli, nell’anno 325. L’ultimo, il ventesimo, era stato convocato da Pio IX a Roma (e per questo denominato Vaticano I) nel 1869 e sospeso nel luglio del 1870 (in previsione dell’arrivo delle truppe italiane, che entrarono difatti a Porta Pia il 20 settembre), con la definizione del primato e dell’infallibilità del papa, quando parla come papa («ex cathedra»). Papa Giovanni XXIII, sollecitato dai suoi interessi giovanili e dalle conoscenze varie del suo servizio diplomatico (in Bulgaria, a Costantinopoli, a Parigi) decise, all’insaputa di tutti, di convocare un Concilio e di presentarlo non come «dogmatico» (cioè che proclama le verità di fede, scomunicando chi non le accetta), ma «pastorale», che si preoccupasse cioè di presentare quelle verità in modo comprensibile e adeguato all’umanità del nostro tempo. E questo non rende il Concilio pastorale meno autorevole del dogmatico, anzi lo valorizza, perché una verità di fede non raggiunge pienamente il suo scopo se non quando viene accolta e vissuta.
Tale aspetto qualifica il Concilio Vaticano II come un richiamo alla responsabilità specifica dei cristiani e delle comunità; ed è evidente, se consideriamo i quattro documenti conciliari, le Costituzioni. Così la prima, sulla liturgia (il titolo viene dalle prime parole del testo latino, Sacrosanctum Concilium), ci fa scoprire nella messa non solo l’atto misterioso – a cui “si assisteva” – della transustanziazione, cioè del cambiamento della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo, bensì la presenza di Cristo nella sua eterna offerta pasquale, a cui «si partecipa», ricevendo lo Spirito Santo che alimenta così la nostra vita cristiana. La Bibbia (Costituzione Dei Verbum) non è tanto un deposito di verità a cui attingere per la nostra teologia, bensì la parola viva che Dio continua a rivolgere alla sua Chiesa e ad ogni cristiano per aprirli al suo amore.
Le altre due Costituzioni sono state indicate come «rivoluzioni copernicane», nel senso che come l’astronomo polacco Copernico dimostrò che non è il Sole a girare intorno alla Terra ma la Terra intorno al Sole, così quanto sembrava primario si rivela funzionale e viceversa. E in realtà la Chiesa nel mondo contemporaneo (Costituzione Gaudium et spes) riconosce che non è l’umanità subordinata alla Chiesa, ma è la Chiesa al servizio dell’umanità; e nella Chiesa in sé (Costituzione Lumen gentium) prima ancora di un laicato subordinato alla gerarchia, vi è un primato del popolo di Dio, del quale la gerarchia è al servizio (in latino: ministerium).
Già da qui si evidenzia che, se con Benedetto XVI consentiamo che nella Chiesa v’è una «continuità» dogmatica (non è stato definito alcun nuovo dogma, al massimo ne sono stati richiamati alcuni trascurati, come l’universalità dell’offerta di salvezza o la collegialità, o collaborazione dei vescovi col papa), vi è stata però una forte «discontinuità» pastorale, col richiamo appunto della responsabilità personale, nella formazione cristiana e nell’agire ecclesiale.
Dobbiamo riconoscere che l’entusiasmo e la spinta dei tempi del Concilio e delle speranze immediate si sono affievoliti, un po’ per la maggiore difficoltà di una maturazione comunitaria nei confronti di strutture gestite autoritativamente (a tutti i livelli), un po’ per alcuni eccessi realizzati negli anni ‘68-‘69 che hanno indotto chi era in allarme per i cambiamenti a bloccare tutto (e forse, come dicono i tedeschi, insieme all’acqua sporca abbiamo buttato via anche il bambino).
Una lezione comunque che abbiamo ricevuto da questo Concilio è che la tradizione non equivale alla fissazione del passato, bensì, secondo l’etimologia (tradere è trasmettere, tradizione è trasmissione), è «aggiornare», secondo la formulazione di papa Giovanni, è dire le verità di sempre in modo adatto al giorno d’oggi.
Diceva padre Congar – poi diventato cardinale – che un Concilio ottiene i frutti più pieni dopo cinquant’anni. Preghiamo il Signore che sia proprio così!
* Vescovo emerito di Ivrea; già presidente di Pax Christi e padre conciliare

martedì 2 ottobre 2012

UN SEME O UN SEGNO DEI TEMPI?

MI PERMETTO DI SEGNALARE UNA PROPOSTA DELLA CHIESA DI LODI CHE MERITA UN'ATTENZIONE PARTICOLARE PERCHE' SI POSSA ALLARGARE A MACCHIA D'OLIO.
  Oltre: percorso spirituale per persone separate, divorziate o risposate
Signore Ascolta la mia preghiera
Riparte Venerdi 12 ottobre, OLTRE… Momenti per separati divorziati e risposati
Riprende per il quinto anno il cammino di Oltre… che la Diocesi di Lodi propone alle persone separate, divorziate e risposate.
Questo è un ulteriore segno che le famiglie che vivono una ferita nella loro storia o un cammino di nuova unione non sono al di fuori della realtà pastorale familiare.
Questa è una proposta fortemente voluta dal nostro vescovo ed è in linea anche col pensiero di Benedetto XVI che ha richiamato in termini di sofferenza di chi vive questa realtà e di vicinanza delle comunità cristiane , questa pastorale durante l’incontro di Bresso del 3 Giugno scorso nell’ambito della festa mondiale delle famiglie. La chiesa è vicina a coloro che per le vicissitudine più differenti, dolorose e personali si sono trovati a fare i conti nella loro vita con un sogno e un progetto che si spezzato.
In questi anni abbiamo incontrato ed accompagnato nei nostri cammini oltre 50 persone che hanno colto il senso di questa proposta. Qualcuno prosegue con noi e qualcuno ha fatto ritorno nella vita della propria comunità e qualcuno e passato
Oltre...
Perché abbiamo chiamato Oltre… il nostro percorso? Perché questo titolo nasce dall’idea che il nostro Dio sa andare oltre i nostri limiti sa vedere oltre i nostri fallimenti e ci chiede di avere speranza oltre i nostri errori e le nostre infedeltà, perché nessuno è escluso dall’Amore che salva!
Gli incontri spirituali sono pensati come momenti di preghiera in cui si legge la Parola di Dio e dopo un momento di riflessione personale con la possibilità di fare Adorazione Eucaristica, si condivide con gli altri la propria esperienza di vita e di fede. E’ quindi l’occasione di trovare un momento di tranquillità per pregare, un momento da dedicare a se stessi ma è anche un momento in cui non ci si sente soli perché ci si può confrontare con chi vive una situazione analoga alla nostra e si fa anche esperienza di una Chiesa che vuole essere “vicina a chi ha il cuore ferito” e si sente abbandonato.
I brani scelti per il cammino di quest’anno ci porteranno a rifletere sul tema della Preghiera. Infatti il nostro percorso ha come titolo
“Signore ascolta la mia preghiera”.
Ogni uomo ha il bisogno e sente il desiderio di poter avere un dialogo personale ed intimo con Dio, dialogo che scaturisce da una fede a volte incerta, da un bisogno di amore da un senso di abbandono umano, ma che Dio raccoglie ed ascolta e poi per vie misteriose esaudisce.

Inoltre vista la bella esperienza vissuta in questi anni anche il percorso di quest’anno si concluderà con un
week end presso l’Eremo di Caresto, ove avremo la possibilità di incontrarci, confrontarci e riflettere assieme ad altri amici di altre diocesi che vivono questa esperienza di famiglia ferita.


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