martedì 26 settembre 2023

IL KINTSUKUROI

Non sempre la nostra vita ha un percorso lineare e sereno. Spesso la via è lastricata di difficoltà, di impedimenti, di improvvise deviazioni, di assurde situazioni, di complicate rotture. E poi che succede? Si raccolgono i cocci, li si rimette insieme e … si riparte. E se le ferite sono troppe e non si rimarginano? Se non riusciamo a ricucire, a curare, a … riparare?
Esiste un'antica arte giapponese del riparare le ceramiche frantumate chiamata il kintsukuroi. Quando un vaso va in mille pezzi, i maestri artigiani del kintsukuroi ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo le crepe sottili con pasta d'oro o d'argento. Non nascondono le fratture, ma le esaltano, poiché considerano che un vaso riparato mostri tanto la fragilità quanto la forza di resistere. In questo sta la vera bellezza. Insomma è l'arte del “ ricomporre ciò che è rotto”.
Ma quando qualcosa si rompe, si spezza e va in frantumi, è più utile riparare o ricomporre? E a volte succede pure che i pezzi da ricomporre non sono neppure pochi.
E poi non è un'azione semplicissima, perché occorre mettere in campo tutta la nostra capacità, fatta di praticità, di esperienza e di coraggio. Già, perché ricomporre comporta il rischio che tutto possa rompersi di nuovo.
Ma poi è quasi più facile buttare tutto nel cestino. Questa nostra società dell'usa e getta ci ha insegnato che è più facile e meno costoso eliminare ciò che è rotto e non serve più, per poi acquistare qualcosa di nuovo, sicuramente più produttivo, più tecnologico e con un design moderno e al passo con i tempi.
Non sono però solo gli oggetti, gli ornamenti, le strutture, gli strumenti che possono rompersi. Ci sono anche le fratture dentro di noi. Chi e con che cosa guariranno o potranno essere riparate le nostre ferite emozionali? E' possibile applicare l'arte del kintsukuroi al nostro cuore, alla nostra interiorità spezzata o frantumata? Con che cosa riempirò quegli spazi vuoti?
Forse basterebbe cercare su internet l'indirizzo di qualche professionista. Io, molto semplicemente ho raccolto queste possibili 15 azioni :
1. Non fuggire dalle avversità
2. Non isolarsi 
3. Non rassegnarsi all'impotenza 
4. L'avversità presuppone un cambiamento 
5. Pensare di avere di fronte una sfida 
6. Concentrare l'attenzione sul lungo periodo 
7. Indirizzare l'energia sul breve periodo 
8. Cambiare ciò che si può, accettare il resto 
9. Analizzare il dialogo interiore 
10. Trasmettere serenità a chi ci sta attorno
11. Prendere personalmente le varie decisioni, cioè agire in prima persona
12. Coltivare l'ottimismo e la resilienza
13. Considerare l'avversità come un'opportunità per cambiare la propria vita 
14. Trovare una valvola di sfogo per le numerose nostre emozioni 
15. Non correre rischi inutili, ma valutare con attenzione le decisioni da prendere 
… e buona ripartenza!

mercoledì 20 settembre 2023

LA LEZIONE DI LAMPEDUSA

Nei giorni scorsi gli abitanti di Lampedusa hanno dato al mondo una lezione di solidarietà e di accoglienza aprendo le loro porte, dando da mangiare e ospitando nelle loro case gli immigrati che continuano a sbarcare sulla loro isola. Non hanno perso tempo con discorsi politici o di profonda riflessione, ma si sono chiesti subito : “ Di cosa hanno bisogno queste persone? “ e così mentre in Europa si rafforzavano le misure contro questa “nuova invasione”, a Lampedusa  e in molti altri angoli d'Italia “si aggiungeva un posto a tavola”. 
A pensarci bene tutti noi siamo immigrati. Già perché nessuno di noi era in questo mondo ma il giorno della nostra nascita siamo subito stati accolti senza troppi ma o perché, anzi nonostante fossimo bisognosi di tutto, tutta la famiglia era lì ad attenderci, a mostrarci che c'era un posto per noi e che già eravamo uno di loro! 
Allora entriamo nella consapevolezza che ciascuno di noi è lui stesso un ospite dell'umanità. In fondo i Lampedusani, che da sempre meritano il Nobel per la Pace o come i famosi striscioni “Santi Subito!”, hanno, come dice Enzo Bianchi su La Repubblica del 18/9/2023, risposto alla vocazione profonda dell'uomo: la mia umanità si completa e si realizza quando accolgo l'umanità dell'altro. E poco importa se appartiene a un’altra etnia, a un’altra fede, a un’altra cultura: è un essere umano, e questo deve bastare affinché noi lo accogliamo. 
«Contenere il fenomeno delle migrazioni con un’operazione militare è come pensare di fermare un uragano con le mani» racconta Juan Matìas Gil, capomissione Sar di Medici senza frontiere, lui che ha alle spalle decine di interventi in mare, con migliaia di vite messe in salvo. «Queste misure sono uno slogan» ripete più volte Gil. Perché? Perché l’approccio militare alle migrazioni può servire per tenere alto il consenso dei governi, ma è semplicemente la ripetizione di cose già fallite in passato. Si trascurano le cause dei flussi migratori e si pensa che con interventi a valle, che si sono peraltro già dimostrati inefficaci, si possano risolvere i problemi. Invece, occorre capire che i profughi in partenza dal nord Africa sono disposti a tutto, non hanno nulla da perdere.  
Non siamo di fronte all'invasione di potenziali nemici, ma alla necessità di comprendere il valore dell'ospitalità come grado di civiltà della nostra nazione, perché la loro presenza  allarga i nostri orizzonti e dilata il nostro cuore fino ad abbracciare gli estremi confini del mondo.
Nei prossimi giorni in occasione della commemorazione del decennale del naufragio del 3 ottobre, si inaugura a Milano, presso il Memoriale della Shoah, una mostra, «La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo», in cui vengono esposti gli oggetti rinvenuti sui corpi dei naufraghi. Una bussola, una macchinina rossa, una boccetta di profumo, uno specchietto, un telefono cellulare. La forza di quegli oggetti è che ci costringono a riconoscere che la nostra vita è piena delle stesse cose... Dare dignità a quegli oggetti significa fare un passo verso la costruzione di una memoria condivisa, una memoria comune, quella degli esseri umani. 

domenica 17 settembre 2023

AMARE O ESSERE AMATI ?

" Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l'amore) dall'altro, invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza. "


-- Milan Kundera

giovedì 14 settembre 2023

CANI E GATTI RUBANO IL POSTO ALLE CULLE ?

Da un po' di tempo Papa Francesco ha continuato, a più riprese, a sottolineare il “dovere” di ogni coppia formata da uomo e donna e unita nel Sacramento del Matrimonio di mettere al mondo dei figli: avere dei figli è, per il Papa, la più piena espressione della vita di una persona. Secondo il Pontefice, sono sempre di più le coppie che scelgono di non avere figli o che si limitano ad avere un figlio solo: questa sarebbe una negazione di maternità e di paternità e, di conseguenza, una privazione del nostro essere umani.
Francesco si è rivolto anche alle tante coppie che non hanno figli perché non riescono ad averne: a loro ha rivolto un invito ad avere il coraggio dell’accoglienza e ad adottare bambini che hanno bisogno di una famiglia, di una casa, di un po’ di amore; alle istituzioni, invece, ha lanciato un appello affinché l’iter per le adozioni diventi sempre più facile e veloce.
Ma il discorso del Papa non si è limitato all’importanza di mettere al mondo dei figli in questa società sempre più “orfana” e “governata dall’egoismo”: Francesco ha infatti puntato il dito contro chi ha in casa cani, gatti o altri animali domestici e, stando al suo pensiero, li preferirebbe ai figli – scegliendo magari di non avere figli (o di averne uno solo) e destinando amore ed attenzioni a cani e gatti.
In questi caldi giorni d'estate la RAI ha continuato a mandare lo spot che chi abbandona una animale compie un reato. Il Papa non sarà stato aggiornato su questo aspetto della Legge Italiana! E poi credo che sia completamente sbagliato contrapporre figli e animali, perché è vero che cani e gatti non sono come i figli, ma sono al pari destinatari di molto amore, anche se di tipo diverso. Questa è una colpa? Amare gli animali? Non esclude certo l’amore per i bambini!
Ci sono molte ragioni che spingono una coppia che si ama a scegliere di non avere figli e certamente la compagnia di un animale domestico non rientra fra queste: oltre a motivi fisiologici e all’impossibilità fisica di generare un figlio, anche l’incertezza economica per il futuro, la mancanza o la precarietà di lavoro, la disparità di diritti fra mamme e papà, la paura di vivere in un mondo sempre più inquinato e in balia della crisi climatica, l’imperversare di malattie (non da ultimo, il Coronavirus) possono guidare verso la scelta del figlio unico o del non avere figli.
Viviamo in tempi difficili, più difficili di quelli in cui hanno vissuto i nostri nonni e i nostri genitori, e la scelta di non diventare genitori non solo non è da condannare, ma è da rispettare con il silenzio e senza giudizio.
Se il creato è il dono di Dio all'uomo … tutto ciò che vi è in esso merita rispetto e amore!

mercoledì 13 settembre 2023

La lettera virale di un veterinario a Papa Francesco

Ha fatto scalpore il comportamento di Papa Francesco, che un po' di tempo fa  ha redarguito una fedele che aveva chiesto al Pontefice di benedire quello che per lei era un figlio: il suo cane. Una richiesta semplice, accompagnata da una risposta negativa e da una critica sul considerare piuttosto i bambini che muoiono di fame nel mondo. Sorridendo, il Papa ha raccontato l’episodio nella terza edizione degli Stati Generali della Natalità ricevendo l’approvazione del pubblico a suon di applausi. Quella sua “sgridata” per aver fatto riferimento a un cane come “il mio bambino” e le sue affermazioni hanno amareggiato nel profondo chi gli animali li ama e li accoglie in famiglia, senza dover creare gerarchie. Un medico veterinario ha deciso di esporsi e ha scritto una lettera indirizzata al Santo Padre : è subito divenuta virale.

Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente. 
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”. Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo.
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli. L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo. L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare. La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa”

Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario.



martedì 12 settembre 2023

Il primo giorno di scuola

 Suona la campanella;

scopa, scopa la bidella;

viene il bidello ad aprire il portone;

viene il maestro dalla stazione;

viene la mamma, o scolaretto,

a tirarti giù dal letto…


Viene il sole nella stanza:

su, è finita la vacanza.

Metti la penna nell’astuccio,

l’assorbente nel quadernuccio,

fa la punta alla matita

e corri a scrivere la tua vita.


Scrivi bene, senza fretta

ogni giorno una paginetta.

Scrivi parole diritte e chiare:

Amore, lottare, lavorare.

_____________________________________________

di GIANNI RODARI

domenica 3 settembre 2023

ACCETTARE LA VITA

Talvolta ciò che sembra una resa non è affatto una resa. È ciò che avviene nei nostri cuori. Vedere chiaramente com'è la vita ed accettarla, essendole sincero, qualunque sia il dolore, perché il dolore che si prova mentendole è di gran lunga più grande.


-- Nicholas Evans

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