mercoledì 28 dicembre 2016

IL RICORDO

<<Non si troverà mai la pace interiore fino a quando non si imparerà ad ascoltare il cuore.>>
(George Michael)

sabato 24 dicembre 2016

BUON NATALE !

mercoledì 21 dicembre 2016

IO SONO UN BERLINESE!


« Duemila anni fa l'orgoglio più grande era poter dire civis Romanus sum (sono un cittadino romano). Oggi, nel mondo libero, l'orgoglio più grande è dire 'Ich bin ein Berliner.' Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole 'Ich bin ein Berliner!' » disse il 26 giugno 1963 John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati Uniti d'America, durante il discorso tenuto a Rudolph Wilde Platz, di fronte al Municipio di Schöneberg, mentre era in visita ufficiale alla città di Berlino Ovest. 
Anch'io oggi urlo al mondo intero: "io sono un berlinese".

LIBERATO IL GIOVANE ROMANZIERE EGIZIANO

LibreriamoFinalmente è stato liberato Ahmed Nagi, lo scrittore egiziano che il 20 febbraio scorso era stato condannato a due anni di carcere per «oltraggio al pudore» a causa del «contenuto sessuale osceno» presente in un suo libro. Il libro in questione è “Vita: istruzioni per l’uso” (Sirente), uscito in Italia il 6 ottobre, quando l’autore era ancora detenuto.
Ad accusarlo era stato un lettore che si era detto “danneggiato” dalla lettura del suddetto libro. L’arresto dello scrittore aveva suscitato le proteste del mondo letterario. Tra i firmatari di una richiesta di liberazione inviata al Presidente egiziano Al Sisi c’era anche Alaa El Aswany (autore di “Palazzo Yacoubian”).

BERNARD-HENRI LEVY

“Mi vergogno. Sì mi vergogno per Aleppo che muore sola. Mi vergogno di chi giudica che il presidente siriano Assad, il Pol Pot del jet-set, sia il male minore davanti alla minaccia dell’Isis. Noi siamo diventati testimoni muti. Ci siamo forse assuefatti alla sofferenza degli altri?”

sabato 17 dicembre 2016

GLI 80 ANNI DI PAPA BERGOGLIO E GLI ITALIANI

 Il sondaggio è stato condotto dall’Istituto Demopolis nel dicembre 2016, in occasione degli 80 anni di Papa Francesco, su un campione di 1.000 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.




giovedì 15 dicembre 2016

IL PENSIERINO

<<Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri che muoiono.>>
(Jean-Paul Sartre)

LA CHIESA DEVE RIPARTIRE DALLA BASE

Il circuito di cattolici di base che da quindici anni intervengono a Milano su problemi della Chiesa ha affrontato la situazione della diocesi di Milano che aspetta il successore di Scola. Mi sono sembrate molto interessanti le loro riflessioni: serve una svolta nella gestione e nella pastorale, a partire dall’ascolto della sensibilità, delle sofferenze e delle gioie del popolo cristiano. Il mondo ecclesiastico deve ripensarsi e rigenerarsi. In particolare vorrei proporre quelli che loro chiamano i " quattro punti per un nuovo corso", che penso dovrebbero essere oggetto delle riflessioni per la stesura di un piano pastorale locale coincidente con la svolta indicata da Papa Francesco.


  1. La centralità della Parola di Dio, mediante la lettura e la meditazione del primo e del secondo Testamento, deve essere il fondamento della vita di fede, personale e comunitaria; essa  non  deve essere subordinata a precettistiche di ogni tipo, ad arroccamenti su proprie certezze, all’efficientismo nell’organizzazione e nelle iniziative pastorali.
  2. I rapporti ecumenici devono intensificarsi, perché il percorso ecumenico è condizione privilegiata di una fede autentica. Esso comporta il riconoscimento, ognuno per la propria chiesa, delle responsabilità delle divisioni esistenti e  dell’impegno per una  progressiva convergenza, nella diversità,  tra i credenti nell’Evangelo. L’ecumenismo di base è la condizione per passi in avanti che le strutture ecclesiastiche non possono scoraggiare. Anche il dialogo interreligioso deve continuare  e non deve fermarsi a rapporti formali o diplomatici.
  3. Il dialogo positivo con la cultura “laica” e il cammino comune con chi è in ricerca sono  momenti irrinunciabili  in un mondo secolarizzato. In ciascuno  di noi convivono l’incredulo e il credente e quindi la ricerca diventa terreno comune nel quale è possibile una operante critica  reciprocità e un arricchimento comune;
  4. La pratica di rapporti sociali equi nei luoghi di lavoro e in ogni altra attività, l’accoglienza dell’immigrato, la difesa e la promozione della legalità, la ricerca della pace fondata sulla giustizia tra sud e nord del mondo, il contrasto nei confronti della terza guerra mondiale a pezzi, la salvaguardia del creato,  l’impegno al perdono come condizione della pace devono essere  lo stile condiviso e messo in atto da ogni credente nel proprio vissuto quotidiano  e nella società. Queste pratiche di vita  contraddicono le logiche idolatre dell’individualismo, del corporativismo, del nazionalismo, della mitizzazione del successo e del denaro.In questo modo, se accompagnato da parole e da segni inediti, i vescovi con le loro chiese potranno essere comunità che ascoltano e che si mettono in sintonia con l’insegnamento  di Francesco, vescovo di Roma, accettandone con convinzione il “nuovo corso” nella  vita della nostra Chiesa   

mercoledì 14 dicembre 2016

I CATTIVI MAESTRI SEMPRE TALI RIMANGONO!

Il Mein Kampf è fra i libri preferiti dagli studenti italiani. Sgomento al Miur, che ha aperto un’indagine per capire come sia possibile una cosa simile.
Lo sconcertante dato è arrivato da un concorso che prevedeva che studenti e alunni con l’aiuto di professori e maestre scegliessero i titoli tra i contemporanei italiani e tra i libri dell’infanzia. Ciascun testo poi riceveva in classe un voto di preferenza e dieci più votati avrebbe composto una lista da inviare al ministero, a cui sono arrivati 10mila titoli.
Mai nessuno però, avrebbe pensato che dieci classi di dieci città italiane inserissero tra le preferenze il Mein Kampf. Addirittura in due scuole, il libro di Adolf Hitler è arrivato al primo posto.
La Baviera, che ne deteneva i diritti, si era sempre opposta alla sua pubblicazione per evitare ogni forma di propaganda al regime nazista.
Per prendere le distanze da quelle idee assurde che poi avrebbero causato milioni di morti, i curatori hanno scelto di pubblicare 3500 fra note e annotazioni.
Sul proprio suo sito l’istituto per la storia contemporanea di Monaco che ha deciso di curare la nuova edizione del Mein Kampf ha scritto:
“È imperativo smontare permanentemente Hitler e la sua propaganda per contrastare l’efficacia della potenza simbolica di questo libro”.
Ma il “Mein Kampf” è davvero un libro? oppure è un arma carica che non può essere maneggiata senza conoscenza dei suoi meccanismi? un mero strumento di propaganda su come sterminare metà del mondo e lasciar sopravvivere solo la “razza ariana”?
Quel testo è un incitamento al genocidio, un programma di morte. Leggerlo non basta certo a capire il nazismo e i suoi crimini, a meno che gli insegnanti non abbiano avuto la capacità di guidare gli studenti nella storia approfondita di quello che è successo e non solo di quello che Hitler stava progettando: dalle sterilizzazioni forzate già nel 1933, all’antisemitismo e alle leggi di Norimberga, all’operazione T4, alla Shoah infine. Solo in un contesto approfondito di conoscenze si può maneggiare questo “libro”. Un libro, ricordiamolo, sotto il nazismo distribuito in milioni di copie, regalato ad ogni coppia di sposi, ai soldati al fronte. Un’arma carica che non può essere maneggiata senza precauzioni. E' auspicabile che qualcuno ne sia consapevole!

martedì 13 dicembre 2016

PREGHIERA

Signore, ci hai dato la Tua Parola
per guidarci nel cammino della verità;
perdonaci, perché seguiamo le nostre vie.
Signore, ci hai dato la Tua Parola
per nutrire le nostre anime affamate;
perdonaci, perché cerchiamo altrove il nostro cibo.
Signore, ci hai dato la Tua Parola
per renderci forti;
perdonaci, perché contiamo soltanto sulle nostre forze.
Signore, ci hai dato la Tua Parola
per consolarci nelle nostre afflizioni;
perdonaci, perché non sappiamo rimetterci in Te.
Signore, ci hai dato la Tua Parola
per la nostra salvezza e la nostra felicità eterna,
perdonaci, perché le diamo così poca importanza. Amen.
Anonimo in "Raccolta di testi di fede della Chiesa universale"


PAOLO DE BENEDETTI

Si è spento a 89 anni il teologo Paolo De Benedetti. La sua è stata una vita in ascolto di Dio: il Dio degli ebrei, anzitutto, il Dio della propria famiglia, cui dedicare la passione dello studioso; e poi il Dio dei cristiani, per lui il Dio della formazione all'Università Cattolica e del magistero presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e gli istituti di scienze religiose di Trento e di Urbino. Di quel Dio unico e duplice, di quei mondi, Paolo De Benedetti ha cercato il senso nelle fonti e nella loro interpretazione. Si sentiva cercatore di significati al confine, esploratore di terre incerte, e al contempo cultore di due mondi forti, densi, colmi di rimandi, feriti dai conflitti, eppure capaci di reciproca fertilizzazione.

<<Io credo... che l'animale, compagno di tante solitudini, di tante tristezze, in misura varia secondo la sua coscienza – affermo e ripeto coscienza – ci accompagnerà anche nell'altra vita, e non ci si chieda di spiegare il perché.>>

<<È di grande importanza che Qohèlet sia stato incluso nel canone biblico. Ciò significa che una religiosità così laica, conflittuale, critica, negatrice di tutta la tradizione, è legittimata addirittura come parola di Dio. Non dobbiamo vedere in questo qualcosa di contraddittorio, quanto piuttosto una implicita ammonizione a coloro che si adagiano soddisfatti nel pensare religioso e che considerano il pensare laico un affronto fatto a Dio.>>

<<Un giorno rabbi Tarfon disse:“Non sta a te compiere l’opera, ma non sei libero di sottrartene”, perciò usiamo questo come strumento per tutte le nostre attività, non abbiamo la pretesa di finire quello che cominciamo, sempre che siano inizi di qualcosa di positivo… Non abbiamo la pretesa di finire quello che iniziamo, però io so, non essendo libero di sottrarmene, che Dio ha creato ciascuno di noi dandoci, tra le tante cose, anche delle ispirazioni, che restano e non giungono a compimento fino al mondo che verrà… E non dimentichiamo però che quando Dio ci chiamerà, lo farà con un bacio.>> 


martedì 6 dicembre 2016

Aleppo: Save the Children chiede l’apertura immediata di vie di fuga sicure dalla parte orientale della città per evitare che altri bambini vengano uccisi

Dopo l’uccisione di decine di persone, compresi dei bambini, che cercavano di abbandonare le aree controllate dalle forze dell’opposizione nella parte orientale di Aleppo, Save the Children, chiede che siano immediatamente aperte vie sicure per consentire ai bambini e alle loro famiglie di fuggire.
I partner locali dell’Organizzazione denunciano una situazione disperata, con bombardamenti incessanti, l’assenza totale di rifugi per le famiglie sfollate e la mancanza di cibo e carburante. I bambini sono intrappolati nel mezzo dei combattimenti e in molti raccolgono quel poco che possono trasportare cercando di raggiungere a piedi, senza alcuna protezione, la linea del fronte.
In una situazione di caos totale, sotto continui e violenti bombardamenti nei quali i civili vengono uccisi o feriti gravemente, i bambini possono perdere facilmente i genitori. L’Organizzazione chiede che venga disposto un cessate al fuoco per aprire vie di fuga sicure. Tutte le parti in conflitto hanno l’obbligo di consentire ai civili di abbandonare l’area in sicurezza, senza il timore di rappresaglie. Gli spostamenti lungo queste vie devono essere assolutamente volontari, stabiliti e controllati dalle Nazioni Unite e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa.   
“La priorità assoluta deve essere quella di sospendere i combattimenti e portare aiuto alla popolazione di Aleppo. I bambini e le loro famiglie non devono essere costretti ad abbandonare le loro case o i rifugi perché affamati e sotto la minaccia delle bombe,” ha dichiarato Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria. “Nella realtà, invece, gli aiuti internazionali non possono entrare nella città da almeno cinque mesi, e la situazione è così disperata che le persone scappano comunque sotto il fuoco dei combattimenti rischiando la vita per attraversare la linea del fronte.”
“Altri bambini moriranno nei prossimi giorni se non vengono aperti passaggi sicuri per loro e per le loro famiglie. Il mondo ha completamente abbandonato i bambini di Aleppo est, ma le parti in conflitto hanno l’obbligo di proteggerli in un momento di bisogno assoluto.”
I civili presenti nell’area della città controllata dalle forze dell’opposizione sono comprensibilmente preoccupati all’idea di spostarsi verso le aree controllate dalle forze governative e dai loro alleati, che li hanno tenuti sotto assedio per mesi. Sono stati riportati casi non confermati di giovani uomini che dopo la fuga sono stati separati a forza dai loro familiari, o anche detenuti o costretti ad arruolarsi tra i militari.
Per questo devono essere aperte vie sicure per garantire la salvezza ai civili che vogliano raggiungere aree non controllate dalle forze governative, dove Save the Children ha già predisposto gli aiuti necessari come cibo e kit sanitari.
L’Organizzazione chiede a tutti i governi che hanno influenza sulle parti in conflitto, e in particolare a quello russo, di disporre un cessate il fuoco di 72 ore per permettere l’apertura delle vie di fuga e l’ingresso degli aiuti per chi decide invece di rimanere. Save the Children chiede anche che sui ponga fine agli orrendi e ripetuti attacchi alle infrastrutture civili, come scuole e ospedali, e alla popolazione civile stessa. 
Per sostenere gli interventi di Save the Children in Siria: www.savethechildren.it/siria
Per ulteriori informazioni:

IL PENSIERINO

<<Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà.>>
Fidel Castro

UNICEF MOLTO PREOCCUPATO PER I BAMBINI SIRIANI

"Il mondo non può continuare a tacere di fronte alla situazione siriana, che entra nel suo sesto anno di guerra con il brutale acuirsi dei combattimenti ad Aleppo, Homs, Idleb, Deir ez Zor e nella Damasco rurale dove hanno perso la vita tanti bambini": lo afferma Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che esprime particolare preoccupazione per "gli oltre 7.000 sfollati in pochi giorni da Raqqa, a seguito delle operazioni militari lanciate contro il cosiddetto Stato Islamico, dove si trovano più di 175.000 bambini esposti ad ogni tipo di rischio". 

"I bambini sono le prime vittime del conflitto - spiega Iacomini - mentre infrastrutture civili come ospedali, impianti idrici e scuole continuano a essere colpite indiscriminatamente, con l'assistenza umanitaria ostacolata dalle violenze. Ad Aleppo Est, per fare un esempio, non ci sono più ospedali funzionanti, bombardati deliberatamente come le scuole. 

Solo a novembre, 18 bambini sono stati uccisi in attacchi a ospedali e scuole tanto di Aleppo Est quanto di Aleppo Ovest, per un totale di oltre 150 negli ultimi mesi". "Nella città - prosegue - 1,3 milioni di persone sono lasciate senza acqua corrente e con poco o nessun accesso a cibo e medicine. Nel 2016, in Siria ci sono stati almeno 84 attacchi alle scuole, con 69 bambini uccisi: 30 solo nelle ultime 2 settimane d'ottobre. 

I numeri di questa guerra fanno impallidire e non dobbiamo smettere di ricordarli. Ci sono 6 milioni di bambini in Siria colpiti dal conflitto su un totale di 13, 5 milioni di civili, 2,8 milioni di bambini sfollati interni cui bisogna aggiungerne altri 2,3 milioni nei paesi vicini. Una catastrofe mondiale che non trova precedenti dal dopoguerra ad oggi e che non dobbiamo dimenticare" conclude il portavoce Unicef.

venerdì 2 dicembre 2016

PREGHIERA di David Maria Turoldo

Padre, che nella creazione 
hai profuso ogni ricchezza 
del tuo amore 
e con le tue mani 
hai formato l'uomo dalla terra 
e gli hai infuso il tuo spirito 
perché ti rappresentasse 
davanti all'universo 
e per questo con lui 
hai stretto alleanza, 
ricordati di noi, 
tuoi figli in cammino: 
perché, contemplando 
il misterioso disegno di salvezza, 
possiamo scoprire 
nel volto del tuo Figlio 
l'immagine disvelata 
del tuo amore senza fine. 

Amen.

Welby & Nichols

Nella cattedrale di Westminster l'arcivescovo cattolico e il primate anglicano hanno chiuso insieme la Porta Santa di Londra. È stato l'ultimo di tanti gesti ecumenici importanti che hanno scandito il Giubileo (l'incontro tra il Papa e Kirill, Lesbo, i 500 anni di Lutero...). L'unità dei cristiani è tornata a essere un tema caldo nell'agenda della Chiesa; ma forse basterebbe dare più valore a questi piccoli e significativi gesti che, chissà, forse aiuteranno la Chiesa e il suo popolo a non arenarsi di nuovo.

Lettori fissi

Archivio blog