mercoledì 23 dicembre 2020

BUON NATALE !

Auguri a tutti perché possiate accogliere

il figlio di Dio che nasce per noi

con la semplicità dei pastori,

con l’umiltà di Giuseppe,

con l’attenzione e la ricerca dei magi,

con l’amore con cui i primi e le prime credenti

lo hanno accolto,

perché anche nella vostra vita

il miracolo del Natale si rinnovi

e splenda su di voi la stella della speranza.


venerdì 11 dicembre 2020

"OGNI PERSONA E' FIGLIA DI DIO!"

 Comunicato diffuso da La Comunità di Vita Cristiana (CVX)* di Spagna il 2 dicembre 2020, tradotto dai volontari de La tenda di Gionata

La Comunità di Vita Cristiana (CVX)*, che raggruppa 1.100 persone in 35 comunità spagnole, ha constatato negli ultimi anni “la presenza di persone LGTB + nella Chiesa e nella stessa comunità” che, “come il resto degli appartenenti al popolo di Dio, vogliono vivere pienamente la loro fede, nell’amore e nel servizio, ma molte volte trovano difficoltà aggiuntive per farlo e persino il rifiuto, che genera grandi sofferenze personali e familiari”.


Come affermato in una dichiarazione resa pubblica mercoledì 2 dicembre 2020, per la CVX è “un dono di Dio essere formata da persone con orientamenti sessuali diversi” e “questa esperienza di diversità nella Chiesa ha fatto scaturire nella comunità una profonda gratitudine e gioia». Consapevole, parimenti, che “ogni persona è, per natura, figlia di Dio, creata a sua immagine e somiglianza“, si è impegnata “ad accompagnare questi processi di fede e di integrazione nella comunità ecclesiale” e nella sensibilizzazione e formazione interne.

L’ufficio Comunicazione di CVX (Spagna) mette a disposizione sia interviste con il presidente di CVX España, Eduardo Escobés, sia testimonianze di persone LGTB+ appartenenti a diverse comunità. Per ulteriori informazioni contattare comunicacion@cvx-e.es

IL TESTO> Dichiarazione della CVX di Spagna “vivere l’unità nella diversità”

Nelle nostre comunità locali si è constatata negli ultimi anni la presenza, nella Chiesa e nella comunità stessa, di persone LGTB + che, come il resto degli appartenenti al popolo di Dio, vogliono vivere pienamente la loro fede, nell’amore e nel servizio, ma che molte volte trovano difficoltà aggiuntive per farlo e persino il rifiuto, che genera grandi sofferenze personali e familiari. Dalle nostre comunità locali, diverse persone si sono impegnate ad accompagnare questi processi di fede e integrazione nella comunità ecclesiale.

Come ricorda Papa Francesco in Amoris laetitita, la Chiesa deve fare suo “il comportamento del Signore Gesù, che in un amore illimitato si offre a tutte le persone, nessuno escluso” e, quindi, non c’è posto per alcun “segno di ingiusta discriminazione” verso “persone con tendenze omosessuali“.

Come risultato dell’esperienza dell’accompagnamento, e insieme a questa riflessione, nell’ultima Assemblea Generale della CVX Spagna, tenutasi nell’agosto 2019 a Pamplona, si è convenuto di approfondire l’argomento e realizzare un manifesto pubblico per affermare che:

  • La nostra comunità vive come un dono di Dio l’essere composta da persone con orientamenti sessuali diversi, persone nelle cui famiglie ci sono membri LGTB +, persone single, sposate e divorziate. In quanto membri della Chiesa quali sono, vi partecipano in uguaglianza, lontani da qualsiasi stigma. Ad esempio, posizioni di responsabilità e rappresentanza della comunità sono aperte a tutti loro.
  • La discriminazione, sempre ingiusta, subita da tante persone a causa del loro orientamento sessuale, è un richiamo alla comunità cristiana per continuare a ricordare che ogni persona è, per natura, figlia di Dio, creata a sua immagine e somiglianza; e per raddoppiare gli sforzi di riconoscimento, accoglienza e accompagnamento.
  • La nostra comunità si impegna a porre attenzione sulla sensibilizzazione e la formazione interna dei suoi componenti su questa tematica, così come a incorporarle nelle distinte aree di lavoro.

Questa esperienza di diversità nella Chiesa ha fatto scaturire nella comunità una profonda gratitudine e gioia.

* La Comunità di Vita Cristiana (CVX) è un’associazione di uomini e donne, adulti e giovani, di ogni condizione, con una presenza in 60 Paesi. Vivono il desiderio di seguire Gesù Cristo più da vicino e lavorano per edificare il Regno. Il carisma e la spiritualità della CVX sono ignaziani. La CVX in Spagna è composta da 35 comunità locali e circa 1.100 persone.

lunedì 7 dicembre 2020

C'E' ANCORA MOLTO DA FARE!

Definire un progetto di inclusione significa conoscere le mappe dell'esclusione. E le aree degli esclusi che costituiscono il grappolo di sofferenze su cui intervenire sono tante. Le povertà, in primo luogo: la terra "di sotto" di chi ha un reddito disponibile inferiore del 40 o del 50% a quello medio, ovvero i poveri in senso relativo (erano quasi 9 milioni nel ‘19) e quelli in condizioni di "povertà assoluta" (chi non ha neppure i mezzi indispensabili per "una vita dignitosa": erano quattro milioni e mezzo prima della pandemia, ora di più). Sono gli esclusi socialmente, tanto inferiori agli altri da apparire figli di un altro Paese. L'Istat parla di un 27% di popolazione «in condizioni di esclusione sociale». Includerli sarebbe, di per sé solo, un impegnativo programma di governo. Vorrebbe dire affrontare una buona volta la questione meridionale: più della metà dei poveri assoluti vive tra meridione e isole, nonostante vi risieda appena un terzo della popolazione nazionale. Metter mano alla questione dei bassi salari (più del 10% delle famiglie operaie è in "povertà assoluta", il 17,4% in "povertà relativa"). Curarsi della questione minorile e della quasi totale assenza di politiche a sostegno della famiglia: abbiamo il record europeo di minori poveri e gli indici di deprivazione per le famiglie numerose fanno spavento. E poi la questione femminile: l'ingiustificabile divario salariale, l'abbandono delle famiglie "monogenitore". E quella migratoria (il 27% degli individui stranieri è in povertà assoluta). Infine - last but not least - c'è l'esclusione territoriale: la solitudine delle aree interne, dei comuni polvere, dei piccoli paesi di montagna, dove le condizioni di vita sono più dure, la mobilità più difficile e le risorse pubbliche più scarse. Includerli vorrebbe dire invertire la scala di priorità finora seguita.

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Marco Revelli in “La Stampa” del 7 dicembre 2020

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