martedì 25 ottobre 2011

 

Addio a don Enzo Mazzi prete ribelle dell'Isolotto

TESTIMONI. Contestò le gerarchie e fu rimosso dal vescovo di Firenze
 
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Don Enzo Mazzi
È stato un simbolo, ma avrebbe voluto che la sua morte avvenisse lontano dai riflettori.
A sapere che era morto a 84 anni don Enzo Mazzi, il primo prete che aveva platealmente rotto con le gerarchie ecclesiastiche, sono state solo le persone a lui più vicine. Poi la notizia è dilagata oltre la rete fiorentina di affettuosa riservatezza. Un «prete contro», ma alla sua Comunità dell'Isolotto preferiscono chiamarlo «per»: per gli ultimi. Dagli anni Sessanta dava la sua testimonianza di fede in uno dei quartieri popolari e periferici di Firenze. Lo stesso impegno che ha mantenuto fino a quando, ormai molto malato le forze glielo hanno consentito.
Dopo che fu rimosso da parroco nel 1968 dal cardinale Ermenegildo Florit diceva messa sotto il sole o, quando pioveva, sotto le tettoie del mercato. Il braccio di ferro con le gerarchie ecclesiastiche cominciò con la lettera di solidarietà agli occupanti del duomo di Parma. Florit chiese di ritirare quella lettera ma la comunità dell'Isolotto si ribellò. Così il 4 dicembre 1968, tre giorni prima della clamorosa protesta degli studenti davanti alla Scala di Milano e poche settimane prima di un'analoga, ma sanguinosa manifestazione davanti alla Bussola di Viareggio, arrivò la rimozione da parroco. Seguirono manifestazioni di protesta e anche sfide plateali. «Quando venne un incaricato del vescovo a chiedermi le chiavi della chiesa», ricordava don Mazzi, «si trovò davanti a centinaia di persone che tirarono fuori dalle tasche le chiavi delle loro case. Fu un concerto di chiavi, un concerto meraviglioso». Ieri in centinaia l'hanno ricordato in piazza all'Isolotto. Giovedì sarà cremato.
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