lunedì 26 ottobre 2020

UNA UMANA POLITICA

 Il 20 ottobre, Josè Mujica, l'ex presidente dell'Uruguay, ha presentato le sue dimissioni da senatore. In quell'occasione ha pronunciato un discorso che vale come un corso di preparazione politica. E umana. Quel discorso dice della levatura superiore di un uomo che ha preso molto sul serio la causa dei poveri, ha compreso la missione della politica e il senso dell'esistenza umana.

Un uomo che ha saputo mettersi al servizio del bene comune e che ha deciso di togliere l'ingombro della sua presenza quando si è accorto di non poter più svolgere bene quello stesso servizio. Una cosa molto rara nel bosco e nel fitto sottobosco delle istituzioni. Di seguito ne trovate una parte: "Voglio ringraziare innanzitutto i miei colleghi. Me ne vado perché la pandemia mi sta gettando nel cestino dei rifiuti. Essere senatore significa parlare con le persone e parlare dappertutto. La partita non si gioca negli uffici e io sono minacciato da tutte le parti: dalla vecchiaia e da una malattia immunologica cronica - se domani appare un vaccino non posso vaccinarmi - . Siete stati pieni di complimenti verso di me, troppo lusinghieri. Ho il mio buon numero di difetti, sono passionale, ma da decenni nel mio giardino non si coltiva l'odio perché ho imparato una dura lezione che la vita mi ha insegnato... quell'odio finisce per farti diventare stupido (estupidizando) perché ti fa perdere l'obiettività di fronte alle cose. L'odio è cieco come l'amore, però l'amore è creatore, l'odio distrugge. E una cosa è la passione e ben altra cosa è coltivare l'odio".

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in “www.mosaicodipace.it” del 26 ottobre 2020 

martedì 13 ottobre 2020

MA C'E' UN POSTO PER LE DONNE NELLA CHIESA?

In genere pochi ascoltano la parola del Papa in occasione dell'Angelus domenicale, ma domenica scorsa il suo dire è stato ripreso da tutti i giornali, dai media. Cosa avrà detto di così importante?            «Preghiamo perché i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità della Chiesa. Perché nessuno di noi è stato battezzato prete né vescovo: siamo stati tutti battezzati come laici e laiche... Dobbiamo promuovere l'integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti».                                                                                                              Un messaggio importante. Un messaggio che scuote la Chiesa fin nelle sue fondamenta. Un messaggio che fa barcollare il maschilismo ecclesiale della Chiesa Cattolica. Come non ricordare che fin dagli inizi della Chiesa le gerarchie hanno costruito comunità cristiane sotto la guida di presbìteri e vescovi maschi. Ci furono eccezioni; ma la norma che si impose fu quella.  Da ultimo non possiamo dimenticare l'autoritarismo di Giovanni Paolo II che nel '94, affermò che la "divina costituzione" della Chiesa non ammetteva donne nel sacerdozio o nell'episcopato. La stessa tesi è stata ribadita da Papa Francesco, il quale escludendo donne dai ministeri, diaconato compreso, ha però iniziato a nominare donne in importanti organismi curiali. E così, nel Sinodo per l'Amazzonia, celebrato un anno fa, ha rifiutato che in quell'Assemblea anche una trentina di donne là presenti potessero votare, insieme ai quasi duecento vescovi maschi.  
Circola da sempre l'dea che le donne sono sempre state, e ancor più lo sono oggi, le colonne della Chiesa: senza di esse - catechiste, guide di comunità in molta zone dove mancano preti - il Cattolicesimo scomparirebbe. Ma non si osa rimettere in radicale discussione il "no" alle donne nei ministeri "alti". Quando il muro del maschilismo ecclesiastico sarà abbattuto e saremo di fronte ad una eguale presenza di "padri" e "madri", allora sì che la Chiesa Romano-Cattolica saprà affrontare una vera e sostanziale riforma... Compito immane che Papa Francesco ha abbozzato e che lascia ai futuri successori!!!

sabato 10 ottobre 2020

TI RICORDI "IMAGINE" DI JOHN LENNON ?

 In un mondo lacerato, in un mondo che si ostina a fare la guerra, in un mondo in crisi economica e sociale, in un mondo che sempre più spesso fa paura e toglie aria ai nostri sogni, abbiamo bisogno di tornare a immaginare un mondo diverso, un diverso modo di vivere e di rapportarci gli uni con gli altri. A ricordarci quanto sia fondamentale tornare a immaginare e ad essere consapevoli che l’attuale stato delle cose non sia l’unico possibile ho pensato di tornare indietro nel tempo e di scomodare John Lennon, che quando ha inciso “Imagine” non ha inciso una canzone, ma quella che forse è la più nota poesia al mondo.


Immagina non ci sia il Paradiso, prova, è facile – canta l’autore – Nessun inferno sotto i piedi, sopra di noi solo il cielo“. Immagina che non ci siano divisioni, ci dice Lennon, con una semplicità che mette i brividi. Immagina che non ci siano più divisioni tra inferno e paradiso, tra ricchi e poveri, tra una religione e l’altra. Immagina, ci dice, un mondo unito, “Immagina non ci siano paesi, non è difficile. Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione“. Immaginiamo tutto questo e ci renderemo conto che sono le divisioni a portare la guerra, l’odio e la violenza. Un messaggio importante.

Immagina un mondo senza possessi, mi chiedo se ci riesci, senza necessità di avidità o fame – canta Lennon – La fratellanza tra gli uomini, immagina tutta le gente condividere il mondo intero“. Quello che ci spinge a immaginare è un mondo possibile, in cui le persone non si calpestano i piedi ma si aiutano a vicenda, un mondo in cui ciò che importa è la condivisione, un mondo che pensa più a costruire ponti che a edificare mura. Il fatto è che, come dice a un certo punto, siamo in tanti a pensarla in questa maniera ma spesso temiamo di essere soli. “Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo“. Forse lo sono anch'io e anche tu che condividi questi pensieri di pace e amore.

venerdì 9 ottobre 2020

SE HAI 15 ANNI E SEI IMMIGRATO...PUOI ANCHE MORIRE!

 Se qui di seguito vi parlassi di un ragazzo di 15 anni morto in Italia con segni evidenti di tortura, affaticato, deperito e soccorso con molto ritardo, sarebbero molti a indignarsi. Qualcuno legittimamente si chiederebbe come mai i TG nazionali e la carta stampata non ne abbia raccontato se non nelle pagine locali e la risposta è semplice: si tratta di un immigrato. Abou, 15 anni, proveniva dalla Costa d'Avorio e dopo tutte le traversie tra deserto, Libia e mare, dal 18 settembre era confinato in quarantena sulla nave "Allegra". Già allora stava male ma l'unico medico a bordo non se n'è accorto perché doveva visitare 600 pazienti! Quando le sue condizioni si sono fatte ancora più gravi erano già trascorsi dieci giorni e finalmente è stato disposto il ricovero urgente all'ospedale Cervello di Palermo dove è arrivato il 1 ottobre. Constatato che il ragazzo era ormai in coma lo hanno trasferito alla rianimazione dell'Ingrassia dove è morto il 5 ottobre. Si potrebbero scrivere tante parole a commento di questa vicenda ma Papa Francesco ci ha persuasi a utilizzare il solo paradigma della fraternità. Ciascuno deve chiedersi se Abou è stato trattato come il fratello del medico, del ministro, del capitano della nave, mio.

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Tonio Dell’Olio in “www.mosaicodipace.it”

sabato 3 ottobre 2020

PER LE ARMI I SOLDI CI SONO SEMPRE!

 Il Recovery fund, che in tutto il resto d'Europa si chiama molto più opportunamente Next generation EU, in qualche modo è lo specchio della società che vogliamo costruire. In questi giorni vengono resi noti i capitoli di spesa che i vari ministeri propongono per comporre il progetto complessivo da presentare all'Unione Europea. I progetti presentati sono 557 per un totale di 667 miliardi (l'Europa ce ne darebbe 209!). Tra le pieghe delle proposte del Ministero dello sviluppo economico e di quello della Difesa, si nascondono incentivi consistenti per l'acquisto di armamenti nuovi e costosi e per finanziamenti all'industria bellica. In pratica il MISE chiede 12,5 miliardi per efficientare in senso ecologico i sistema d'armi di esercito, aeronautica e marina e di aumentare le quote destinate a ricerca e innovazione nel settore. Particolarmente inquietante è l'introduzione dell'intelligenza artificiale che si traduce nei temibili killer robots. Altri 15 miliardi per le armi li chiede il Ministero della Difesa. "Con 12,5 miliardi, pari al costo per l'impiego annuale di circa 300mila insegnanti, - fa notare la portavoce di Greenpeace - potremmo finalmente risolvere alcuni dei problemi più urgenti della scuola italiana. Ma per il nostro Governo la priorità è produrre elicotteri e aerei di attacco". È inquietante che un progetto proposto ai Paesi europei più colpiti dalla pandemia perché possano programmare e sostenere la vita delle "prossime generazioni" sia orientato alla guerra invece che alla "svolta green", alle politiche sociali, alla cultura e alla difesa dalle future possibili minacce alla salute.

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 Tonio Dell’Olio in “www.mosaicodipace.it” 

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