venerdì 30 dicembre 2011

INDIGNATI CATTOLICI

SARA' UNA PAROLA DI MODA E A VOLTE USATA UN PO' FUORILUOGO,MA DI FRONTE AGLI EVENTI,ALLE NOTIZIE,ALLE VERITA' CHE ARRIVANO DAL MONDO CATTOLICO E ,IN PARTICOLARE,DAI VERTICI DELLA CHIESA,E' ABBASTANZA IMPOSSIBILE NON "INDIGNARSI",CIOE' PROVARE QUELLA INDIGNAZIONE,QUELLA RABBIA CHE TI FA DIRE:<<CANCELLATE IL MIO NOME DAL REGISTRO DEI BATTEZZATI E RISCRIVETELO NEL DIARIO DI COLORO CHE HANNO ACCOLTO LA BUONA NOVELLA NELLA SUA PRIMITIVA ORIGINALITA'!!>>.
LEGGO SEMPRE CON MOLTO INTERESSE GLI ARTICOLI CHE VENGONO PUBBLICATI SUL SITO "VINO NUOVO".
LA SETTIMANA SCORSA E' APPARSA UNA RIFLESSIONE DI ROBERTO BERETTA PROPRIO SU QUESTO TEMA DELL'INDIGNAZIONE DEI CATTOLICI.
HO PENSATO DI RIPORTARLO,MA MI PERMETTO ANCHE DI AGGIUNGERE, CHE E' ORA DI TIRAR FUORI LA VERA ESSENZA DEL CRISTIANESIMO,SECONDO L'UNICO INSEGNAMENTO DEL MAESTRO:<<[...]E' GIUNTO IL MOMENTO,ED E' QUESTO,IN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITA';PERCHE' IL PADRE CERCA TALI ADORATORI.DIO E' SPIRITO,E QUELLO CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITA'[...]>>(GV4,23-24).

15/12/2011
Gli indignati cattolici
Roberto Beretta
Tra sempre più italiani serpeggia una convinzione infamante che finora era stata riservata ai soli politici: «Sono tutti uguali»; adesso viene applicata pure alla Chiesa
Quanti sono non lo sapremo mai, perché loro non usano scendere in piazza. Non organizzano manifestazioni e men che meno fanno scioperi. Non sono stati abituati a reagire in modi clamorosi, anzi si ostinano a credere che il loro silenzio faccia parte del sacrificio che può salvare il mondo. Tacciono non per paura, ma perché amano troppo l'oggetto del loro sconforto: come succede alle madri con un figlio discolo. Tacciono anche perché non sanno bene che cosa fare.
Ma quanti saranno oggi, in Italia, gli «indignati» cattolici? Quelli che l'altra sera, vedendo la Gabanelli in tv mentre snocciolava la litania dei misfatti del San Raffaele & company (prostituzione minorile compresa), si sono coperti gli occhi per lo sconforto? Quelli che non approvano gli attacchi sull'Ici alla Chiesa, ma sanno che tanti enti ecclesiastici ormai giocano alle scatole cinesi tra fondazioni e società di comodo solo per pagare meno tasse possibili? Quelli che osservano sedicenti cattolici, membri di movimenti che dovrebbero essere esemplari, scalare senza alcuna remora morale le piramidi del potere e del lusso, aiutando gli «amici» e schiacciando sotto i piedi i diritti degli altri? Quelli che constatano come chi tra i cattolici avrebbe i mezzi per parlare e magari denunciare ciò che c'è di inaccettabile in questi modi di fare, invece organizza campagne solo quando vengono toccati i vantaggi acquisiti dalla Chiesa? Quelli che da anni subiscono l'ondata di ritorno degli scandali finanziari che regolarmente travolgono faccendieri cattolici (se non addirittura ecclesiastici), eppure devono prendere atto che non cambia quasi niente nel modo disinvolto con cui troppo potere clericale fa uso dei soldi?
Pedoflia, denaro, politica... Ho motivo di credere che i «cattolici indignati» siano davvero tanti, anche se non scendono in piazza, anche se non gridano, anche se non si contano mai. E sono indignati non tanto perché non sappiano che nel mondo - e anche nella Chiesa - il peccato esiste, e sempre esisterà: non hanno nulla, in sé, contro i peccatori, sono anzi ben disposti persino a perdonarli. No; essi sono tristemente indignati perché vedono che la Chiesa stessa appare rassegnata a quest'andazzo e non dimostra alcuna ribellione, alcuna voglia di riscatto: né più né meno della società civile di fronte agli scandali (morali e no) che la percorrono. Dov'è allora la «differenza» cristiana? Dov'è il di più di coerenza e di speranza che i cattolici dovrebbero immettere nel corpo sociale tutto? Non c'è, non si vede. Dall'alto non provengono segnali in controtendenza, se non rarissimi; le parole sono troppo spesso scontate, i pochi buoni esempi non riescono a bucare nessuno schermo. E persino il silenzio doloroso di tantissimi «indignati» rischia di essere confuso con la passività o l'indifferenza dei più.
Ma se la Chiesa non avrà il coraggio e l'intelligenza di ascoltare questa tacita indignazione che monta dal basso, e che pure ormai preme alle porte, penso che mancherà un'occasione storica e assai concreta di evangelizzazione nel nostro Paese. Non aspetti che si firmino petizioni o s'organizzino cortei sotto le finestre degli arcivescovadi: lei stessa non ha educato i suoi membri ad agire in questo modo. Deve però ugualmente sapere che il malessere esiste e genera una delusione che può essere mortale, perché ci sono ferite che non si rimarginano: come quando un figlio sta male e corre dai genitori, ma trova la porta chiusa.
Tra sempre più italiani serpeggia una convinzione infamante che finora era stata riservata ai soli politici: «Sono tutti uguali»; ebbene, adesso viene applicata pure alla Chiesa e a tanti suoi uomini pubblici. Il problema è che anche noi credenti - tra attacchi anticlericali da una parte e difese corporativamente acritiche dall'altra - non possediamo gli strumenti per giudicare caso per caso. E, di fronte al dilagare sempre maggiore e documentato degli scandali, siamo tentati di perdere la fiducia: se ci hanno nascosto questo, e quest'altro, e quell'altro ancora, allora significa che sono tutti marci... Una volta si giungeva al «Dio sì, Chiesa no» per ideologia; oggi si potrebbe arrivarci per indignazione, e magari andare anche oltre. Il partito degli «indignati cattolici» affolla invisibilmente i sagrati di tutt'Italia: qualcuno ascolterà la sua voce muta?

domenica 25 dicembre 2011

BUON NATALE!!

C'è un motivetto musicale,diventato poi l'inizio di uno spot televisivo,che dice:-Anche quest'anno è Natale...!-
Sì.
Ci siamo.
Nonostante tutto anche quest'anno è arrivato quel giorno tra il fiabesco e il fantastico che si chiama "NATALE"!!!!
Me lo ha ricordato anche mia moglie che,svegliatasi in questa mattina della vigilia,mi spara subito una di quelle domande che,forse,non appartengono più all'uomo moderno:
-Con quali emozioni,sentimenti,reazioni interiori,tu affronti il Natale?-.
E la mia risposta,quasi immediata,è stata di una profondità eccezionale:-Boh!...Non ho risposta!!-.
Forse che esiste ancora qualcuno che è capace di affrontare questa bellissima giornata con una preparazione emozionale,fatta di interiorità e di riflessione??
Senza addentrarci nelle problematiche consumistiche o esteriori o di facciata,provo ad interrogarmi:
-Ma qual è il senso del Natale?-.O meglio ancora:-Che cos'è e che cosa ha il Natale?-.
Certamente è l'intersecarsi di aspetti religiosi(è la nascita del Dio-bambino che purifica l'uomo dal suo peccato per riammetterlo al rapporto con Dio) con aspetti consumistico-sociali(è l'acquisto di beni da offrire e da consumare con chi si ama),ma anche l'attesa della realizzazione di quei bisogni umani, inscritti nel cuore di "ogni uomo di buona volontà".
Tutti ci auguriamo che il giorno di Natale sia un giorno di pace,un giorno in cui i "tam tam" di guerra tacciano,un giorno in cui alla mia porta venga a bussare quella persona con cui avevo condiviso il mondo e che le scelte della vita hanno allontanato,un giorno in cui qualcosa davvero cambia nella mia vita e nel mio vissuto,...
Si legge nel Vangelo di Luca.
-C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.Un angelo del Signore si presentò davanti a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,ma l'angelo disse loro:<<Non temete,ecco io vi annunzio
una grande gioia,che sarà di tutto il popolo:oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore,che è il Cristo Signore.Questo per voi il
segno:troverete un bambino avvolto in fasce,che giace in una mangiatoia>>....Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e
il bambino,che giaceva nella mangiatoia.... I pastori poi se ne tornarono,glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto,com'era stato detto loro- (Lc2,8-12.16.20).
Ho pensato molte volte a quei pastori che, in quella notte come tante altre, furono sconvolti da una luce divina.
Cosa conoscevano della storia della salvezza? Avevano letto i testi sacri della loro religione? Erano presenti il sabato in sinagoga quando i ministri del culto spiegavano la Parola di Dio?
Nei Vangeli tutto ciò non è scritto,ma non ci vuole molto a capire che erano uomini ricolmi della nostra stessa umanità,fatta di dubbi,di incertezze,di speranze,di attese,di tensioni verso un futuro migliore,...
Una normalità che viene sconvolta da un evento straordinario,ma che rimanda alla quotidianità di ciascuno,alla propria vita di uomini e di padri che affidano le loro attese,le loro speranze in un mondo futuro,alla banale eccezionalità della nascita della vita.
Ecco perché il Natale si carica ogni anno di entusiasmo,di gioia,di speranza,....di vita.
Perché l'eccezionale che è in noi,che è nato in noi e da noi,dà forma e senso al nostro futuro.
Il Natale è lo straordinario perché noi lo siamo,con la nostra esistenza,con la nostra esperienza,con il nostro lavoro,con il nostro entusiasmo,con la nostra capacità di costruire il futuro dei nostri figli,con il nostro amore di mariti e mogli,...
E' così che allora voglio vivere il mio Natale:voglio emozionarmi di fronte a quello straordinario che è il mio quotidiano incontro con chi dà senso alla mia vita;voglio accorgermi che una luce sfolgorante accende il mio futuro se lascio lo spazio che gli compete per natura a quell'amore che è la mia vita;....per tornare a glorificare e lodare Dio che continua a relazionarsi a me con gesti straordinari che si completano nella quotidianità del mio esistere.
BUON NATALE A TUTTI,O MEGLIO, BUONA VITA A CIASCUNO!!!
AGOSTINO.

giovedì 22 dicembre 2011

VERITA' PER EMANUELA ORLANDI:FIRMA L'APPELLO!!!

Tempo fa Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha lanciato un appello al Papa per fare luce sulla misteriosa scomparsa della sorella. In un appello di cui è primo firmatario si rivolge a Benedetto XVI per chiedere il suo aiuto:"Sua Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta l'ingiustizia più grande, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti all'accertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sull'accaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a un'attesa perenne."
Dopo questo appello la petizione è arrivata, ora, a 30.000 firme.Durante la trasmissione Chi l'ha visto?, Pietro Orlandi ha ribadito la sua ferma volontà di scoprire la verità sulle sorti della sorella e la conduttrice, Federica Sciarelli, ha promesso che, se la petizione arriverà a 50.000 firme, darà il permesso a Pietro di parlare in trasmissione senza censura per cinque minuti, dato che il giovane ha molte cose da dire al proposito (che, evidentemente, potrebbero essere sgradite a qualcuno).

Per aderire all'appello, basta inviare una mail all'indirizzo:
petizione.emanuela@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
precisando: "Aderisco alla petizione a papa Benedetto XVI per la verità su Emanuela Orlandi"
e specificando: NOME E COGNONE, INDIRIZZO E CITTA' DI RESIDENZA, NUMERO DI TELEFONO E PROFESSIONE
Si può aderire anche al gruppo facebook:
petizione.emanuela@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. – Gruppo ufficiale fondato da Pietro Orlandi

martedì 20 dicembre 2011

PROPOSTE

HO TROVATO MOLTO INTERESSANTI E STIMOLANTI LE OSSERVAZIONI  CHE DON FRANCO BARBERO,ATRAVERSO IL SUO BLOG,OFFRE ALLE COMUNITA' DI BASE DEL PIEMONTE.
IN UNA CHIESA DOVE L'UNICO OBBIETTIVO E' QUELLO DI DIFENDERSI,TIMOROSA DI PERDERE I SUOI "UNICI E PROFONDI TESORI DOGMATICI E SACRAMENTALI",E' DAVVERO SCONVOLGENTE SCOPRIRE CHE IL RINNOVAMENTO E L'AMORE PER ESSA,PASSANO ATTRAVERSO CHI E' MESSO AI MARGINI PERCHE',SECONDO LORO,NON CAUSI DANNI PEGGIORI....!!!!!!
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Siccome a fine aprile le comunità cristiane di base del Piemonte avranno il compito di animare una commissione sui “nuovi fermenti …”, voglio segnalare alcuni nodi o temi che, a mio avviso, potrebbero favorire un utile approfondimento per noi.
    Meglio ancora se riuscissimo, data la portata di questi temi, a farli diventare occasione di un confronto con altre realtà ecclesiali.

·     Un esempio. Anche l’attuale  scarsissima e subito ritrattata“disponibilità” a discutere sul pagamento dell’ICI da parte della gerarchia, potrebbe sfociare in un confronto allargato su “Chiesa, Denaro, Vangelo” che ora trova profonda sintonia con ampie aree delle comunità cattoliche.
    Perché non concordare un incontro regionale su questo tema così aggregante per tante parrocchie, associazioni, comunità e singole persone?
    Perché non cercare di individuare proposte precise da presentare nelle nostre realtà della chiesa locale?

·     Mentre la chiesa ufficiale sembra rinchiudersi ulteriormente per custodire i suoi “tesori dogmatici” e “sacramentali”, mi sembra che la lettura storica, critica, personale e comunitaria della Bibbia sia una delle vie maestre per una fede adulta e responsabile, non dipendente dalle istanze gerarchiche.
    Perché non trovare un’occasione qualificata e condivisa con altre esperienze per un convegno su “Lettura nelle Scritture e libertà nella società e nella chiesa?”
    Come le Scritture diventano Parola di Dio e sorgente di libertà? Le nostre esperienze possono dirci qualcosa al riguardo e come possiamo proseguirle e approfondirle nel confronto con altri percorsi?

·     Un convegno nazionale sul Gesù storico potrebbe servire sia a rivisitare il nostro percorso di ricerca ormai più che trentennale sul tema, sia a riconoscere limiti, ambiguità e nuovi apporti, sia a verificare quale riscontro esistenziale tale ricerca ha prodotto, cioè il suo “significato” per il nostro cammino di fede oggi.
    Nello stesso tempo, tranne pochissime eccezioni, il protestantesimo italiano in tutte le sue espressioni, così ricche e stimolanti, fa blocco con le gerarchie cattoliche nella difesa ad oltranza del dogma cristologico – trinitario, nodo decisivo rispetto al pluralismo religioso. Ciò diventa sempre più evidente e problematico mentre in Italia le pubblicazioni al riguardo sono abbondantissime e pregevoli anche sul terreno specifico della ricerca scientifica. Si configurano ormai due “binari” cristologici, ma sul piano della predicazione e della catechesi cattolicesimo ufficiale e protestantesimo non prendono nemmeno in considerazione le nuove (si fa per dire!) riletture cristologiche e di storia del dogma.
    Ci si offre una ghiotta e indigesta occasione di ecumenismo che può aprirci a reciproci arricchimenti.
    Si tratta anche di riprendere una riflessione più rigorosa rispetto alle confusioni in atto tra tradizione e tradizionalismo.

·     E in questi anni in cui abbiamo riflettuto e operato per una società e una chiesa più laiche, non potrebbe essere utile una riflessione sulle categorie e la realtà del “sacro”?
    Non c’è da qualche parte, potremmo dire, un “nucleo sacro o di sacralità” da riconoscere o addirittura da proteggere? Basta desacralizzare?
    Il “sacro” può, in alcune culture e in alcune accezioni, costituire un affidabile compagno di viaggio nel riconoscere e vivere in modo liberante e costruttivo il “senso del mistero”?
    Una cultura senza “mistero - i” non rischia un nuovo appiattimento dogmatico?

·     Insomma, mentre sono alle ultime stazioni del piccolo treno della mia vita, ho ancora tanta “voglia di viaggiare” ed esplorare nuovi paesaggi. Anche perché penso che, per il cristianesimo, il bello debba ancora venire. E sarà un bene per l’umanità.
                                Franco Barbero

venerdì 16 dicembre 2011

MONS.BAGNASCO DA DON SEPPIA

MI PERMETTO DI RIPORTARE UN OTTIMO ARTICOLO DI DON FARINELLI SU DI UN FATTO CHE MI AVEVA MOLTO COLPITO(GLI ABUSI DI DON SEPPIA) E CHE AVEVO COMMENTATO CON UN'ACCUSA A CHI LO AVEVA LASCIATO SGUAZZARE NEL LIQUAME INFAMANTE E DEPRIMENTE DI UNA SESSUALITA' CONFUSA E MALSANA.

Bagnasco da Seppia, un gesto da vescovo.
Il cardinale Bagnasco Angelo, domenica 11 dicembre 2011 ha immesso in servizio pastorale il nuovo parroco nella chiesa dello Spirito Santo a Genova, tristemente famosa perché il parroco precedente, don Riccardo Seppia, da 17 anni era solito abusare di minorenni e frequentare locali particolari, specialmente a Milano. Il giorno prima di consegnare alla comunità parrocchiale il nuovo parroco, don Giovanni Benvenuto, il cardinale è andato in carcere a trovare don Seppia. Nulla è trapelato dell’incontro. Immagino. Due uomini si incontrano, gli occhi dell’uno abbassati a terra e gli occhi dell’altro a cercarlo per un contatto che non sia formale. Hanno parlato, hanno fatto silenzio, hanno pregato.
Cosa sia avvenuto tra loro due non è lecito né supporlo né fantasticarlo. Sappiamo solo che l’incontro c’è stato e pare che sia stato per iniziativa del cardinale di Genova. Se così fosse, e non ho motivo per credere il contrario, non posso che plaudere all’iniziativa. In tutta questa storia torbida e criminale, finalmente un gesto vero di paternità verso un figlio che è stato lasciato solo, non educato affettivamente e divenuto tanto vuoto e tanto abietto da scaricare il peso della solitudine e del suo male di vivere su vittime innocenti, minori che alla fine hanno pagato e pagano con la loro esistenza il peso dell’immaturità di un adulto, di un prete, che avrebbe dovuto essere preso, fermato e curato in tempo.
La compassione per le vittime è la prima virtù da perseguire in questi tragici eventi, ma subito dopo viene anche quella per l’adulto colpevole che arrivò a quel punto perché non ha un contatto con se stesso, si è perso per strada, non ha saputo prendere coscienza della sua sessualità che ha nascosto non solo dietro una doppia vita, ma dietro il paravento dei minori che ambiva con desiderio malsano. I  ragazzi-minori da una parte e l’adulto-minore dall’altra, che psicologicamente non si percepisce come maturo, ma si sente pienamente se stesso in mezzo ai bambini che usa per le sue cupidigie e che utilizza come metro della propria personalità. Un bambino-adulto in mezzo a bambini-bambini.
La visita del cardinale è un atto umano, e spero che abbiano potuto parlare di un eventuale intervento psicoanalitico per rendersi conto di quanto accaduto, prenderne coscienza e nella misura del possibile, riparare al danno e al male fatto. Poiché sono molto critico nei confronti del cardinale presidente della Cei e non posso essere tacciato di piaggeria, oggi, con la libertà che mi contraddistingue, senza interesse e per pura verità, posso e voglio dire: «Bravo, cardinale Bagnasco!». Mi auguro solo che questo fatto indica i vescovi a mettere mano, fin dalla radice, ai criteri di formazione nei seminari (quelli che restano), se vogliono uomini che siano preti e preti che siano uomini, anzi umani. Solo se saranno pienamente umani, troveranno anche la via maestra per arrivare a Dio. Parola di Scout!
dal FATTO QUOTIDIANO,don Farinelli.

martedì 25 ottobre 2011

 

Addio a don Enzo Mazzi prete ribelle dell'Isolotto

TESTIMONI. Contestò le gerarchie e fu rimosso dal vescovo di Firenze
 
Zoom Foto
Don Enzo Mazzi
È stato un simbolo, ma avrebbe voluto che la sua morte avvenisse lontano dai riflettori.
A sapere che era morto a 84 anni don Enzo Mazzi, il primo prete che aveva platealmente rotto con le gerarchie ecclesiastiche, sono state solo le persone a lui più vicine. Poi la notizia è dilagata oltre la rete fiorentina di affettuosa riservatezza. Un «prete contro», ma alla sua Comunità dell'Isolotto preferiscono chiamarlo «per»: per gli ultimi. Dagli anni Sessanta dava la sua testimonianza di fede in uno dei quartieri popolari e periferici di Firenze. Lo stesso impegno che ha mantenuto fino a quando, ormai molto malato le forze glielo hanno consentito.
Dopo che fu rimosso da parroco nel 1968 dal cardinale Ermenegildo Florit diceva messa sotto il sole o, quando pioveva, sotto le tettoie del mercato. Il braccio di ferro con le gerarchie ecclesiastiche cominciò con la lettera di solidarietà agli occupanti del duomo di Parma. Florit chiese di ritirare quella lettera ma la comunità dell'Isolotto si ribellò. Così il 4 dicembre 1968, tre giorni prima della clamorosa protesta degli studenti davanti alla Scala di Milano e poche settimane prima di un'analoga, ma sanguinosa manifestazione davanti alla Bussola di Viareggio, arrivò la rimozione da parroco. Seguirono manifestazioni di protesta e anche sfide plateali. «Quando venne un incaricato del vescovo a chiedermi le chiavi della chiesa», ricordava don Mazzi, «si trovò davanti a centinaia di persone che tirarono fuori dalle tasche le chiavi delle loro case. Fu un concerto di chiavi, un concerto meraviglioso». Ieri in centinaia l'hanno ricordato in piazza all'Isolotto. Giovedì sarà cremato.
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giovedì 14 luglio 2011

Con particolare commozione e affetto ho ricevuto, dopo anni di lunghi silenzi, una piccola lettera ma piena di testimonianza da parte di una carissima amica suora missionaria.
Mi permetto di pubblicarla perchè ho sempre visto in lei un segno di quella "nuova Chiesa che avanza" : BUON VIAGGIO CARISSIMA SUOR MARIA!!!
          

  Carissimi amici,
 
vi raggiungo con il ricordo della mia ultima partenza per l’Africa nel 2004…
  eccomi ora, dopo alcuni anni,  a riprendere il mio “zaino in spalla” 
  e rimettermi  in viaggio verso una nuova missione.
  E’ in Europa,ed esattamente a Drobeta Turnu Severin, una cittadina a sud della
  Romania, la nuova missione che noi Figlie del Sacro Cuore stiamo avviando con
  Il progetto di offrire il nostro servizio educativo nell’apertura di una scuola materna.
  Sono arrivata da pochi giorni e sono già alle prese con lo studio della lingua rumena.
  Mi rivedo un po’,come ai primi tempi della mia esperienza africana….
  certo la Romania non la posso paragonare all’ Africa, ma simili le modalità con cui ti inserisci in un nuova
  realtà: ti guardi attorno desiderosa di conoscere, capire, accogliere sguardi e sorrisi che ti
  manifestano la gioia di accoglierti!
  Mi attende un periodo intenso di ambientamento e di studio, tempo prezioso che mi permetterà di 
  poter dare il mio servizio con competenza
  Nel mese di ottobre sarò di ritorno a Bergamo, per alcuni giorni e spero di potervi incontrare e quindi
  raccontarvi a viva voce questa nuova avventura.
  Mi è cara l’occasione per ringraziarvi  di cuore per la fedeltà della vostra amicizia e solidarietà che non
  mi avete mai fatto mancare anche in questi anni.
  Un abbraccio con tanto affetto.  
  A presto.
  Sr. Maria
 
  Il mio indirizzo è il seguente:

  Figlie del Sacro Cuore di Gesù
  Str.Decebal n.40 Blok A2 – AP 44
  220103 DROBETA TURNU SEVERIN
  ROMANIA
  Telefono: 0040.252.313037







sabato 25 giugno 2011

CHIESA DI DIO PER GLI UOMINI O ... CHIESA DI UOMINI PER DIO ??
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Mi ritengo un buon lettore di quotidiani,soprattutto quelli locali,ma non ho molto l'abitudine di soffermarmi su quelle pagine che raccolgono le lettere dei lettori.
E'un peccato! Dovrò imparare a non tralasciare queste pagine, perchè il più delle volte racchiudono riflessioni sulla realtà meno espressa e più vissuta ...
E così, questa settimana, mi sono imbattuto in una di queste lettere (che riporto in calce!!) su uno dei problemi più urgenti, ma anche il più sottaciuto: si chiude una comunità parrocchiale!!!
Ma come?? La Chiesa cattolica locale, che dovrebbe identificarsi nel proprio ministero evangelico, cioè nel proprio essere "BUONA NOVELLA" per l'uomo contemperaneo ... Proprio LEI chiude bottega???  E, si dà il caso, proprio con una decisione capace di infrangere il cuore di chi l'ha presa.
Ma chi l'ha presa questa decisione? E su quali basi? E, con chi, l'ha analizzata e vissuta?...
Che una "pecorella" di questa comunità ecclesiale si metta a scrivere ad un giornale, per chiedere delucidazioni in merito, mi sembra un fatto estremamente grave: dov'è finita la "ECCLESIA"? In essa qual è il ruolo del "popolo di Dio"?
La redazione risponde, dicendo, che è il momento di far emergere il laicato: certamente! ... Dopo avergli fatto trovare la porta dell'ovile chiusa!!!
Non si possono affidare compiti ad un laicato che non è mai stato fatto crescere e di cui non ci si è mai fidati!
Come potranno vivere il loro essere Chiesa quando sono stati relegati per anni a ruoli di "paggetti di corte"?
E quei momenti,definiti importantissimi,di condivisione ecclesiale,quali il Consiglio Pastorale Parrocchiale o il Consiglio Vicariale,a cosa servono? Oppure tutti quei numerosissimi incontri formativo-catechistici? Oppure quei bellissimi incontri di "agape fraterna"? ...
MI CHIEDO: CHE COS'E' LA CHIESA?  DA CHI E' FORMATA?  SU QUALI FONDAMENTA CRESCE E SI SVILUPPA?
Nel Vangelo di Giovanni leggo: - Non voi avete eletto me,ma io ho eletto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga,affinchè qualsiasi cosa chiediate al Padre nel mio nome ve la dia. - (Gv15,16), e più avanti leggo ancora: - Questo vi ho detto perchè abbiate pace in me.In questo mondo avete da soffrire;ma abbiate coraggio:io ho vinto il mondo - (Gv16,33).
Non conosco la situazione di questa comunità cristiana della provincia di Bergamo e non voglio giudicare la presa di posizione dell'Ordinario,
ma se il messaggio fondamentale è : - Ed ecco:io sono con voi tutti i giorni,sino alla fine del mondo - (Mt28,20b), non è possibile che alcuni cristiani si sentano abbandonati o trattati come un'azienda che subisce una serie di tagli a causa dell'incapacità del datore di lavoro di trovare ... Operai ... Disposti a lavorare nella sua vigna!!!!
AGOSTINO, PRETE SPOSATO.

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Spettabile redazione,
apprendiamo dal vostro giornale la spiacevole decisione della curia di «spostare» (diciamo così), sia il parroco che il curato della nostra parrocchia sita in Zingonia. Per noi comunità una doccia fredda, basiti,attoniti ed increduli per l’accaduto,non riusciamo a capacitarci
della decisione presa dalla curia di Bergamo, sulla base di cosa? Di numero di abitanti? Di cattolici frequentanti? Di entrata economica?
Nessuno ha chiesto alla comunità,nessun comunicato al consiglio pastorale, nessuna informazione in merito. Un solo,lancinante taglio netto a tutto ciò che in 10 anni, questi preti fantastici hanno costruito. La parrocchia è una parrocchia, viva,allegra, piena di bambini e giovani, e tornata a vivere grazie ai preti che «insieme» alla comunità hanno cooperato perché ciò potesse avvenire, in un paese dove l’integrazione, la
collaborazione era fondamentale per tutti noi. Nessuno ai piani alti della diocesi si è soffermato a pensare che forse la decisione presa era la peggiore in assoluto. Questo porterà ad una spersonalizzazione di una comunità, già ampiamente sofferente per altre problematiche
territoriali. Per noi, per i nostri ragazzi, per gli anziani era un punto di riferimento importantissimo;loro, i nostri preti, soprattutto per i giovani così restii a frequentare oratori e Messe, erano e sono a tutt’oggi importanti, fondamentali.
Sul vostro giornale si leggono solo fatti di cronaca su Zingonia,ma Zingonia non è solo cronaca, ma un paese, una comunità multietnica, unita,compatta e che non vuole far morire la propria identità.
M. CRISTINA FONTANELLA
una catechista, giovane donna e credente


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Abbiamo fatto qualche telefonata per mettere insieme alcuni elementi di una risposta a una lettera che, ci pare, è dettata soltanto dalla passione per la Chiesa e per i problemi che la agitano.
Prima osservazione che ci è stata formulata. Queste decisioni non sono mai frutto di puro calcolo, sul numero dei cattolici o, peggio, sulle economie di una comunità, ma nascono da un insieme di valutazioni spesso molto varie. Del tipo: l’appartenenza allo stesso comune di una parrocchia vicina, l’omogeneità del territorio,le possibilità di collaborazione,le collaborazioni già in atto...
Seconda osservazione. La situazione della nostra diocesi in cui tutte le comunità, anche le più piccole, avevano un loro sacerdote è completamente cambiata. Ogni anno i sacerdoti in servizio diminuiscono,soprattutto i giovani. È necessario mettere in atto forme varie di collaborazione, forme nuove di presenza del sacerdote,forme sempre più significative di coinvolgimento dei laici. Minor presenza di preti
dovrebbe significare più comunità.
Ultima osservazione. Ci è stato assicurato che le decisioni sono dolorose per chi le subisce ma anche e soprattutto per chi le deve prendere. I superiori non sono degli impresari che tagliano il personale, ma «pastori» che, avendo presenti le esigenze di tutta la diocesi,cercano di dosare le decisioni in modo che il «male» di oggi possa diventare il bene di domanie la rinuncia di qualcuno possa essere un bene per la
Chiesa intera.
Non ci sono state fornite specifiche considerazioni su Zingonia e le persone interessate.
Anche Zingonia è un riflesso locale di un problema generale che sta toccando tutti, in maniera diretta o indiretta.
(da L'ECO DI BERGAMO,22-06-2011: LE LETTERE)
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domenica 5 giugno 2011

"A TUTTI GLI SPOSI DI CANA...CHE L'ACQUA DELLA LORO NATURA POSSA MUTARSI IN VINO NUOVO!"

Quando si ricevono tanti “regali”, belli e preziosi, l’imperativo è quello di
ringraziare e contraccambiare! Chi? Il Buon Dio, che è Amore Trinitario? Noi
stessi, che da oltre ventisei anni non ci siamo mai persi di vista?

Intanto, riscopriamo e riconfermiamo, in noi, come l’Amore sia un sentimento,
complesso e semplice, e per questo tanto raro e vitale. Esistono numerosi modi
per dirSi: «Ti Amo», o, come siamo soliti sostenere: «Per Dare e Avere Amore» …

In un rapporto d’Amore è importante la Fiducia, che si ottiene grazie al
dialogo con l’Amato, all’incontro in cui ciascuno cerca nell’altro la
comprensione, l’accettazione, la complicità, il riconoscimento semplicemente
per quello che è. Grazie ad entrambi, questo aspetto continua ad arrivarci …

In un rapporto d’Amore è importante la Parità, che non significa mancanza di
differenza! Infatti, ognuno di noi due è unico e irripetibile! Per fortuna!
Tuttavia, ci siamo già sorpresi a riflettere come la nostra armonia non dipenda
tanto dai nostri caratteri uguali (abbiamo molto in comune, ma ci ritroviamo
spesso agli “antipodi”! Che meraviglia!), quanto dallo sforzo, consapevole e
intelligente, di smussare quegli angoli diversi o, meglio ancora, di accettare,
perché complementari, gusti, interessi, opinioni differenti …

In un rapporto d’Amore è importante la Comunicazione, che è l’arte di parlarsi
con chiarezza, di ascoltare l’altro ed essere sicuri di aver capito bene.
In ciascuno di noi due, abbiamo sempre trovato un buon ascoltatore e un parlatore
sensibile, capace di sorprenderci e, nei momenti cruciali, di anticiparci!

In un rapporto d’Amore è importante, nella stessa misura, il Linguaggio dell’azione!
Grazie, perché, a distanza di anni, continuiamo a parlarci con sguardi,
sorrisi, abbracci, baci, coccole, risate, il contatto fisico costante e una
miriade di gesti e attenzioni. Quanti messaggi silenziosi da una semplice
stretta di mano o carezza …
Come è significativa e condizione irrinunciabile, del nostro vivere quotidiano,
una sana, ricca e consapevole sessualità: la comunione dei corpi è specchio di unità fra le anime! Aprire, chiudere e condurre un nuovo giorno, accompagnati dall’immutato desiderio dell’Altro, è
una gioia piena e incalcolabile …

In un rapporto d’Amore è importante la Sincerità, che non è mai costruire un
legame sull’ambivalenza o, peggio, sulla menzogna, sull’ambiguità, anche se a
fin di bene! Altrimenti, lo “scotto” da pagare potrebbe essere una fiducia,
incrinata irrimediabilmente da dubbi, sospetti, falsità!
Per questo motivo, ognuno di noi è infinitamente grato all’altro, quando c’è apertura e
disponibilità a condividere il “fardello” dei problemi quotidiani. È un sano e
corretto confronto che ci permette di dirci: «Io sono con Te!», «Io scelgo di
stare con Te!», «Io accolgo Te!», «Io amo Te!» ...

In un rapporto d’Amore è importante la Libertà, che è soprattutto Rispetto dell’Altro!
Amare l’Altro vuol dire anche non volerlo controllare, possedere, ingabbiare nei nostri schemi …
La decisione di stare “insieme” è l’unione di due mondi indipendenti e tanto ricchi nella loro essenza! Quindi Amare è volere che l’Altro sia se stesso fino in fondo, con o senza di noi,
per quanto doloroso questo sforzo possa risultare!
Siamo convinti che non si riuscirà mai a controllare interamente una persona, nonostante si possa purtroppo talvolta manipolarla fino ad ottenere quanto ci si è prefissati!
Paradossalmente, imprigionando gli altri, si imprigiona noi stessi!

Questi e altri “doni” ancora ci fanno rimanere dentro nel nostro viaggio d’Amore,
indissolubilmente uniti e indissolubilmente liberi nelle nostra sorprendente, unica e meravigliosa particolarità!
GRAZIE INFINITE o DIO che sei L’AMORE TRINITARIO!
GRAZIE INFINITE a NOI che abbiamo risposto alla chiamata del TUO AMORE TRINITARIO e non ci stanchiamo mai di trasformare le nostre miserie umane nel vino nuovo e zampillante del TUO AMORE!

Daniela felicemente sposa di Agostino (prete sposato)!

sabato 21 maggio 2011

AI DOTTORI DEL TEMPIO

Sono rimasto molto scosso per la vicenda di don Seppia,e, a distanza di qualche giorno dall'inizio di questa "sporca vicenda",vorrei esprimere
alcuni dei miei flash mentali che invadono in modo turbolento e caotico la mia zucca.
Un aiuto illuminante mi e' venuto dalla Parola di Dio e in particolare ho ritrovato una serie di indicazioni nel Cap.18 del Vangelo di Matteo.

 «[…] In quel tempo si avvicinarono a Gesù i discepoli per dirgli: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?» Egli, chiamato a sé un
fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno
dei cieli. Chi dunque si farà piccolo come questo fanciullo, questi sarà il più grande nel regno dei cieli. Se uno accoglie un solo fanciullo come
questo nel mio nome, accoglie me. Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al
collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare.
Guai al mondo per gli scandali! Infatti, se è inevitabile che avvengano scandali, guai però a quell’uomo per mezzo del quale avviene lo

scandalo.
Se la tua mano o il tuo piede ti è di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che con due mani

o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita
con un solo occhio, che essere gettato con due occhi nella Geenna del fuoco.
Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli, poiché vi dico che i loro angeli nei cieli contemplano continuamente il volto del Padre mio

che è nei cieli.
Infatti, il Figlio dell’uomo è venuto a trarre in salvo ciò che era perito.
Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di esse si smarrisce, non lascia le novantanove sui monti e va in cerca di quella smarrita?

E se gli capita di trovarla, in verità vi dico: si rallegrerà per essa più che delle altre novantanove che non si erano smarrite.
Proprio questo è il volere del Padre vostro che è nei cieli: che neanche uno di questi piccoli si perda.
Se il tuo fratello pecca, va’, riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai riacquistato il tuo fratello. Se invece non ti ascolterà, prendi con

te una o due persone, affinché sulla bocca di due testimoni si stabilisca ogni cosa. Se non ascolterà neppure loro, deferiscilo alla chiesa e se
neppure alla chiesa darà ascolto, sia egli per te come il pagano e il pubblicano […]»

Un uomo di Dio come don Seppia conoscerà questo testo e in questi giorni sarà sicuramente ossessionato da quei primi versetti del capitolo.
Io non posso e non voglio giudicare:sarà la giustizia italiana a far emergere colpe e colpevoli!
In questo momento però vorrei rivolgermi a "quel pastore":
caro Monsignor Vescovo Ordinario della Diocesi di Genova perchè non hai lasciato le tue 99 pecorelle,già belle accomodate e arricchite,per
andare in cerca di questa smarrita?
Perchè hai permesso che i "lupi" la sbranasssero e a sua volta l'abbruttissero al punto da trasformarla in un loro simile?  
Dove eri?
In che cosa eri affacendato?
E voi,suoi confratelli nel sacerdozio dove eravate? 
Che cosa vuol dire essere sacerdoti in Cristo? 
Non è forse stato anche lui,don Riccardo,unto con il Sacro Crisma? 
O il vostro è superiore o magari diverso dal suo?
Uno dei capisaldi della nostra fede cristiana è il perdono.
Ma ancor prima e a volte molto più semplice e coinvolgente è la "CORREZIONE FRATERNA".
Non c'è stato neppure un cristiano che abbia avuto,non dico il coraggio,ma l'accortezza,la delicatezza e l'amore per dire:-Non è questa la via
del comandamento dell'amore! Sei uscito di strada! Stai sbagliando!>??
Potrei raccontare storie di sacerdoti lasciati soli a perpetrare una colpa assurda,ma anche di preti persi nelle scelte del Popolo di Dio,dove la
libertà dei Figli di Dio è rimessa alla partecipazione e alle scelte dei cristiani seriamente impegnati nella comunità parrocchiale.
Mi sembra di rilevare da una parte tutta la povera umanità che regna nella vita di ognuno,dall'altra la tracotanza del fariseo che in prima fila
si bea di non essere come il pubblicano.
E allora,sempre illuminato dall "Parola" leggo nel Capitolo 5 del Vangelo di Matteo:


«[…] Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa si dovrà dare sapore ai cibi? A null’altro sarà più buono, se non
ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; una città posta su un monte non può restare nascosta.
Nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio; la si pone invece sul candelabro affinché faccia luce a tutti quelli che sono

nella casa.
Risplenda così la vostra luce davanti agli uomini, affinché, vedano le vostre buone opere, glorifichino il Padre vostro che è nei cieli […]»


Oggi,ancora più di ieri,orgoglioso e fiero della mia vocazione sacerdotale,arricchita dall'amore sponsale con colei che condivide il io
cammino umano e spirituale,INVITO TUTTI I FRATELLI NELLA FEDE AD AVERE LA POVERTA' E LA LIMPIDEZZA DELLE BEATITUDINI
EVANGELICHE NELLO SGUARDO,NELLA PAROLA E NELLE AZIONI

AGOSTINO.

venerdì 13 maggio 2011

votate gente!....votate gente!...

Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?
Fate girare questo messaggio!!!!
E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno
2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.
Il referendum avrá quattro quesiti, uno piú importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto molto stringata.  Per ogni approfondimento
andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia
Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dá  l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico? VOTA SI
Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da
un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica? VOTA SI
Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano? VOTA SI
Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non
comparire in udienza penale durante la loro carica? VOTA SI
Come per ogni referendum bisognerá raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrá  recarsi alle urne per
rendere il referendum valido.
La vera  unitá di noi tutti per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una forte risposta a leggi che remano contro di noi.
RICORDA: Condividi questo post con tutti i tuoi contatti, perché questa volta abbiamo la possibilitá  di salvare il paese, gira la mail a tutti i
tuoi contatti.
Pubblicizziamo questi argomenti:
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perché non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone!
Il referendum non sará pubblicizzato in TV.
I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sara' un referendum da votare il 12 giugno.
QUINDI : I cittadini, non andranno a votare il referendum!
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!!

lunedì 25 aprile 2011

ASPETTANDO UN AMICO....

CARISSIMO DON FRANCO,
LA SUA RISPOSTA CI HA RIEMPITO IL CUORE DI GIOIA!
E' CONFORTANTE SENTIRSI PARTE ATTIVA DI QUESTA "ECCLESIA SPIRITUALIS" E
RICEVERE DA CHI, COME LEI,NE E' IL PORTAVOCE CORAGGIOSO,UNO SPRONE A CONTINUARE
QUESTO VIAGGIO SEMPRE NUOVO,DENSO D'IMPREVISTI,DI CONTRADDIZIONI,DI PASSAGGI
PIU' O MENO IMPEGNATIVI CHE COMUNQUE AIUTANO A CRESCERE E CI RENDONO MIGLIORI
.
VERO,VERISSIMO,LE RISORSE NON CI MANCANO,SIAMO PERO' ALLA RICERCA DI UNO
SPAZIO DOVE IL CHICCO DI GRANO POSSA GERMOGLIARE,ANCHE SE A VOLTE PUO'
RISCHIARE DI SOFFOCARE A CAUSA DI UN TERRENO TROPPO ARIDO O SPINOSO.
CONTINUIAMO A SEGUIRLA A DISTANZA RAVVICINATA,A NUTRIRCI DEI SUOI SAGGI
CONSIGLI COME SI FA CON L'AMICO PIU' FRATERNO.......
COME NON PERDERE L'OCCASIONE DEL 5 GIUGNO,CARO DON FRANCO?
SE NON SCOMBUSSOLIAMO TROPPO I SUOI PIANI,CI PIACEREBBE INVITARLA A PRANZO O A
CENA A CASA NOSTRA PER CONOSCERCI MEGLIO E RACCONTARCI MEGLIO!
INTANTO,ASPETTANDO SUE INDICAZIONI,LE MANDIAMO L'INDIRIZZO DEL NOSTRO BLOG:
http://percontinuareilviaggio.blogspot.com/.
CON AFFETTO IMMENSO L'ABBRACCIAMO IN CRISTO RISORTO,
AGOSTINO E DANIELA.

CHI INCONTRA UN AMICO....

Carissimi Agostino e Daniela,

per grazia di Dio c'è ancora qualche irregolare in questa chiesa
normalizzata.

Vedo che non vi mancano le risorse interiori per coltivare una fede
viva nonostante la chiesa ufficiale. Esiste per fortuna quella
ecclesia spiritualis che vive nel cuore e nelle opere di tante donne e
di tanti uomini che hanno capito l'essenziale.

Sono vicino a Lodi domenica 5 giugno per il matrimonio di due donne che
tanto stimo e amo.

Vi abbraccio con tutto il cuore e spero che sentiate che forse ogni
irregolarità è una opportunità di crescita.

don Franco

domenica 17 aprile 2011

rispondo a Federico

AGOSTINO BONASSI BERGAMO 15/11/2010 23.48
Titolo:ulteriore proposta
HO LETTO CON MOLTO PIACERE E INTERESSE LA PROPOSTA DI FEDERICO BOLLETTIN,E MI SONO IMMEDIATAMENTE CHIESTO:PERCHE\' SOLO PER LA DIOCESI DI PADOVA?? QUANTI PRETI SPOSATI O INNAMORATI VIVONO QUESTE PROBLEMATICHE IN ITALIA??NON PENSATE CHE UN INCONTRO ALLARGATO MUOVA PIU\' POLVERE E OBBLIGHI LA CHIESA A PRENDERCI IN PIU\' SERIA CONSIDERAZIONE??PROVIAMO AD USCIRE DAGLI ARGINI DI QUEL CAMPANILISMO IN CUI SIAMO SPESSO RELEGATI E A LIBERARCI DA QUEGLI ARCAICI FONDAMENTI ECCLESIO-DOGMATICI!!
CIAO A TUTTI.
AGOSTINO BONASSI.

venerdì 15 aprile 2011

UNA PROPOSTA

Una proposta per la diocesi di Padova
di Federico Bollettin
La proposta: organizziamo un incontro

Un uomo che si innamora, o una donna che si innamora, non possono rappresentare una debolezza, nè un motivo di sofferenza per alcuno. Nemmeno se l'uomo in questione è anche prete. Così rispondo all'autore del comunicato stampa, che si firma "Diocesi di Padova", in merito alla decisione di don Romano Frigo, compagno di strada.
La comunità dei preti padovani che si innamorano e che credono nell'amore aumenta come un monito: esiste una realtà bella, ricca, complessa che non viene però ascoltata, accolta, interpellata. Minoranza lapidata con il giudizio, l'emarginazione, la pacca sulla spalla se ti mostri pentito, in un regime di ipocrisia e di ingiustizia.
La ributto come una proposta: perchè la Diocesi di Padova non organizza un incontro con tutti quei preti, o che si sono già sposati, o che stanno vivendo una relazione affettiva significativa, o che credono nell'opzione facoltativa del celibato? E soprattutto, perchè non ascoltare le donne e le comunità coinvolte?
Già alcuni tentativi di riunire i preti sposati della diocesi di Padova sono stati abortiti da un "non è opportuno", che rivela molta paura e poca profezia. Non si tratta di fare un referendum ecclesiale o di cambiare le norme della dottrina cattolica. I fatti parlano di una realtà presente, che si sta piano piano rivelando, e che domanda particolare interesse. E se fosse anche per il semplice gusto di sedersi insieme attorno ad un tavolo e ascoltare, con rispetto e assenza di giudizio, le testimonianze di preti e donne che amano e condividono la passione per il Regno di Dio... sarebbe già un grandissimo passo in avanti. Non è banale, perchè si evita di creare divisioni insanabili sulla base di regole disciplinari relative. Si offre un luogo e un'occasione di dialogo e di confronto serio. Non strutturato, lasciando spazio all'evento. Forse non verranno tutti, il timore di uscire allo scoperto è ancora forte, o forse si provocherà un ulteriore effetto a catena, non lo so. Ma il messaggio avrà una forza dirompente: Chiesa, casa di Dio per tutti, realmente, concretamente. E se ultimamente vi è un'attenzione particolare agli immigrati, anche le dichiarazioni del papa sull'accoglienza dei rom è significativa, non resta che aprire le braccia ai propri figli o vicini di casa. Come dire, è più facile accogliere e aiutare un individuo bisognoso, in quanto "inferiore", piuttosto che accettare il confronto alla pari con un tuo "simile". Se altri credono in questa proposta, si facciano sentire!

(pubblicato oggi su "Il Mattino di Padova")


Mercoledì 08 Settembre,2010 Ore: 14:24

mercoledì 13 aprile 2011

UN GRAZIE SPECIALE A DON FRANCO BARBERO

CARISSIMO DON FRANCO,
SIAMO UNA DI QUELLE COPPIE "SUPER-IRREGOLARI",DOVE PERO' QUESTA DIVERSITA'
DIVENTA UNA STUPENDA FORZA D'AMORE:UN AMORE LIMPIDO COME L'ACQUA DELLA "PISCINA
DEL TEMPIO" E INTENSO COME LA "FEDE DEL CIECO NATO".
UNA COPPIA CHE PER ABBEVERARSI ALL'ACQUA DELLA SALVEZZA,,DEVE OGNI DOMENICA
TIRARE I DADI PER CAPIRE IN QUALE "TEMPIO" POSSA ENTRARE.
E ALLA FINE SI ACCORGE CHE NON C'E' SOLUZIONE SE NON NELL'«AMA E FAI CIO' CHE
VUOI»,DI AGOSTINIANA MEMORIA.
E COSI' LE NOSTRE MEDITAZIONI SI SONO INCROCIATE CON LE SUE,CARO DON FRANCO,AL
PUNTO DA DIVENTARE UN'OCCASIONE PER LA NOSTRA "EUCARESTIA DOMENICALE".
MA,COME DICEVAMO SOPRA,L'AMORE NON SI NASCONDE,NE' VA RACCHIUSO IN UNO SCRIGNO
DORATO,PER CUI LA NOSTRA "EUCARESTIA DOMENICALE",AIUTATA DAL SUO INTERVENTO,
DEVE DIVENTARE PATRIMONIO DI QUANTI,NEL BENE O NEL MALE,RESPIRANO L'AMORE CHE
DA NOI TRASUDA.
GRAZIE PER IL SUO AIUTO E CI AUGURIAMO DI POTERLE,UN GIORNO,FAR RESPIRARE IL
NOSTRO AMORE CON UNA CONOSCENZA PIU' DIRETTA E PERSONALE.
ANCORA GRAZIE!
UN TRIPLICE BACIO E UN IMMENSO ABBRACCIO!
AGOSTINO E DANIELA DA MONTANASO LOMBARDO,LODI.

“Buon Compleanno Amore mio!”

13 Aprile 2011, Montanaso Lombardo

Amore infinito, bello, unico, speciale, inesauribile, misterioso, sconfinato …
Potrei continuare e ancora mi troverei a corto di parole per esprimere la “portata” e lo “spessore” di quanto, Tu Agostino, sei e conti per me!
Direi e aggiungerei altro, oltre, ancora … Ma, inevitabilmente, toccherei il limite umano dell’impossibilità di restituire e di rendere al tuo cuore, o mio Amato, quel meraviglioso Disegno, iniziato ben ventisei anni or sono, da uno “sguardo”, un semplice e fugace scambio di occhi che si sono posati su di me, sono entrati dentro e attraverso la mia essenza più intima e mi hanno fatta sentire, da subito, Amata, Protetta, a Casa, senza mai lasciarmi nelle tappe successive della vita.
Quella strada di Casa, dopo mille vicissitudini, l’abbiamo poi ritrovata entrambi e, come per prodigio, ci siamo risentiti “a Casa nostra”: ora, finalmente, siamo a Casa! Sì, ne sono certa, io sono a Casa e non più altrove, con una parte di me mancante, lacerata e, col tempo, cicatrizzata, che, tuttavia, sempre mi segnalava la fitta dolorosa di un’assenza, di un senso di vuoto e di incompletezza!
Sei l’Uomo della mia, lo Sposo dell’anima e del corpo, l’Altra metà del Cielo come direbbero gli Antichi, l’Anima Gemella secondo i Poeti o la “Costola di Adamo”, origine e significato del mio essere Donna, secondo la citazione biblica …
Tutto di te mi attira, mi edifica, mi rende migliore! La tua profondità spirituale, la tua formidabile intelligenza, la tua intatta bellezza … Nulla e nessuno ti hanno minimamente scalfito, niente ti ha abbruttito, anzi, le prove, anche quelle più pesanti, ti hanno rinvigorito e reso più bello, più giovane! Una giovinezza e una bellezza che resteranno eterne, perché frutto di un cammino e di una ricerca costanti che non sono di questo mondo, ma anelanti all’Assoluto e, quindi, stando alla tua convinzione personale e scelta vocazionale: «componenti di quella parte religiosa, spirituale, ma anche umana» che ti hanno reso sacerdote, fratello, sposo, uomo vero e autentico non soltanto con me, bensì con tutti i tuoi compagni di Viaggio.
Ogni giorno, scopro una novità del tuo essere e ne rimango incantata. In contemplazione, mi siedo ai tuoi piedi, ascolto, imparo e mi ritrovo cresciuta!
Grazie, grazie, grazie infinite, Amore mio, per quello che sei! Resta così, non cambiare neppure una virgola! Che Dio, che è Amore trinitario, i nostri Papà, con lo Zio Domenico, aggiunto alla schiera celeste, possano sempre dire un gran bene di Te, di Noi … Sono proprio fortunata, orgogliosa e super innamorata!
Auguri di Buon Compleanno e come vuole la tradizione: cento, mille, di questi giorni!
Con IMMENSO AMORE, la tua Pagnotta Daniela.

riflessione

PER LA NOSTRA RIFLESSIONE E PREGHIERA DOMENICALE E' RISULTATO MOLTO INTENSO QUESTO TESTO DI DON FRANCO BARBERO,GUIDA SPIRITUALE DELLA COMUNITA' "VIOTTOLI"-PINEROLO (TORINO)....SPERIAMO CHE POSSA ESSERE UN MOMENTO DI CRESCITA DI FEDE ANCHE PER VOI.
AGOSTINO E DANIELA
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GIOVANNI cap. 9,  vs. 1 - 41

[1]Passando vide un uomo cieco dalla nascita
[2]e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?".
[3]Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.
[4]Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.
[5]Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo".
[6]Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco
[7]e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
[...]
[13]Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:
[14]era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
[...]
[16]Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un peccatore compiere tali prodigi?". E c'era dissenso tra di loro.
[17]Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "E` un profeta!".
[...]
[26]Allora gli dissero di nuovo: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?".
[27]Rispose loro: "Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?".
[28]Allora lo insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè!
[29]Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia".
[30]Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
[...]
[32]Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.
[33]Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla".
[34]Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?". E lo cacciarono fuori.
[35]Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?".
[36]Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?".
[37]Gli disse Gesù: "Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui".
[38]Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi.
[...]



Ci troviamo in presenza di una pagina letteraralmente "drammatica", costruita con un'arte davvero raffinata. Leggendo si rimane coinvolti in questo intreccio in cui compaiono sul "palcoscenico" personaggi, tensioni, ostilità, squarci di luci e di ombre, parole di saggezza.
Tutto converge e ruota attorno all'incontro di questo "cieco fin dalla nascita" con Gesù. Tutto lo scritto è percorso da un fiume di emozioni e di sentimenti. Ovviamente occorre evitare una lettura magica e miracolistica.
COLORO CHE VEDONO E SANNO.......
Gesù tocca un tasto scottante: c'è sempre nella storia delle nostre tradizioni religiose chi crede di vedere, di sapere tutto, e distribuisce o ritira a suo piacimento la patente di cristiano agli altri.
Mi fanno paura quei cristiani che dicono e scrivono perentoriamente di un altro: "tu non  sei nel giusto" oppure "tu sei fuori dalla fede cristiana e dalla chiesa".
Sono persone che tagliano la verità come un pezzo di formaggio: loro hanno il coltello infallibile e vedono tutto con idee chiare e distinte. Sanno chi è dentro e chi è fuori dalla chiesa, in base a quali dogmi c'è la fede e in base a quali formulazioni si è nell'eresia.

UNO STRANO UFFICIO "PATENTI"
 La storia delle chiese cristiane è piena di queste persone che hanno in tasca la fotografia di Dio in triplice copia, che sanno con quali parole la fede va detta in tutto il mondo......
Che altri credenti possano esprimere la loro identica fede con parole e interpretazioni diverse è un pensiero estraneo alla loro cultura. Sotto un certo aspetto sono persone invidiabili perchè vivono al riparo da quella fatica storica quotidiana in cui siamo immersi noi comuni mortali che ogni giorno, privi di queste mappe infallibili, dobbiamo pregare, studiare, confrontarci per cercare di capire come "approssimarci" nel parlare di quel Dio che adoriamo e in cui riponiamo fiducia.
Il terreno da cui nasce lo spirito di scomunica è questa certezza (o presunzione) che qualcuno possegga la "cassetta delle verità".
Quando il nostro vedere si traduce in eccesso di luce, ne rimaniamo abbagliati. Quando identifichiamo le nostre idee teologiche con la verità di Dio e ci sediamo sul trono a distribuire patenti.....
ci mettiamo in una posizione che non può essere la nostra. E' meglio scendere di un gradino.
Dio è l'amore che ci avvolge tutti e, se ci affidiamo a Lui nella esistenza quotidiana, se cerchiamo di percorrere il sentiero di Gesù nell'amore e nella giustizia, i nostri occhi, possono illuminarsi.
 "LO CACCIARONO FUORI"
Ancora un altro particolare illuminante da questa parola evangelica.
Quando coloro che stanno ai margini, che nella società e nella chiesa sono silenziosi ed obbedienti, ad un certo punto cominciano a vedere e passano dalla religione ufficiale all'incontro vivo con Dio attraverso la scoperta del Gesù storico e del suo messaggio, allora scatta l'espulsione, la diffidenza.
I gerarchi vogliono che i credenti siano ciechi da accompagnare o che vedano con gli occhi dell'istituzione.
Ormai costui vede con i propri occhi e parla in libertà: vattene.
Storia di ieri e storia di oggi.
Ma, a ben pensare, è anche sorprendente constatare che questo "cieco nato" ora vedente mette nel sacco i suoi interlocutori con una dialettica ed una ironia davvero sopraffine. L'incontro con Gesù lo rende libero.
Pensiamo a ciò che succede nella nostra chiesa: i gerarchi, non avendo ragioni, o riducono all'obbedienza o buttano fuori.
Ma è proprio là, fuori dall'obbedienza, fuori dagli stretti recinti sacri, che oggi viene annunciato più fecondamente il messaggio di quel Dio che ama e libera.
Spesso essere cacciati dall'ufficialità apre le persone ad una testimonianza nuova.

Ti prego, o Dio.
Aiutaci a non presumere mai
di possedere la verità.
Guarisci le nostre cecità
e poi rendici audaci,
liberi e maturi dentro la nostra chiesa,
mettendo al primo posto
la testimonianza del Vangelo
nella nostra vita quotidiana.

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