mercoledì 27 settembre 2017

COME VINCERE LA SOLITUDINE

Una storia toccante quella che arriva dall'Argentina dove un uomo di 84 anni si è presentato in ospedale lamentando un forte mal di testa.Non c'è voluto però molto prima che i medici comprendessero che si trattasse solo di una scusa per trascorrere del tempo insieme a qualcuno. Oscar, infatti, si è recato lo scorso mercoledì al pronto soccorso dell’ospedale regionale Bahia Blanca perché soffriva di solitudine nel giorno del suo compleanno.
E così l'infermiera che si è occupata di lui, Gisel Rach, ha raccontato tutto su Facebook facendo commuovere il web: "Sapete qual è il suo vero malessere? Oggi compie 84 anni e non voleva restare da solo". Oscar, infatti, non ha figli e ha perso la moglie quattro anni fa. È l'ultimo dei suoi quattro fratelli ancora in vita."Abbiamo deciso di comprare un mini torta - ha scritto ancora l’infermiera - e una candelina a cui chiedere tre desideri. E, come si vede, abbiamo improvvisato dei palloncini con dei guanti. Il volto di quest’uomo con gli occhi pieni di lacrime ed emozione per una cosa così semplice non lo dimenticherò mai. Apprezziamo ciò che abbiamo e non quello che ci serve, se hai qualcuno che ti aspetta, qualcuno che ti chiama, che si preoccupa per te, che ti apprezza e ti ama, ti ama molto, prenditene cura perché tu sei un milionario e non te ne stai rendendo conto", ha concluso l'infermiera.
Da Il Giornale.it

lunedì 25 settembre 2017

L'ISIS...IN VATICANO...E ATTACCA PAPA BERGOGLIO!

Dopo una serie di annunci via tweet provenienti dai siti tradizionalisti, grazie alla rete di blog, siti e giornali online collegati alla fronda anti-Francesco, a mezzanotte del 23 settembre 2017 è stata pubblicata la preannunciata “correzione formale” a Papa Bergoglio per i presunti errori contenuti nell’esortazione post-sinodale Amoris laetitia.
Ma a sorpresa il documento, che secondo quanto affermato da chi l’ha pubblicato è stato consegnato a Francesco l’11 agosto, non contiene le firme di cardinali e nemmeno di vescovi in comunione con Roma. L’unica firma vescovile è quella del superiore della Fraternità San Pio X, Bernard Fellay.
La “correzione formale? presentata sotto forma di “correzione filiale?, firmata da 62 persone (40 sono i primi firmatari, gli altri si sono aggiunti più di recente) è stata resa nota all’unisono negli Stati Uniti dal sito ultra-tradizionalista Rorate caeli e in italiano dal blog di Sandro Magister, dalla Nuova Bussola Quotidiana diretta da Riccardo Cascioli e dal sito Corrispondenza Romana del professor Roberto De Mattei (quest’ultimo tra i firmatari).
Vi si afferma che «Per mezzo di parole, atti e omissioni e per mezzo di passaggi del documento “Amoris laetitia”, Vostra Santità ha sostenuto, in modo diretto o indiretto, le seguenti proposizioni false ed eretiche, propagate nella Chiesa tanto con il pubblico ufficio quanto con atto privato». Segue l’elenco delle presunte 7 false affermazioni che i firmatari deducono dalla loro interpretazione del documento papale e da altre affermazioni del Pontefice.
«1. Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave«.
«2. I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono ‘more uxorio’ con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità».
«3. Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione».
«4. Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza».
«5. La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio».
«6. I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite».
«7. Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi».
«Tutte queste proposizioni – concludono i firmatari – contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina… È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa. Nell’elencare queste sette proposizioni, non intendiamo offrire una lista esaustiva di tutte le eresie ed errori che ad una lettura obbiettiva di “Amoris laetitia”, secondo il suo senso naturale e ovvio, il lettore evidenzierebbe in quanto affermati, suggeriti o favoriti dal documento. Piuttosto ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni, ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime».

lunedì 18 settembre 2017

RITIENI DI ESSERE UN BUON CRISTIANO CATTOLICO?

Qualche settimana fa abbiamo assistito, all'interno di una certa Chiesa, ad una presa di posizione evangelica chiara e illuminante. Don Massimo Biancalani, sacerdote di Pistoia, ha ospitato nelle strutture della parrocchia un gruppo di migranti, alcuni dei quali clandestini, ed ha osato portarli anche in una piscina pubblica. Non è mancata una certa reazione. Un gruppo di chiara tendenza politica, tentò di presenziare alla messa celebrata da don Biancalani per “controllare la sua dottrina cattolica”, quasi a dire che l’attività di accogliere gli immigrati e di aiutarli non fosse un atto pienamente evangelico, quindi fuori dal messaggio cristiano... e sappiamo poi come andò a finire.
Ora. Mi viene da chiedermi:non c'è forse posto per gli uni nella Chiesa e non sarebbe meglio espellere gli altri?
E' S. Paolo che ci offre l’occasione per uscire da questa situazione: “non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare”. Questo mondo: è il mondo dell’arroganza, della violenza gratuita, della furbizia, dell’indolenza, del modo di vivere troppo spesso basato sull’ingiustizia.
S. Paolo, a chi vuol essere credente sul serio, invita a dissociarsi da questo tipo di mentalità, a reagire, altrimenti si corre il rischio di assuefarsi.
A questo proposito voglio ricordare un fatto accaduto qualche anno fa. In un paese della Pianura Padana morì un immigrato indiano clandestino, a causa del supersfruttamento lavorativo e per il caldo. Era alle dipendenze di un agricoltore che, forse, la domenica andava a messa come “buon cattolico”, ma di notte partecipava alle ronde illegali contro gli immigrati. Arrivò addirittura ad obbligare gli altri immigrati clandestini a trasportare il cadavere lontano, fuori dalla sua proprietà. Ci fu una denuncia per omicidio colposo e per utilizzo di manodopera irregolare e probabilmente ci fu anche una condanna.
Ma il fatto presenta anche un altro risvolto non meno grave. Una signora credente del posto volle far celebrare una messa di suffragio, ma nessun prete della zona fu presente: fu chiamato da fuori un altro sacerdote per celebrare la memoria di Cristo crocifisso e risorto.
Quel giorno i preti che, potendo, non parteciparono per non inimicarsi l’ambiente in cui vivevano ed operavano, è come se avessero perduto il diritto di celebrare l’Eucarestia. In quella situazione è prevalsa la “mentalità del secolo presente” da cui S. Paolo ci invita a dissociarci.
Come cittadini di uno Stato di diritto, come credenti nel Dio di Gesù Cristo che si è identificato con chi è povero ed escluso, non possiamo accettare che il comandamento dell’amore venga distrutto o monopolizzato per difendere una civiltà che pur chiamandosi credente, cristiana o cattolica, presenta drammaticamente un volto disumano e colpevole.
Il mondo che si considera civile e cristiano, ma che rifiuta immigrati, irregolari, poveri, considerandoli come stracci usati, come bubboni da estirpare in nome del turismo, del decoro della città, della sicurezza o di altre banalità, è il segno evidente di una società egoista e malata, un mondo senza futuro perché sta dimenticando di essere stato anch’esso affamato ed emigrante.

mercoledì 13 settembre 2017

DANIEL PENNAC

<<Se un uomo, una donna, un bambino soffrono e nessuno li soccorre, le sentiremo tutte. Tutte le scuse, tutte le giustificazioni, tutte le buone ragioni per non tendergli la mano. Quando si tratta di non aiutare qualcuno, si sente di tutto. A cominciare dal silenzio. Se quell’uomo, quella donna, quel bambino non sono soli a soffrire, se c’è una guerra alle nostre porte, se sono migliaia, decine, centinaia di migliaia, forse un milione a chiederci aiuto, non possiamo non parlarne. Il nostro silenzio sarebbe assordante.>>

martedì 12 settembre 2017

UN GENITORE SCRIVE AD UN INSEGNANTE IL 1° GIORNO DI SCUOLA

Qualcuno, probabilmente, rispolverando le sue reminiscenze storiche ricorda chi fu Abraham Lincoln: politico, avvocato statunitense e 16esimo presidente Usa. Ma la sua figura ha avuto un'importanza mondiale per aver finalmente scritto una legge che poneva fine alla schiavitù, ratificando il XIII emendamento della costituzione a stelle e strisce nel 1865. Quello che però non tutti conoscono è la sua vita privata, famigliare, di padre e marito. Provate a leggere questa lettera che Lincoln inviò all’insegnante di suo figlio il primo giorno di scuola. Dalla lettera emerge l’importanza data alla figura dell’insegnante e alla formazione, dove la scuola si eleva a guida fondamentale per un individuo. Di seguito, la lettera completa tratta da Orizzonte Scuola.

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“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio. Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri. Gli faccia però anche comprendere che per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure. Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici. Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio”. 
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Lettera di Abraham Lincoln all’insegnante di suo figlio, 1830

lunedì 11 settembre 2017

A. EINSTEIN


BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTI GLI STUDENTI, AI LORO INSEGNANTI E A QUANTI CONTRIBUIRANNO A RENDERE LA SCUOLA UN VIAGGIO INDIMENTICABILE!

La leggenda della farfalla blu narra di un uomo vissuto molti anni fa, rimasto vedovo e con due figlie di cui prendersi cura.
ragazza cuore farfalla
Le due bambine erano estremamente curiose, intelligenti e desiderose di imparare. Per saziare la loro fame di conoscenza, riempivano in continuazione il padre di domande. Talvolta egli dava loro risposte sagge, ma non sempre era facile convincere le due bambine o rispondere correttamente ai loro quesiti.
Notando l’inquietudine delle sue due figlie, l’uomo decise di mandarle in vacanza presso un saggio che viveva sull’alto di una collina, per convivere insieme ed imparare da lui. Il saggio si mostrò in grado di rispondere senza alcuna esitazione a qualsiasi quesito da parte delle due bambine.
Un giorno, però, le due sorelle decisero di architettare un’astuta trappola per il saggio per poter misurare la sua saggezza. Una notte, le due si misero ad ideare un piano: proporre al saggio una domanda alla quale egli non fosse in grado di rispondere.
– Come possiamo ingannare il saggio? Quale domanda potremmo fargli per coglierlo impreparato? – domandò la sorella minore.
– Aspettami qui, te lo mostro subito. – rispose la più grande.
La sorella maggiore discese la collina, e passata un’ora, tornò con il grembiulino chiuso a mo’ di sacco, nascondendo qualcosa.
– Cos’hai lì? – chiese la sorella piccola.
La sorella maggiore infilò una mano nel grembiule e mostrò alla bambina una splendida farfalla blu.
– Che meraviglia! Cos’hai intenzione di farne?
– Sarà questa l’arma che ci permetterà di ingannare il maestro con una domanda  a trabocchetto. Lo cercheremo e, una volta trovato, terrò la farfalla nascosta in una mano. Domanderò poi al saggio di dirmi se la farfalla che ho in mano sia viva o morta. Se egli mi dirà che è viva, stringerò forte la mano e la ucciderò. Se risponderà che è morta, la lascerò libera. Qualunque sia la sua risposta sarà dunque sempre errata.
Accogliendo la proposta della sorella maggiore, entrambe le bambine si misero alla ricerca del saggio.
– Saggio – disse la più grande – sapresti indicarci se la farfalla che ho tra le mani è viva o morta?
Al che il saggio, con uno scaltro sorriso, rispose: “Dipende da te, essa è nelle tue mani”.  


Il nostro presente e il nostro futuro sono unicamente nelle nostre mani. Quando qualcosa va storto, non bisogna dare la colpa a nessuno. Siamo sempre e solo noi gli unici responsabili di ogni nostra perdita e ogni nostra conquista.
La farfalla blu rappresenta la nostra vita. Sta a noi decidere cosa fare di essa.

sabato 9 settembre 2017

RICEVO DA UN'AMICA...A PROPOSITO DI VACCINI

C’è un vaccino che in Italia fanno in pochissimi bambini. Un vaccino che andrebbe somministrato per la prima volta a un anno e mezzo di vita. E da lì in poi tutti gli anni, a garantire una copertura stabile, almeno fino agli otto, nove anni d’età. Il vaccino previene un deficit importante. Un deficit che non andrebbe trascurato, ma che purtroppo la maggioranza dei genitori ed educatori perde colpevolmente di vista: stiamo parlando del vaccino contro il deficit d’immaginazione
Dal momento che l’immaginazione, quale facoltà mentale fondamentale e insostituibile dell’essere umano, vive la sua maggior fioritura tra i 18 mesi e gli 8/9 anni di vita di ciascun individuo, siamo convinti che sia proprio lì, a quell’età, che tutti dobbiamo iniziare a preoccuparcene, mettendo in atto ogni mezzo in nostro possesso per salvaguardarla da qualsiasi pericolo, da qualsiasi cosa possa nuocerle o, peggio, estinguerla. L’immaginazione va protetta. Ne va del nostro benessere, di quello delle future generazioni. Ne va della stessa sopravvivenza dell’uomo, per come siamo stati abituati a conoscerlo: un animale sociale, razionale e spirituale. Un animale con in più l’immaginazione. La facoltà che, per l’appunto, lo rese sociale, razionale e spirituale. 
Crescere con un ammanco d’immaginazione, ovvero con un deficit d’immaginazione, comporta, dunque, conseguenze gravissime per l’individuo. Un ritorno all’animalità, o meglio, alla bestialità. Un rischio che nessuno correrebbe per il proprio bimbo, ma che nei fatti quasi nessuno tiene adeguatamente a distanza. Per brevità, elencheremo solamente alcuni dei pericoli insiti nel crescere con un’immaginazione deficitaria:
  1. la difficoltà a reagire di fronte agli imprevisti in maniera creativa e non automatica;
  2. la difficoltà a gestire i rapporti interpersonali e a leggere le diverse situazioni sociali;
  3. la difficoltà a controllare i propri impulsi emotivi e le proprie reazioni;
  4. la difficoltà a portare a termine i propri impegni in maniera indipendente;
  5. la difficoltà a ricordarsi e a immaginarsi, permanendo nel buio istante presente;
  6. la difficoltà a legare tra loro i ricordi biografici all’interno di un orizzonte di senso;
  7. la difficoltà a slanciare questo orizzonte di senso verso un futuro positivo.
Proprio il deficit d’immaginazione è in buona parte responsabile dell’aumento dei disturbi d’ansia, di quelli legati al tono dell’umore, al sonno, nonché delle numerose sindromi depressive, e in età evolutiva dei sempre più numerosi disturbi del comportamento (di cui sono oramai colme le scuole e le classi), e non solo…
Ma veniamo alle cause del deficit d’immaginazione. Cause, purtroppo, tutt’altro che immaginarie. Note da tempo, ma passate colpevolmente sotto silenzio. (1) Anzitutto, in età evolutiva, l’uso (e di certo l’abuso) della tecnologia digitale. Nessuno può dire di aver mai conosciuto una generazione digitale. Una generazione, cioè, che abbia passato l’intera infanzia (ovvero il momento di maggior sviluppo dell’immaginazione e delle facoltà ad essa connesse) in stretta compagnia di smartphonesmart tvcomputerl.i.m.ebooks, ecc. Nulla ci fa ben sperare, anzi. I rischi, alle porte, sono proprio quelli sopraelencati. E tra una ventina d’anni potremmo esserne testimoni (2) Poi, la fretta. L’efficientismo produttivo che si respira all’interno dei luoghi che dovrebbero essere deputati all’apprendimento. La burocratizzazione dell’educazione. L’industrializzazione della scuola. La volontà di guardare ai bambini non più come assolute irripetibilità, ma come complessi di competenze, abilità, intelligenze, futuri materiali da statistiche per le analisi dei supercomputer dei colossi del commercio e dei servizi: Amazon, Google, etc. (3) La crisi nella quale si trova il gioco, a seguito dei precedenti punti. Bambini che non sanno più giocare, né da soli né in gruppo. E che attendono le istruzioni di qualche computer per sapere cosa fare. (4) La mancanza di figure carismatiche. Di maestri, di madri e padri che tornino a valere di più di un qualunque personaggio televisivo o, peggio, di un qualunque imbecille che dice la sua su un social network o instant messaging di turno. Di tradizioni comuni, popoli, luoghi riconoscibili (non di franchising tutti uguali, di supermercati, di catene alimentari, di fast food, etc.).
Che fare? Quale rimedio adottare?
L’unica terapia conosciuta, il solo vaccino contro questo deficit, è la prevenzione. Prevenire non fa male. Non occorre inoculare alcunché al bambino, né portarlo in ambulatorio. Non ci sono controindicazioni, ma solamente ottime notizie per il piccolo.
1) Tecnodigiuno durante l’infanzia. Sapienza nell’utilizzo di tali strumenti solo dai 9 anni.
2) Una scuola che privilegi l’immaginazione. Un metodo educativo trasparente, puro.
3) Insegnanti che sappiano fare a meno di schede, test, l.i.m., iPad, tabelle, etc.
4) Pomeriggi di gioco, bambini liberi da agende fitte d’impegni.
5) Maestri, padri e madri forti, carismatici.
6) Una città in cui risiedere che sia davvero a misura di bambino, che tenga finalmente conto delle sue necessità simboliche, del suo bisogno di punti di riferimento, di quiete, di raccoglimento. Non un parco di divertimenti, né un luogo privo d’identità, né uno spazio pronto ad essere depredato dal circo del consumismo televisivo, alimentare, etc.
7) Uno Stato in cui risiedere che auspichi la libertà dei propri cittadini. Che desideri una generazione di uomini e donne forti, non piegate ai diktat del consumo, non distrutte dal lavoro, dai limiti di una vita spesa lontano dalla natura, dall’aria pulita, dalla possibilità d’immaginare, di costruire, di vivere in senso pieno.
Ecco dunque il vaccino di cui ci sarebbe più bisogno: il vaccino più importante che nessuno fa, e che furbescamente nessuno Stato obbliga a fare!
(Sapete perché quello contro il deficit d’immaginazione è un vaccino fondamentale? Il più importante? Perché senza immaginazione nessun altro vaccino sarebbe stato sintetizzato e perché occorrerà molta immaginazione per sintetizzare i vaccini del futuro, quelli che, forse, ci permetteranno di continuare a sopravvivere su questo pianeta, facendo fronte alla nostra ormai cronica assuefazione agli antibiotici).
Perciò, genitori ed educatori, ricordatevi di fare prevenzione!
Dal momento che le scuole, ora, s’informeranno su di voi, se avrete fatto vaccinare i vostri bambini oppure no, voi informatevi su di loro, se sono pronti a vaccinare i vostri bambini ogni giorno contro il deficit d’immaginazione, se adottano metodi d’insegnamento e programmi che espandono l’immaginazione e non la estinguono, se rispettano i punti esposti sopra, perché, così non fosse, voi li iscriverete da un’altra parte!
Carlo Maria Cirino
www.filosofiacoibambini.net , 5 settembre 2017

giovedì 7 settembre 2017

Ambrogio Fogar


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Amico: il bel fiordaliso

Accanto al campo di grano nutriente
che riverenti gli uomini coltivano e lavorano
a cui immolano il sudore del loro lavoro
e, se così dev’essere
il sangue dei corpi
accanto al terreno del pane quotidiano
gli uomini lascian però
fiorire il fiordaliso bello.
Nessuno lo ha piantato, nessuno lo ha innaffiato
indifeso cresce in libertà
e con la serena fiducia
che – sì – la vita
sotto il vasto cielo
gli si conceda.
Accanto al necessario
plasmato da pesante terrestre materia
accanto al matrimonio, al lavoro, alla spada
anche il libero vuol
vivere
e crescere in faccia al sole.
Non solo il frutto maturo
anche i fiori son belli.
E se servano i fiori al frutto
o il frutto ai fiori
chi lo sa?
Entrambi, però, ci sono dati.
Il fiore più prezioso, rarissimo
– sgorgato in un’ora felice
dalla libertà dello spirito giocoso
audace, confidente –
è l’amico all’amico.
Dietrich Bonhoeffer, Poesie

domenica 3 settembre 2017

PREGHIERA

Signore, noi ti vogliamo dire
lo stupore e la meraviglia che
abbiamo verso di te, perché
tu odi le nostre parole, spesso
non chiare, spesso timide; le odi
e ad esse rispondi. Rispondi a noi
che invece spesso non vogliamo
udire la tua voce, rimaniamo
indifferenti alla tua Parola.
A te, invece, la nostra voce non
passa mai inascoltata.
Per questo ti diciamo grazie, nel
nome di Gesù. Amen.
Da "Riforma.it"

sabato 2 settembre 2017

Ol’ga Sedakova

<<Se me lo avessero domandato
avrei risposto: Mio Dio,
fa’ di me qualcosa di nuovo
!
Io amo il grande prodigio
e non amo la sventura.
Fammi come una pietra sfaccettata,
e lasciala cadere dall’anello
sulla sabbia del deserto
.
Così che resti tranquilla,
non nascosta, non in vista,
ma in ogni dove, come un mistero.>>

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