lunedì 11 gennaio 2016

LA VIOLENZA VA SEMPRE DENUNCIATA!

Sui fatti di Colonia usciamo dal silenzio. Siamo ammutolite? Sì. Per incredulità, dolore, rabbia, impotenza. Ammutolite perché ancora una volta nella città tedesca e in altre località europee si è consumata una violenza contro il corpo delle donne.......
Spiazzamento attonito come dopo Charlie Hebdo o il Bataclan. Perché questa violenza ha colpito ancora luoghi di convivenza, di quotidianità, di libertà e richiede una risposta straordinaria che impegna in modo unitario la comunità internazionale e l'Europa in una comune responsabilità. Rompere il silenzio e l'omertà è più che mai un imperativo politico.

Le parole dobbiamo e vogliamo riprenderle. E subito. Rompere il silenzio per gridare che non rinunceremo a difendere il corpo femminile dalle violenze, nel privato domestico occidentale, così come in ogni parte del mondo. A cominciare dalle bambine. Siano le mutilazioni genitali o i matrimoni precoci, siano i maltrattamenti in famiglia, siano stupri: si tratta sempre di costi umani e sociali inaccettabili a livello mondiale. Siamo ancora all'idea di un corpo-cosa, che può essere posseduto, violato, venduto, umiliato, abusato, in una deriva dell'umano che acuisce sgomento e orrore.....
Per questo non dobbiamo tacere ma continuare le nostre battaglie sui diritti, ancora troppo poco tutelati, alla difesa del corpo femminile. E non ci basterà uscire dal silenzio e dalla rassegnazione, ma vogliamo anche accompagnare alle parole fatti che promuovano strumenti, risorse, strategie, prevenzione. Vogliamo contribuire a orientare scelte politiche, idee e azioni di contrasto alle violente tramite un reale cambiamento culturale, civile, sociale a cui tutti e tutte siamo chiamati a partecipare.
Dal Blog della deputata Vanna Iori
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Io credo però che la lotta per l’estensione dei diritti, per l’universalizzazione della libertà, o la si conduce in maniera unitaria e convinta, nella consapevolezza di un disegno complessivo sensato e lineare (che rimetta al centro l’«idea universale di essere umano»), oppure produrrà divisioni, conflitti, egoismi reciproci ad esclusivo beneficio dell’attuale sistema tecno-finanziario e di alcuni intellettuali che lavorano solo ed esclusivamente (ed irresponsabilmente, direi) per la propria ribalta.
Insomma, o costruiamo una cultura politica che, per esempio, oggi, a fronte dei fatti di Colonia permetta ad ognuno di noi di dire «Je sui femme!», ma domani di dire «io sono gay, immigrato, nero, ebreo, senza lavoro», oppure avremo già perso prima ancora di iniziare.
Ignorare questo, in buona sostanza, significa non avere nulla a che fare con quello che un tempo si sarebbe chiamata «emancipazione umana».
E purtroppo, ma vorrei veramente sbagliarmi e prendere un "granchio", non ho udito nessun accenno ai fatti di Capodanno né nelle parole del Papa né in altri ambiti ecclesiali. Ma d'altra parte si sa quale sia l'idea di donna imperante nella Chiesa Cattolica!!!!
A.B.

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