venerdì 31 luglio 2015

SPIARE E'...CONDANNARE!

“Segnala il clandestino”. “Non essere complice dell’invasione”. La sezione locale della Lega Nord di Orzinuovi, (BS) ha lanciato una campagna contro i ‘clandestini’. Un invito alla ‘delazione’ a fare la spia, a segnalare enti o associazioni che ospitano o aiutano ‘clandestini’. Non ci vuol molto a capire la gravità di questo invito. Un segno di inciviltà e di degrado umano e civile che non oso immaginare dove ci può portare. O meglio, immagino dove ci possa portare, ma voglio sperare che questa frana che rischia di travolgere la nostra umanità si possa arrestare: ognuno deve fare la propria parte, anche piccola, ma la deve fare! Non posso non ricordare altri tempi, dove le persone da segnalare erano, ad es., gli ebrei. Se è vero che c’è stato qualcuno che per denaro ha “segnalato” la presenza di persone ebree, poi mandate ai campi di sterminio, è riconosciuto da tutti che sono infinitamente più numerosi gli esempi e le testimonianze di persone che hanno rischiato la propria vita per salvare quella di alcuni ebrei. È a loro che dobbiamo guardare per prendere esempio e forza. A persone come don Carlo Gnocchi che fece addirittura certificati di battesimo ‘falsi’ per salvare numerosi ebrei. E per la Chiesa don Gnocchi è Beato! È un modello di vita cristiana da imitare! Per chi, come la Lega, parla spesso di ‘radici cristiane’, forse è il caso di ricordare che queste sono le vere radici e testimonianze di fede cristiana. Bisognerà che qualcuno lo ricordi. Dimenticarlo ci apre baratri di inciviltà. E per concludere in modo più leggero, mi viene in mente quella filastrocca che ci hanno insegnato da piccoli: “Chi fa la spia non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù. Quando muore va laggiù, va laggiù da quell’ometto che sia chiama diavoletto”.
in “www.mosaicodioace.it” del 30 luglio 2015

DALLA LETTERA DEL VESCOVO DI BOLZANO-BRESSANONE

“… ero forestiero e mi avete ospitato …” (Mt 25,35) 
Cari fratelli e sorelle nella fede, 
è da mesi che molti profughi approdano nella nostra provincia richiamando la nostra attenzione. Per molti di loro la nostra terra è una stazione di passaggio, per alcuni invece è forte il desiderio di chiedere asilo politico qui da noi, altri ancora sperano in una vita migliore fermandosi in questa nostra provincia. È Cristo stesso che ci interpella in ognuna di queste persone forestiere, senza nessuna dimora e ci chiede di accoglierle. 
La fattiva preoccupazione per i poveri non è un tema tra i tanti, ma è la maniera più diretta e concreta di come la fede in Cristo, il Signore crocifisso e risorto, prende forma nella vita dei cristiani.... 
Pertanto incoraggio tutti, nei consigli pastorali parrocchiali, nelle associazioni, nelle comunità religiose e in tutte le grandi o piccole aggregazioni cristiane, ad affrontare le questioni che si pongono al riguardo. Qui non si tratta di un fenomeno passeggero, ma di una sfida che ci coinvolgerà ancora per anni. Ed è una sfida che non riguarda solo le realtà istituzionali sia politiche che ecclesiali: ma è ogni singola persona che viene chiamata in causa, serve infatti il contributo di tutti... Vorrei rilevare particolarmente alcuni punti: 
• affinché quelle persone, quei gruppi spontanei e quelle istituzioni, che si impegnano concretamente per i profughi, avvertano la profonda stima per loro e il sostegno; 
• affinché si crei un clima di accoglienza verso i profughi e di comprensione reciproca e insieme vengano attivamente arginate quelle forze che qui fomentano paure e aggressioni; 
• affinché l'ospitalità nelle nostre comunità sia esercitata con gesti concreti; 
• affinché le persone straniere che trovano ospitalità nelle strutture ecclesiali, private e pubbliche, siano realmente integrate nella nostra vita comunitaria. 
Come Vescovo chiedo a tutti di cercare, con coraggio e creatività, risposte e di attivare concrete iniziative..... Il nostro legame in Cristo deve trovare la sua espressione per il fatto che insieme interveniamo proprio lì dove le persone hanno bisogno del nostro aiuto. 
Dio nell’uomo e l’uomo in Dio: questa è la coerenza della nostra fede in Gesù, il Cristo. Egli si è fatto uomo per noi e ci vuole incontrare in ogni uomo....
Vescovo Ivo Muser 

giovedì 30 luglio 2015

DA DUE ANNI HANNO FATTO TACERE LA VOCE DEL DIALOGO :
NON DIMENTICHIAMOLO!

DIBATTITO ICI-SCUOLE PARITARIE

La corte di Cassazione ha accolto un ricorso dell’Amministrazione comunale di Livorno ed ha stabilito che pure le scuole religiose devono pagare la tassa sugli immobili : si tratta pur sempre  di una attività commerciale, non direttamente finalizzata a scopi di culto. Nello stesso tempo resta vero che, se gli istituti interessati dovessero versare le somme relative anche agli arretrati, tanto equivarrebbe alla chiusura di attività riconosciute per il loro impatto didatticamente formativo e sicuramente meritevole di attenzione. Difficile entrare nel merito della giurisprudenza al riguardo: va tuttavia notato che gli schieramenti di giudizio si esprimono secondo linee sempre ideologiche, da entrambi le parti: sia di chi tenta la difesa delle scuole colpite, sia di chi esprime soddisfazione per quello che ritiene una definitiva soluzione di giustizia.In soldoni,vogliamo oppure no salvaguardare il diritto alla libertà della scuola non statale? perché di questo e non di altro si tratta.
Le finalità del sistema formativo sono definite dalla Carta e non fa differenza che siano realizzate dalla scuola di Stato o da quella paritaria. E tuttavia se così dev’essere la funzione docente che assicura la formazione è comunque funzione pubblica e, dallo Stato dev’essere assicurata e controllata, sia quando agisce nella scuola di Stato, sia quando opera in quella legalmente riconosciuta; assicurata, controllata e remunerata.Solo così si può salvaguardare la tradizione sicuramente cospicua della scuola religiosa paritaria, quando assicuri le stesse finalità e gli stessi parametri della “buona scuola” statale.
Certo ciò comporta il diritto/dovere dello Stato di un conseguente controllo anche nel reclutamento del personale impegnato nella didattica, con ovvie assunzioni concorsuali analoghe per il settore statale e quello non statale.E qui sta il punto su cui tutti scantonano. Accetteranno gli Istituti religiosi di assumere con rispetto dei posti in pubbliche graduatorie dello Stato, magari con alcune contemplate garanzie? Accetteranno gli ideologi dello statalismo che si riconosca la funzione pubblica del docente della scuola paritaria ed il relativo compenso economico?
Qui sta il punto, il resto è ideologia.

giovedì 23 luglio 2015

MI PIACEREBBE...

Mi piacerebbe vedere la conversione di tanti che non credono e si allontanano. Mi piacerebbe abbracciare la vita con le mie mani spezzate, nella mia barca spezzata. Mi piacerebbe inventarmi un paesaggio. Creare un mondo reale. Inventarmi sorrisi, dipingere gioie.

Sì, mi piacerebbe fare tante cose e smettere di farne altre. Legare e slegare. Andare e non andare. Correre e fermarmi. Parlare e tacere. Con calma. Aspettando che la vita diventi una via libera.

Voglio inventarmi una cosa che mi dia sicurezza per camminare senza paura. E poi vedo che la cosa che mi dà sicurezza ce l'ho solo se credo.

Se non credo, finisco per tenere le redini della vita aspettando il tempo giusto, sperando che le cose siano quello che non sono state mai. Aspettando che tutto sia chiaro. Camminando lentamente per paura di cadere.

Mi manca la fede. Quella fede dei bambini che non temono le sorprese, che cavalcano sicuri, che cammino erranti. La fiducia cieca nel fatto che un passo con paura equivale a un salto coraggioso. Ogni mattina, ogni sera”.

INTERROGATIVI

 “Che cosa accade quando io stesso mi faccio cristiano, quando mi sottometto al nome di questo Cristo, approvandolo così come l'uomo modello, come il parametro normativo d'ogni agire umano? Quale tipo di svolta dell'essere, quale posizione di fronte all'umanità mi assumo io, così facendo?”(J. Ratzinger)

PILLOLA DI FEDE

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Tutto abbiamo ricevuto: la vita e la fede. Abbiamo ricevuto Gesù, la sua parola, la sua amicizia, la sua persona. Abbiamo ricevuto il senso della vita e il cammino verso il compimento. Vivendo insieme con altri, in famiglia, nel lavoro, nei vari ambiti nei quali entriamo in contatto con le persone, traspare la novità che ci definisce, la ricchezza di vita che ci viene donata, la pace che ci pervade. Il dono fatto a noi gratuitamente diventa un dono offerto gratuitamente a tutti. 

domenica 19 luglio 2015

IL TESSUTO

La nostra vita è come un tessuto in formazione,
un tessuto la cui immagine ci è ignota
ma che,intorno a noi,si viene formando
poco alla volta,senza un modello precostituito.
In questo tessuto posso essere un piccolo filo.
Un tratto di colore. Blu cupo? Rosso scarlatto?
Oppure un tenue filo di lino grigio?
Quest'ultimo colore,secondo i tessitori,è il più importante,
il neutro grigio di ogni giorno,
quello che mette in risalto il blu cupo o il rosso scarlatto,
quello che dona armonia.
Accettare il proprio colore
e di questo accontentarmi,
perché porti gioia e non rivalità
come se io,il blu,fossi nemico del verde.
C'è posto per ognuno.
Un filo si spezza:tutto il lavoro s'interrompe
e la mano paziente del tessitore si adopera per ripararlo.
Ogni filo,anche il più lucente,può scomparire,
intrecciato ad altri fili. E' comunque lì,
non lontano,anche se il nostro occhio non lo nota.
Ora è la volta del mio filo ad essere tessuto attraverso l'ordito.
Quando la sua posizione non sarà più in evidenza,
allora l'armonia sarà completa.
Cosa ne sarà di questo tessuto?
Lo sapremo mai?

Da “Riforma.it”

NEORAZZISMO

Come definire la violenza con cui gli abitanti di Casale San Nicola sono riusciti nell’impresa di allontanare un pullman di 19 immigrati? E che nome dare al plauso espresso dai cittadini di Quinto dopo la cacciata dei profughi? Forse non si deve parlare di «razzismo» perché non teorizzano l’esistenza delle razze? Allora dobbiamo parlare di «nuovo razzismo» e di odio verso l’altro e verso lo straniero.....  Il linguaggio in tale contesto è decisivo. Il termine «africanizzazione» è agghiacciante; fa pensare a «ebraizzazione», il monito lanciato dai nazisti ben prima degli anni Trenta. Il neorazzismo attraversa ceti sociali diversi, fa leva su sentimenti ancestrali, se ne serve in difesa di un’identità nazionale etnicamente omogenea. Può fare a meno di parlare di «razze»; basta richiamarsi all’ideale per cui «ognuno deve vivere nel proprio paese» e all’esigenza di «rimettere a posto gli individui». Il neorazzismo è la reazione alla mobilità degli esseri umani che provoca mescolanza, è il rifiuto ossessivo della contaminazione, è la pretesa di mettere al bando gli inassimilabili, inadatti alla civiltà, pericolosi perché diversi. I cittadini italiani che pensano questo sono neorazzisti. E sono loro a suscitare paura, inquietudine, sconcerto.
da "Corriere.it"

LA MEMORIA "EMOTIVA"

Nel silenzio assoluto, interrotto dallo sciabordare cadenzato delle onde sulla riva, mescolato arumori indistinti di voci e grida di gabbiani e altri uccelli. Un giorno volge al termine, i raggi al tramonto tingono di colori ovattati il cielo, le nuvole, le presenze animate e inanimate. I contorni sfumano e si fanno irreali e sospesi. Restiamo immobili, i visi all'indietro a berci l'aria dell'estate: il pungente odore di salsedine s'insinua tra le narici, con un gradevole e sano pizzicorio... E lasciamo che, le parole mozzicate dei nostri discorsi, calino dentro e si perdano nel filo aggrovigliato dei nostri pensieri. Intanto lo sguardo vaga sull'ultima linea dell'orizzonte marino.Queste parole in libertà, senza un quando preciso di una calma sera di Luglio, sono unospiraglio sulla finestra della “Memoria emotiva” schiusa timidamente sul mio Palazzo delle Rimembranze, in via dei Ricordi ….
DANIELA VILLA

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Dallo spettacolo teatrale 
“Mi ritorni in mente … Noi siamo la nostra Memoria!”
Seconda Finestra degli Innamorati
(BASE MUSICALE: entra in scena la Portinaia)
Portinaia: <<La mente umana è decisamente affascinante! Pensate un po', qualsiasi suono, immagine, odore, che ci colpisce, viene trasferito a quella parte del nostro cervello che la scienza ha definito Memoria Emotiva! Mamma mia, quali reazioni impensate e incontrollate può scatenare in noi questa Memoria: battito del cuore accellerato, respiro affannoso, mani sudate, occhi languidi, pallore, rossore … E, credete a me, parola di Portinaia Paolina, questi ricordi, voglio dire i ricordi delle Emozioni restano, non si dimenticano mai!>>
(BASE MUSICALE: si apre la Finestra della Memoria Emotiva, entrano in scena gli Innamorati)

Solo” (Nicolò)
Solo, a guardare il sole morire,
dietro alla finestra
del nostro palazzo dei ricordi.
È il vento che mi porta all’orecchio l’eco della tua voce,
parole gridate verso il cielo della nostra memoria,
frasi, mio dolce Amore, che non ho mai dimenticato e che non ho mai dedicato a nessuna;
parole che mi bruciano ancora sulle labbra,
ora, senza di Te, intatte e noiosamente uguali.
E cerco di non pensare a niente:
solo a quel cielo del ricordo che sei Tu,
bella, splendida, magnifica, solare nei tuoi capelli biondi come il grano,
magica nei tuoi occhi verdi come l’ erba appena bagnata dalla rugiada,
un nasino all’insù, veramente spiritoso e due guance rosse come ciliegie, che dico?, come il fuoco ardente,
ogni volta
che inciampiamo e ci scontriamo, l'uno contro l'altra, sul portone della nostra scuola.
E immaginare adesso, e ricordare sempre, e non dimenticare mai, che tu sei per me l'Amore!


"Batte forte il mio cuore” (Hadil)

Batte forte il mio cuore,

un' emozione improvvisa,
un'eco nella notte.
È un richiamo d'Amore

che sussurra nella memoria un nome
come un canto di mezzanotte.
Mi rivedo ragazza, correre

con il vento fra i capelli,
come in un soffio leggero 
che mi porta lontano...
Batte forte il mio cuore
stregata dall'abbraccio di un sogno,
come passeggera nel tempo di ricordi lontani;
ma, poi, al risveglio,

il sospiro di quella lieve
speranza sbiadisce,

stringo i denti,
affronto la vita con inaudito coraggio,

mi lascio cullare dal ricordo di Te,
voce profonda,
mentre i miei sogni diventan poesia!

Senza un perché” (Mattia e Laura)

Sfoglio l'album dei ricordi e vedo: (Mattia)
Due ragazzi

in un tempo lontano
innamorati
si davan la mano,
ridevan al sole,
all'amore,
ai sogni
che avevan nel cuore,
sorridevano al mondo
senza un perché.
Cara Memoria aiutami!



Voglio ancora (Laura)

con i fiori
intrecciare collane,

tuffarmi 
al tramonto
nel mare,
osservare
le stelle brillare
e sorridere al cielo
senza un perché.
Prezioso Forziere dei ricordi apriti!

Voglio correre (Mattia)
sotto la pioggia

e ancora per gioco
assaporarne una goccia,
con le mani intrecciate
guardarti negli occhi
mentre tu Amore
ridi di me!
Poi, sorridere insieme (Laura)

senza un perché!


Ti porterò con me” (Chiara)

Ti porterò con me
nel cuore

nella mente,
ovunque io sarò
sarai con me,
per sempre.
Come potrei

dimenticare 

il sorriso radioso
la gioia spontanea
le tenerezze innocenti,
i visi luccicanti,
come riflessi 
d’acqua marina,
di due ragazzi
felicemente innamorati?
Per tutta la vita

ti porterò con me.

Il libro dei ricordi” (Miriam)

Fermati, 

dove hai camminato torna con la Memoria
e ascolta i domani e la vita
alzati e poi siediti
ritrova quella pagina ingiallita e cancella la fine
lascia partire il viaggio dei ricordi e saluta. 
Chiudi, 
chiudi ora la porta dei ricordi e specchiati in essi,
riprendi tutti i profumi dissolti,
non bagnare di nostalgia il tuo presente,
spoglia i tuoi silenzi e sorridi,

forse hai chiuso fuori baci e carezze?

No! Con la tua capacità di ricordare,

nei vivi giardini delle cose,

prenditi tutti i colori più belli,
rivestili di stelle

perché, sul tuo domani.
Tu dovrai scrivere ancora
nel Libro dei ricordi!

Quel tenero glicine” (Giorgia)

Quel tenero glicine,
dai fiori violetto,

che s'arrampica
dal muro sino al tetto,
ricorda una storia,
d'un tempo ormai lontano,
Negli anni Venti, primo Novecento,
andava la nonna a passeggiare,
con le ali piene di vento,
quando, in fondo ad un vicoletto,
un giovane di bell'aspetto,
in mano le mise un biglietto.
Lo accompagnava un fior di glicine,
per metà chiuso, per metà fiorito.
Nel messaggio v'era scritto:
"Signorina, non voglio mancarLe di rispetto,
ma per lei, m'arde forte il cuore!
Questo glicine,
tutti i boccioli non ha aperto,
se Lei volesse onorarmi
e per tutta la vita amarmi,
quando sarà sbocciato,
me lo ritorni,
così per sempre, sarò il suo Amore"
E furon anni di passione,

pieni d'intensa emozione.

Questa storia,

ripescata dalla Memoria,
non è una storia inventata,

col tempo, dal loro figlio,

io fui generata.


Me ne combini di tutti i colori!” (Luca e Sorina)

Davvero! (Luca)
Caro scherzo della Memoria,
me ne combini di tutti i colori!
Io me ne stavo pacifico
guardando il cielo blu
e Tu
mi fai esplodere questa girandola tra le mani!
Una donna coi fiocchi
ti dico
che sprizza energia,
ora allegra, ora triste,
una risata, un bacio,
un giro!
Una girandola,
ti dico,
che mi trascina via!
Davvero! (Sorina)
Caro scherzo della Memoria,
me ne combini di tutti i colori!
Il suo nome? Amore.
Neanche il mio tipo,
ti dico,
ma, con un cuore così grande quaggiù,
che più grande non ce n'è!
Davvero! (Luca)
Caro scherzo della Memoria,
me ne combini di tutti i colori!
Io me ne stavo quieto
guardando le nubi lassù
e Tu
mi affidi un segreto:
questo cuore-girandola
che mi assale,
mi strappa da me,
mi fa ruzzolare dove vuole,
mi scompiglia tutti i miei piani
e, come una Primavera,
riaccende tutti i fiori
della mia giovinezza!
Mi ubriaca, (Sorina)
ma so
che questo suo vino
è la Vita!
Davvero!
Caro scherzo della Memoria,

me ne combini di tutti i colori!

sabato 11 luglio 2015

UN PAPA AFFLITTO SOTTO LA CROCE!


PAPA FRANCESCO lascia la Bolivia con una mossa geniale: prima di congedarsi, nella cappella della residenza del vescovo di Santa Cruz, ha affidato alla Vergine di Copacabana, patrona del Paese, le «onorificenze» che gli erano state date dal presidente Morales, compreso il medaglione che riproduceva il crocifisso intagliato in una falce e martello. Che ci pensi la Madonna, con buona pace delle polemiche!

mercoledì 8 luglio 2015

PAZIENZA CONTRO IL MALE!

Signore,dacci pazienza per resistere contro il
male del mondo.
Dacci di riconoscerlo,senza farci distrarre dalla
propaganda attorno a noi.
Dacci di discernere tra chi lo compie e chi lo
subisce.
Dacci di fermarci,per non diventare carnefici in
nome Tuo o di chi Ti vorrebbe rappresentare.
Dacci di rimanere umani tra gli umani,mai
macchine cieche e sorde all'umanità altrui. 
E se la nostra resistenza ci sembrerà vana,dacci
di ricordare che la Tua gloria è oltre il nostro
orizzonte. Amen.
da "Riforma"

ANCHE PAPA FRANCESCO CADE IN PREDA AL DELIRIO SELFIE!

Milioni di persone e milioni di smartphone: l'entusiasmo per il viaggio in Sudamerica di papa Francesco si proietta sugli schermi di tablet e telefonini con i quali viene immortalato il passaggio del pontefice in Ecuador. E c'è chi fa l'equilibrista per ricavare un selfie. A qualcuno è andata meglio: i gesuiti del collegio Javier di Guayaquil hanno scattato una foto che li ritrae con il loro confratello Bergoglio.

lunedì 6 luglio 2015

LA MEMORIA "PROCEDURALE"

L'altra sera ho visto in televisione su Rai 3 un bellissimo e poetico film, “Quartet”, del 2012, che segna il debutto alla regia dell'attore Dustin Hoffman all'età rispettabile di 75 anni. Premetto che in casa nostra guardiamo pochissimo i programmi televisivi, ritenedo doveroso impiegare il nostro tempo in altro modo, si sa la vita è breve e tempus fugit! Ma, come ironicamente sostiene mio marito, probabilmente la trama mi ha catturato perché è la trasposizione cinematografica di una pièce teatrale di Ronald Harwood. Comunque, in breve, il filo della storia ruota attorno a Beecham House, una casa di riposo per musicisti e cantanti lirici in pensione: ogni anno, il 10 di Ottobre, i suoi ospiti organizzano un concerto per festeggiare il compleanno di Giuseppe Verdi, oltre che per sostenere economicamente il loro “bueno retiro”. Tutti vi lavorano alacremente, in particolare Cecily, Reggie e Wilfred, un tempo vecchi amici e membri dello stesso quartetto nei rispettivi ruoli di mezzosoprano, baritono e tenore … Non è mia intenzione raccontarvi tutto il film, chi ne è rimasto incuriosito vada a vederselo: merita un apprezzamento la fotografia, con inquadrature di sfondi accattivanti sulla verde campagna inglese. Quanto mi ha commosso, tra i diversi personaggi, descritti con abili e sensibili tocchi, è stata tuttavia la figura di Cecily, il cui comportamento evidenzia chiari segnali di demenza senile, ma la maestria e la delicatezza del regista sono dimostrate proprio dalla sua abilità di coglierne i risvolti umoristici, senza trasformarla in una caricatura … Ecco allora la degna introduzione, alla prima finestra della “Memoria procedurale”, aperta, come vi avevo promesso, sul mio Palazzo delle Rimembranze, in via dei Ricordi ….
VILLA DANIELA
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Dallo spettacolo teatrale “Mi ritorni in mente … Noi siamo la nostra Memoria!”
Prima Finestra di Giallo chiaro

Vittima: <<Aaaaaaaaaah! (Urlo)>>
Pettegola: <<ODDIO ... Cosa è successo!!!???!!??? Portinaia Paolina chiami la polizia, per favore!!!! Prestoooo!>>
Portinaia: <<Corro, corro subito, Signora! Non si affanni! Stia calma! Attenta ai nervi! Non si faccia venire uno schioppone! Il cuore ad una certa età può far cilecca! (Rivolta al pubblico) Ecco cosa succede, quando si apre la finestra di Giallo chiaro: mi tocca sempre ricordare i guai altrui! In questo caso, la Memoria ha la funzione di immagazzinare, di riordinare per filo e per segno i fatti accaduti e qui, cari miei, si parla di Memoria procedurale! Ma, in fatto di suspance, il Giallo chiaro non fa venire il mal di pancia nemmeno al mio gatto Calimero!!!>> 
Pettegola: <<Ahhh!>>
Portinaia: <<Corro, corro subito, Signora! Non si affanni! Stia calma! Vadooo!>>
Pettegola: <<Ah! (con una mano rovesciata sulla fronte) Che smemorata! No, no, aspetti Paolina, posso andare io personalmente dal mio vecchio amico Monsieur Lorenz!!!>>
(La Portinaia esce e si apre la finestra di Giallo in chiaro)
Commissario Lorenz (si affaccia alla finestra): <<Cosa c'è? Cosa c'è Madame? Deve fare una denuncia? E' nel posto giusto! Venga! Entri! Sono subito a sua disposizione! Mi dica! Mi dica!>>
(La Pettegola entra nell'ufficio del Commissario)
Pettegola: <<Sì, sì, devoooo denunciare un delitto! Ecco tutto!>>
Commissario Lorenz: <<(disponibile) Dove è accaduto il misfatto, Madame (con tono alto e ansioso)?>>
Pettegola: <<In via Ricordi... numero 17 ... Accanto al mio palazzo delle Rimembranze, dove io abito … >>
Commissario Lorenz: <<Partiamo, partiamo subito... il tempo di chiamare la mia fidata detective Ale, Lei, sa Madame, è la migliore sul campo e ha un fiuto infallibile, che non sbaglia mai!!!>>
Pettegola: <<D'accorde! D'accorde!... Io vi aspetterò qui! Fate in fretta, però, il quartiere è in subbuglio. E, poi, Monsieur, mon Ami, detto in confidenza fra noi, io non mi fiderei troppo di quella Madamoiselle Alexondrà!!!>>
Commissario Lorenz: <<Lasci, lasci fare a me … Sssst! Silenzio! Moderi la lingua, Madame!>>
(BASE MUSICALE)
(Il Commissario e il Detective tornano dal sopralluogo e sono piuttosto perplessi e indecisi sul da farsi, si consultano tra loro)
PRIMO INTERROGATORIO:
Detective (con tono deciso): <<Io direi Commissario di procedere con l'interrogatorio, nulla va lasciato al caso!>>
Commissario (sospirando): <<Procediamo pure! Mi chiami il primo testimone oculare del fattaccio!Ahimè!>>
(BASE MUSICALE)
(Entra il Vecchietto, i tre personaggi simulano un interrogatorio)
Vecchietto Smemorando: <<Come potete pensare che sia stato io!? Sì, è vero. La mia memoria va e viene! No! Va e torna! No, volevo dirvi, commissario Lorenz, va e viene!!!>>
Commissario Lorenz (con tono esasperato): <<Si decida, signor Smemorando, o va o viene o torna!!!>>
Detective (con tono scocciato): <<Basta chiacchiere! Concludiamo, signor Smemorando, questo benedetto interrogatorio!>>
Pettegola (rivolta al pubblico): <<Lo dico sempre io che di quella lì non c'è da fidarsi... E, poi che tono! Chi si crede di essere? Sembra Lei la capa qui!>>
Detective (con tono scocciato): << Dov' era in quel momento signore? Signor Smemorando?>>
Vecchietto: <<Mhhhh... (mettendosi una mano sotto il mento) se la memoria non m'inganna, ero sulla mia comodissima poltrona, in casa mia, con il mio micione Rossino sui piedi, come scaldino a fare il mio solito pisolino! Quando un grido... Uuuuuuuh>>
Detective (con tono impaziente): <<Un grido come? In che senso? Signor Smemorando, cerchi di ricordare su, coraggio, forza!!! Era un ululato per caso?>>
Vecchietto: <<Mhhhh... (grattandosi la testa) se la memoria non m'inganna … Era, Uuuuuh! Era, o porca l'oca!!! Era, era, era, ahhh, sì, ora ricordo era il grido di una cornacchia o di un merlo nero indiano!!! Ma quello l'ha mangiato il mio gatto Rossino!!! Era il grido una cornacchia!!! Sì, sì, ne sono sicurissimo!>>
Pettegola: (mettendosi le mani nei capelli e rivolgendosi sempre al pubblico): <<Come i cavoli a merenda!!! Vai a fidarti della memoria di questo qui!>>
Commissario Lorenz: <<(con tono sfiduciato) Qualcuno può confermare il suo alibi?>>
Vecchietto Smemorando: <<Ah bene! Giusto Commissario, sì, potrebbe essere mio nipote o … No! Forse la mia mamma! O la mia fidanzata! Ma io ce l'avrò Commissario, io ce l'avrò una fidanzata poi?!!!>>
Commissario Lorenz: <<(con tono imbarazzato) Ma sa, signor Smemorando, non è il caso di entrare nella sua vita privata!!! Io non saprei se Lei ce l'ha una fidanzata oppure no! Lo chieda al suo cuore e certo una risposta l'avrà!>>
Pettegola: (sventolandosi con un ventaglio e rivolgendosi sempre al pubblico): <<Vedete, miei cari, l'ho sempre detto io! Il sangue noblesse noblisghe non è acqua e Monsieur Lorenz è davvero un romanticone! Un uomo d'altri tempi e oggi non ce ne sono più purtroppo di uomini così!>>
Vecchietto Smemorando: <<Ma non ci sono segreti per nessuno eh!!! Nel mio profilo Facebook c'è scritto impegnato in una relazione complicata, così non me lo dimentico! Vi pare Commissario?>>
Pettegola: (sventolandosi con un ventaglio e rivolgendosi sempre al pubblico con tono indignato): <<Vedete, miei cari, l'ho sempre detto io! Di quel Signor Smemorando non c'è troppo da fidarsi!>>
Detective Ale: <<Ok, ok! Le crediamo , ma lei è comunque il nostro sospettato numero 1!Afferrato?>>
Vecchietto Smemorando: annuisce.
Commissario Lorenz (con tono rassegnato): <<Resti comunque a nostra disposizione... (rivolgendosi al Detective) Se i sospettati sono tutti così! Poveri noi!>>
Vecchietto Smemorando: annuisce ed esce.
Pettegola: (mettendosi le mani nei capelli e rivolgendosi verso il pubblico): <<Purble! Mon Dieu! Come i cavoli a merenda!!!>>
(BASE MUSICALE)

SECONDO INTERROGATORIO
(I tre personaggi simulano un interrogatorio)
Pettegola:<<Non sono stata io ve lo giuro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (urlando)!>>
Detective: <<Dov’era quando ci ha chiamati?>> 
Pettegola:<<Se la memoria non m'inganna! Ero sul divano a farmi la manicure quando sentiiiiiiiiiiii…….. Oh! Un URLO!!!!>>
Detective: <<Ma ne è certa signora?!>>
Pettegola:<<Non sono mai stata più sicura di così!!E, se lo volete proprio sapere, io vi posso dire anche chi, secondo me, è stato! Intendo dire chi è stato il colpevole!!! Il mio fiuto è infallibile! Più formidable di un cane segugio!>>
Detective: <<No grazie, Signora, non abbiamo bisogno dei suoi sospetti!!! Daaa cane segugio!Insomma di ma e di se e di forse son piene le fosse!!!>>
Pettegola:<<Purble! Mon Dieu! Come i cavoli a merenda!!! Va bè, ma io volevo solo aiutarvi!!!!>>
Detective:<<Per favore, Signora, non faccia supposizioni e parli quando è interpellata!!!!!!!!!!!!! Per favore!!!>>
Pettegola:<<Oh!!! Non è possibile! Purble! Mon Dieu! Mi avete offesa!!! Ragion per cui, tolgo il disturbo!!! Me ne vado!!!>>
Commissario:<<Sù!!! Madame!!! Non faccia così! E ci dica invece tutto quanto sa e ha visto!Se sa e ha visto!!!>>
Detective: <<Che entri ora la dottoressa Psyco!!! Signora forse sarebbe il caso di un piccolo test con la collaudatissima Macchina della Verità!!!>>
(BASE MUSICALE: entra la dottoressa Psyco)
Dottoressa Psyco <<Iavol! Ora interfengo io! Non si preoccùpi Madame! La macchina non fallisce mai!!! E qui si tratta di memoria procedurale, dofe tutte le emo(z)ioni del suo cerfello saranno misurate, pesate, controllate al centimetro!!!Iaaa!>>
Pettegola:<<Ohhh! Dottoressa Psyco! Finalmente posso parlare con qualcuno che sa ragionare e che mi può capire!>>
Dottoressa Psyco:<<Non io capirla Madame, ma la macchina della verità! Iavol?!jaaa>>
Pettegola:<<Ohhh! Dottoressa Psyco! Non posso dirvelo!!! Anzi, come posso diverlo!!!>>
Dottoressa Psyco:<<Non ditelo a me Madame, ma alla macchina della verità! Iavol?Iaaa>>
Pettegola: <<Ohhh! Dottoressa Psyco! Ma come potrei!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non posso, non posso!!!>>
DottoressaPsyco: <<Perché Lei non poetere farlo Madame?!>>
Pettegola:<<Perché non mi ricordo più!!! Ma ho dei sospetti granitici, io, nella mia testa, ecco qua!!!>>
Dottoressa Psyco: <<Iavol! No problem Madame! Se con Lei non funzionare, la Macchina della verità infallibile è da profare, ora, con vecchietto Smemorando! Iavol, Aufidersen!!!Aufidersen!!! Camminare! Andare! Signora mia! Iaa!>>
Pettegola: <<Esatto, Esatto! Vado! Vado! Me ne vado! Sempre a vostra disposizione comunque! Au revoir Commissario!!!>>
Dottoressa Psyco: <<Iavol! Ora pausa caffè? Jaaa!>>
Detective e Commissario:<< OK!!!!!!!!! E vada per la pausa caffè! Buongiorno Madame e si tenga a nostra disposizione!>>
Pettegola: <<Sarà fatto! Sarà fatto!Me ne vado!>> 
(BASE MUSICALE: esce la Pettegola)
Commissario: <<Secondo la mia esperienza, da quando ne ho memoria, è stato il vecchietto Smemorando!>>
Detective: <<Per me, è invece la Pettegola. Su certe persone, la memoria non m'inganna mai!!!>>
Dottoressa Psyco: <<Nain nain, secondo me, pisogna indacare più a fondo!!!! Con la macchina della verità che non spaglia mai!!! Qui si tratta di memoria procedurale!!! Iavol! Iaaa!>> 
(BASE MUSICALE: i tre continuano a discutere sul caso e la finestra si chiude)

sabato 4 luglio 2015

UN'IDEA DI DEMOCRAZIA IN PAPA FRANCESCO,...MA NELLA CHIESA...

Papa Francesco ha incontrato il movimento del rinnovamento dello Spirito in Piazza S.Pietro. Fra le altre cose,nel suo intervento, ha "spiegato" una sua idea di democrazia e di gestione del potere. Mi sarebbe piaciuto vedere le facce dei suoi più alti prelati! Comunque in proposito  Papa Francesco ha così ammonito: «Tutti i servizi nella Chiesa è conveniente che abbiano una scadenza» e ancora «Non ci sono leader a vita. Questo avviene nei Paesi dove c’è la dittatura», «La tentazione - dice Bergoglio - di credersi indispensabili viene dal demonio che vi porta a volere essere al centro. Passo a passo si scivola nell’autoritarismo, nel personalismo. L’unico insostituibile nella Chiesa è lo Spirito Santo e l’unico Signore è Gesù Cristo». Il potere e la vanità che ne deriva («Quanti leader diventano pavoni» - ha detto), il momento in cui si passa da servitori a padroni sono opera del Maligno: «Il diavolo entra dai portafogli, è questa la porta d’entrata». E quando questo accade, la comunità soffre, il bene è limitato.

IL MALE DI VIVERE

Una depressione avvertita fin da quando era solo una bambina e il desiderio di mettere fine alla propria vita che l'ha accompagnata per anni.
Nessuna malattia, nessuna diagnosi di una patologia terminale. Solo la chiara sensazione di doverla fare finita. Così potente che, in Belgio, i medici hanno deciso che può accedere all'eutanasia.
È la dolorosa storia di una ragazza di 24 anni, chiamata semplicemente Laura, che al giornale belga De Morgen ha raccontato: "La vita non fa per me". Secondo quanto riporta il quotidiano britannico Independent, Laura - che è entrata in una struttura psichiatrica a 21 anni - non vive la morte come una "decisione": "Morire non mi sembra una scelta. Se l'avessi avuta, avrei scelto una vita sopportabile. Ma ho fatto di tutto - ha raccontato - e tutto è stato vano".
Nella sua toccante intervista, ha raccontato di quando a sei anni prese inconsapevolmente una pistola carica: "Se lo avessi saputo a quel tempo, avrei premuto il grilletto". La data della "dolce morte" di Laura non è ancora stata decisa. In Belgio, l'eutanasia è diventata legale nel 2002 e, da allora, si sono avuti circa 1.400 casi all'anno.
da "IlGiornale.it".

venerdì 3 luglio 2015

I SOFFI DELLO SPIRITO!

All'indomani dell'articolo da me riportato sull'eccezionale e speciale liturgia celebrata in una Parrocchia di Trento tra un sacerdote cattolico e un pastore protestante,mi sono permesso di esprimere la mia particolare gioia di fronte a tale evento:così è andata!!
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Ciao.
Sono Agostino Bonassi. 
Non ci conosciamo direttamente,ma non importa(anche se per la verità siamo colleghi visto che sono un prete sposato!). 
In questi giorni sono venuto a conoscenza della celebrazione da te svolta con il pastore Lidia Maggi:FANTASTICO!!!!
Non so quali siano state le reazioni e i sentimenti dei tuoi parrocchiani presenti all'evento,ma io che non c'ero ho provato un'emozione fortissima:ECCOLA LA CHIESA CHE ACCOGLIE,CHE CONDIVIDE,CHE CELEBRA IL MISTERO DELL'AMORE UMANO E DIVINO!!
Non potevo non congratularmi con te e con questa Chiesa "evangelica":è questo il cammino che ci fu indicato all'inizio! è questa la fiaccola che illumina la via!
Grazie per questi minuscoli semi sparsi lungo la strada! Ti sono vicino!
Un abbraccio.
AGOSTINO.
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carissimo Agostino,
rispondo un po' in ritardo... ma rispondo.
ti "conosco" attraverso il tuo sito e mi congratulo con te.
ti ringrazio della mail che ho apprezzato.
Mi scrivi:"Non so quali siano state le reazioni e i sentimenti dei tuoi parrocchiani presenti all'evento..."
Nella totale normalità, perché nulla è avvenuto per caso, ma con una preparazione di mesi su un percorso con Lidia Maggi sulle "beatitudini al femminile" .
nella home del sito della nostra parrocchia www.sancarlotrento.org puoi leggere l'articolo apparso sul .....settimanale diocesano.
nel link "ascolta" quanto Lidia ci ha offerto mensilmente.
mi è difficile parlare di "parrocchia" ; mi pare più una "comunità di base" quella dove vivo, perché i "clienti" vengono da varie realtà parrocchiali e da vari paesi limitrofi.
così vuole Dio, mi pare.
un fortissimo abbraccio.
avremo modo di "sentirci" ancora
don lino
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giovedì 2 luglio 2015

LE SPERANZE DEI GIOVANI


''Gli esseri umani sono responsabili della crisi più grande che ci sia mai stata sul pianeta Terra. Abbiamo bisogno del vostro sostegno. Non c'è mai stato un elemento capace di unire luoghi diversi come il cambiamento climatico. Dobbiamo superare tutto ciò che ci separa, quello che ci fa puntare il dito contro l'altro e demandare a i problemi". E' un breve passaggio del discorso dell'attivista quindicenne indigeno Xiuhtezcatl Roske-Martinez, durante il tavolo sul cambiamento climatico convocato dall'Onu a New York. Il giovane, di origine azteca, è il leader dell'Ong Earth Guardians, una rete composta da giovani adolescenti attiva in 25 paesi. "Chi mi sostiene? Le speranze di questa generazione e del  pianeta sono nelle nostre mani. Non voglio che ci supportiate ma che ci stiate accanto. Non sarà semplice ma è la responsabilità che abbiamo verso chi verrà domani: essere i leader del nostro tempo per lasciare loro un mondo migliore''.

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