sabato 6 febbraio 2016

DON ANDREA SANTORO

SONO PASSATI DIECI ANNI DALLA SUA MORTE PER MANO DI UN SEDICENNE OFFESO DALLE VIGNETTE CONTRO MAOMETTO SU DI UN GIORNALE DANESE. FU LA MORTE DI UN CRISTIANO CHE AMAVA LA PACE E DI UN UOMO RITENUTO UN PO' STRANO PERCHÉ VOLEVA ESSERE COME GESÙ. NON C'E' BISOGNO CHE LO DICA LA CHIESA CON UN PROCESSO CANONICO, FU UN MARTIRE NEL VERO SENSO DELLA PAROLA..."FINO ALLA MORTE E ALLA MORTE IN CROCE"-COME GESÙ.
DI SEGUITO RIPORTO ALCUNI PASSAGGI DELLA SUA ULTIMA LETTERA:FU IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE!

<<Due errori credo siano da evitare: pensare che non sia possibile la convivenza tra uomini di religione diversa oppure credere che sia possibile solo sottovalutando o accantonando i reali problemi, lasciando da parte i punti su cui lo stridore è maggiore.>>

<<La chiarezza va unita all’amorevolezza. Il vantaggio di noi cristiani nel credere in un Dio inerme, in un Cristo che invita ad amare i nemici, a servire per essere «signori» della casa, a farsi ultimo per risultare primo, in un vangelo che proibisce l’odio, l’ira, il giudizio, il dominio, in un Dio che si fa agnello e si lascia colpire per uccidere in sé l’orgoglio e l’odio, in un Dio che attira con l’amore e non domina col potere, è un vantaggio da non perdere. È un «vantaggio» che può sembrare «svantaggioso» e perdente e lo è, agli occhi del mondo, ma è vittorioso agli occhi di Dio e capace di conquistare il cuore del mondo.>>

<<Ringrazio Dio per quanti hanno aperto il loro cuore. Ma sia ancora più aperto e ancora più coraggioso. La mente sia aperta a capire, l’anima ad amare, la volontà a dire «sì» alla chiamata. Aperti anche quando il Signore ci guida su strade di dolore e ci fa assaporare più la steppa che i fili d’erba. Il dolore vissuto con abbandono e la steppa attraversata con amore diventa cattedra di sapienza, fonte di ricchezza, grembo di fecondità.>>
A.B.

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