martedì 23 febbraio 2016

" COME UNA FAMIGLIA..."

Due gemelli di quattro mesi, Tommaso e Jacopo, l’ultima domenica di dicembre sono stati battezzati nella chiesa valdese di Palermo dal pastore Peter Ciaccio. Niente di particolare: come ricorda lo stesso pastore Ciaccio, il battesimo è un atto ordinario nella vita di una chiesa. Però qualcosa di straordinario in realtà c’è stato, perché ad accompagnare i figli c’erano due papà: Rosario e Federico, che li hanno avuti negli Stati Uniti grazie alla surrogacy, la gestazione per altri (vedi l’articolo qui a fianco). Non sono membri di chiesa ma dallo scorso settembre frequentano il culto. «Quando sono venuti a chiedermi se potevo battezzare i figli, li ho avvertiti che la decisione doveva essere condivisa da tutta la comunità, e così è stato», racconta il pastore, che ha avuto il consenso del Concistoro e dei membri della sua chiesa. «Li ho avvisati che sull’omosessualità la Chiesa valdese ha un percorso di accoglienza consolidato da più di quarant’anni e che, invece, la modalità con cui hanno avuto i bambini è controversa. Come tutti i pionieri dovevano essere pronti a reazioni differenti, anche di chiusura», continua Peter Ciaccio. «Mi hanno chiesto: questa chiesa ci accoglierà? Ho risposto: verificatelo voi».
Come mai avete deciso di chiedere il battesimo in una chiesa valdese?
Rosario: «Noi non siamo valdesi ma lo scorso ottobre abbiamo iniziato un percorso di avvicinamento alla chiesa. Desideravamo che i nostri figli fossero presentati a Dio e cominciassero un loro percorso di fede; volevamo farlo nella maniera più onesta possibile, come abbiamo fatto sempre nella nostra vita di coppia, presentandoci per quello che siamo. La chiesa valdese ci ha dato questa possibilità». Federico: «Abbiamo detto di no alla chiesa cattolica in cui siamo cresciuti perché ha una posizione sbagliata nei confronti degli omosessuali. Non andiamo dove non siamo bene accetti e non ci concepiscono come una famiglia. Non c’è proprio la possibilità di andare in una chiesa cattolica e dire “siamo due papà”. Al contrario la comunità valdese, dove si parla di unioni omoaffettive da molto tempo, è molto accogliente e priva di pregiudizi: ci siamo trovati molto bene e nessuno si è scandalizzato per i bambini, anzi diverse donne ghanesi si sono subito offerte come baby sitter».
Estratto da Federica Tourn in "Riforma"

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