martedì 10 maggio 2016

Zygmunt Bauman

«Potremmo dire che i terroristi sono il più potente fattore unificante tra i membri di un’UE che altrimenti vede sfaldarsi molte delle sue cuciture. La paura, lo spreco di risorse sempre maggiori nella costruzione di muri, l’impiego di un numero crescente di uomini per la sicurezza e costosi gadget per lo spionaggio nella vana speranza di prevenire il prossimo attentato». E’ accertato che  «quasi tutti i terroristi sono “indigeni”, reclutati tra i discriminati, gli umiliati e vendicativi giovani che crescono in mezzo a noi senza futuro. Tenerli in condizione di privazione è un modo di cooperare con il terrorismo: seguendo la logica dell’occhio per occhio allarghiamo il bacino che i capi terroristi hanno mostrato di saper usare bene».  L’invito e la speranza sono che l’Europa «non abbandoni i suoi valori e non si pieghi al codice di comportamento dei terroristi; sarebbe il suicidio della casa della moralità e della bellezza dov’è nata l’idea di libertà, eguaglianza e fratellanza».

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