lunedì 16 marzo 2015

VOGLIO ESSERE DEBITORE!

"So bene di dover tutto a tutti e non mi voglio <<sdebitare>>.  Quando qualcuno mi fa un dono e non vuole il <<ricambio>>, io accetto, perché neanche a me piace di <<ricambiare>>, quasi a ristabilire parità improbabili. Io accetto il dono e resto in debito. E se poi, a mia volta, posso fargli un regalo, è un regalo e non una restituzione, un pareggio di conti. <<Così- gli dico, -io resto in debito; e mi piace; adesso sei in debito anche tu. Non siamo in pari: siamo entrambi reciprocamente debitori; e possiamo dir 'grazie'. È molto meglio>>. Così si ottiene l'eguaglianza: parificando la disparità al livello di un debito comune, che esprime meglio la posizione umana e religiosa. La situazione patrimoniale è la stessa, ma la situazione psicologica è diversissima.
Noi siamo costruiti dagli uomini,dagli animali e dalle cose; senza parlare del debito primario col Signore. Il senso religioso è essenzialmente senso di dipendenza riconosciuta e accettata; perché è Dio che fa sempre il primo passo e l'uomo non può fare che il secondo. Ma, per fare il secondo, non può che attendere quel primo: quel Dio che viene e seguita a venire. La fede è soprattutto un'attesa, un ascolto, un'accoglienza: riconoscersi in debito con Dio e non cercare i conti pari. Il fariseo non è giustificato proprio perché cerca di autogiustificarsi con i conti,di pareggiare i bilanci con le decime.
No, no, Signore, non vorrei proprio aver pagato tutto e trovarmi (o presumere) coi conti in pari con Te. Per mia fortuna ho molti debiti; e mi sta bene così: di avere i conti dispari,di essere in debito perenne, di seguitare a indebitarmi con Te."
Da "ERBA DELLA MIA ERBA" di Adriana Zarri.

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