martedì 17 marzo 2015

ESISTE UNA GUERRA GIUSTA?

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, mons. Silvano Tomasi, ha messo sul tavolo l’opzione della guerra giusta per estirpare dal vicino oriente e dalle metastasi nordafricane il Califfato retto da Abu Bakr al Baghdadi. “Dobbiamo fermare questo tipo di genocidio, altrimenti un domani ci chiederemo a gran voce perché non ci siamo mossi, perché abbiamo permesso che accadesse una simile terribile tragedia”. Il dialogo, ça va sans dire, rimane l’opzione privilegiata. Ma quando l’interlocutore risponde con crocifissioni, decapitazioni, mutilazioni e roghi umani, bisogna valutare le altre soluzioni. “Quel che serve è una coalizione coordinata e ben organizzata che faccia il possibile per raggiungere un accordo politico senza violenza. Ma se questo non è possibile, l’uso della forza sarà necessario”, ha detto il prelato al portale americano Crux, che non a caso parla di “un insolitamente schietto avallo a un’azione militare”. Il tutto, ha aggiunto Tomasi, dovrà avvenire “sotto l’egida delle Nazioni Unite” e dovrà “includere gli stati musulmani del medio oriente”, perché è bene evitare “un approccio occidentale”. Le parole del presule fanno seguito alla dichiarazione congiunta presentata al Consiglio dei diritti umani di Ginevra da Santa Sede, Russia, Libano e sottoscritta da quasi settanta paesi, in cui si afferma la necessità di “sostenere la radicata presenza storica dei cristiani e di tutte le comunità etniche e religiose del medio oriente di fronte alla minaccia terroristica”. Mai, prima d’ora, uno specifico documento per la difesa dei cristiani era stato portato all’attenzione dell’organismo onusiano.
da "IL FOGLIO".

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