lunedì 23 gennaio 2017

DON PRIMO MAZZOLARI

«Chi pensa di difendere, con la guerra, la libertà, si troverà con un mondo senza nessuna libertà. Chi pensa di difendere, con la guerra, la giustizia, si troverà con un mondo che avrà perduto perfino l'idea e la passione della giustizia. Chi pensa di fermare con la guerra il comunismo, è almeno un ingenuo prima di essere un criminale. L'Osservatore Romano, nell'aprile 1951, confutando la pretesa di vincere il comunismo con la guerra,«un'idea con le munizioni», rimetteva le cose a posto, affermando:«Si vis pace para pacem». Chi pretende difendere con la guerra la cristianità, riporterà la chiesa alle catacombe. Chi vuol difendere con la guerra la civiltà cristiana, s'accorgerà d'aver aperto la strada alla barbarie.» 
«Purtroppo la guerra è tuttora in mano dei militari, dei politici e dei banchieri: ma se l'opinione mondiale ne sventasse a poco a poco le trame denunciando certi criminali disegni; se li folgorasse con l'orrore del peccato contro l'uomo, prendendo dal Vangelo e dalle lettere degli ultimi papi l'accento e la passione profetica, finiremmo per accorgerci che qualche cosa si muove. È questione d'aver fede quanto un granello di senapa, e prendere l'iniziativa in nome di questa fede, poiché se non ci si deve dare, e neanche si deve firmare per una pace falsa, bisogna che qualcuno si faccia avanti e offra agli uomini di buona volontà la vera pace». 
(Dal libro "Tu non uccidere")

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