L'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, all'indomani della travolgente vittoria dei 'Sì' al referendum per il matrimonio per le coppie gay fa autocritica. "Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l'evidenza", ha dichiarato l'alto prelato alla televisione nazionale irlandese. Martin riconosce che il risultato è 'una rivoluzione sociale'. La vittoria del 'Sì' è il segno di "una rivoluzione culturale" nel Paese cattolico, in cui "prevale un'idea individualistica della famiglia" e si smarrisce "il concetto del matrimonio come elemento fondamentale di coesione sociale". "Quanto è accaduto non è soltanto l'esito di una campagna per il sì o per il no, ma attesta un fenomeno molto più profondo, una rivoluzione culturale", ha spiegato nell'intervista. "E' un cambiamento notevole i cui effetti concreti sono imprevedibili", ha avvertito Martin, "il matrimonio in chiesa è anche un matrimonio civile e le coppie gay che se lo vedranno rifiutare potrebbero ricorrere ai giudici accusandoci di discriminazione se il legislatore non mette dei limiti".
"La Chiesa deve chiedersi quando è cominciata questa rivoluzione culturale e perché alcuni al suo interno si sono rifiutati di vedere questo cambiamento. È necessario anche rivedere la pastorale giovanile: il referendum è stato vinto con il voto dei giovani e il 90 per cento dei giovani che hanno votato sì ha frequentato scuole cattoliche", ha aggiunto Martin.
da "Repubblica.it".
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