Un'attività condotta mentre intorno, allora come ora, i seguaci del dittatore Assad, le bande dell'Isis, gli oppositori del regime combattevano senza esclusione dei colpi.
Ad Assad quel prete non era mai piaciuto e lo aveva espulso, ma lui era tornato, perché pensava che il suo dovere fosse quello di condividere le gioie, ma anche la disperazione e a la paura della sua comunità di vita e di preghiera.
Dal giorno del sequestro si sono rincorse le voci piú diverse: dall'annuncio dell'esecuzione al presunti video di chi lo avrebbe incontrato in una prigione dell'Isis, ma dopo 3 anni resta solo il vuoto lasciato da un costruttore di pace che, ovviamente, continuiamo a sperare di poter rivedere e riascoltare.
di Beppe Giulietti
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