sabato 30 luglio 2016

IL SILENZIO DI FRANCESCO

«Dov’è Dio se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre?», ha detto papa Francesco durante la Via Crucis nella spianata di Blonia di fronte a migliaia di fedeli. Sembrava quasi che il pontefice volesse conservare la propria voce per urlare al momento giusto il suo appello all’umanità.

Così a piccoli passi ieri mattina papa Francesco ha varcato senza proferire favella i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz: c’è «un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare»,(Ecclesiaste 3:1-22).
È un silenzio che parla all’umanità quello di Francesco. I suoi predecessori al Vaticano avevano rilasciato dichiarazioni dai lager ma per Francesco, il Male assoluto non può essere raccontato con le parole. Un messaggio a tutti quello che urlano la propria verità storica soltanto per ottenere consensi.
E ancora un silenzio che suona come una condanna alla disneyzzazione della memoria storica, alle fotografie scattate dai turisti nelle bocche dei forni crematori, ai supermercati da costruire e ai cacciatori di Pokemon nei luoghi delle fabbriche di morte. La festa per i giovani non è qui ma per le strade di Cracovia.
Il papa ha voluto comunque lasciare alcune parole in spagnolo sul libro d’onore del sito. «Signore abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdono per tanta crudeltà!», al termine della visita. 

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