Quattro preti bergamaschi, don Gianluca De Ciantis, don Andrea Testa, don Alessandro Nava e don Emanuele Personeni, delle comunità di Mapello, Valtrighe e Ambivere, hanno deciso di dare con la Quaresima un segno speciale
«In Quaresima noi sacerdoti abiteremo una tenda allestita sul sagrato della Chiesa di Ambivere. Questa decisione nasce dalla presa di coscienza che il prezzo del nostro benessere è la riduzione in miseria di altri esseri umani. Non siamo più disposti ad accettare un sistema del genere. Per questo vogliamo lasciare simbolicamente le nostre case. Si tratta di un segno temporaneo, fino a Pasqua. Poi si vedrà. Intanto con questo gesto vogliamo dire che riconosciamo le nostre responsabilità di fronte alla miseria del mondo. E non vogliamo abituarci a questo stato di cose. Per prima cosa vogliamo capire il legame tra miseria, politica e guerra. Ma siccome l’informazione televisiva, i giornali e gli intellettuali non aiutano molto a capire, siamo costretti a procurarci da noi l’informazione che serve».
Un gesto sicuramente molto significativo, carico di provocazione e di voglia di dare un segnale forte alla comunità umana, religiosa o politica che sia. Un gesto che fa discutere. Ed è proprio questo che si vuole. Un gesto che rompe il muro di gomma, il muro del perbenismo leghista di numerose amministrazioni locali e del campanilismo religioso della terra bergamasca. Un gesto che mette in primo piano la dimenticata accoglienza: basta con il "prima noi e poi loro"! Non posso fare altro che complimentarmi con questi quattro "uomini d'amore", e mi stupisco perché non siano ancora state erette tende in tutte le altre parrocchie, perché, come potrebbero i cristiani andare incontro agli eventi pasquali, se non lavando i piedi, spezzando il pane e consegnando il messaggio della speranza risorta a quanti portano negli occhi e nel corpo le stigmate della croce!
Non posso non essere solidale con questi amici: invio loro un forte abbraccio e l'invito a proseguire in questo "viaggio di solidarietà e di accoglienza"!
A.B.
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