in “www.adista.it” del 28 ottobre 2015
Vi proponiamo di seguito la lettera che i preti del Nord Est, noti come i firmatari “della Lettera di
Natale”, ci hanno inviato. Riuniti per riflettere sul contenuto della prossima Lettera e preoccupati
per «i fatti accaduti ultimamente riguardanti la persona di papa Francesco», i 13 sacerdoti hanno
infatti preso carta e penna e scritto una lettera al papa che desiderano rendere pubblica.
_____________________________________________________________________________
Carissimo fratello Francesco,
se guardiamo solamente a queste ultime due settimane in cui si sta svolgendo il Sinodo dei Vescovi,
ci sono stati alcuni tentativi per far vacillare la tua infaticabile opera di rinnovamento della Chiesa
nel permetterle, in continuità con il Concilio Vaticano II, di crescere in umanità facendo proprie le
gioie e le sofferenze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne del nostro tempo. Siamo
convinti con te che se la Chiesa non è pronta a svolgere questa missione con grande attenzione al
nuovo che matura, perde l’appuntamento con la Storia! Per questo, soprattutto in questo tempo di
gravi attacchi intestini, vogliamo dirti grazie per quello che stai facendo e per come lo stai facendo,
garantendoti la nostra preghiera e la nostra condivisione di pastori che, con umiltà e con questo
spirito, cercano di operare nel Nord Est del paese in contesti di estrema fragilità.
Soprattutto notiamo in te una debolezza che è per noi forza nella fede in Gesù di Nazareth.
Amiamo in te la debolezza che non pretende risultati immediati, magari imponendoli in modo
autoritario senza dare alla Chiesa il tempo di maturarli. Amiamo quel lavorare a lunga scadenza
senza ossessione, senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci, sapendo rischiare di attendere,
perché è forte in te la certezza che a guidarci sia lo Spirito del Risorto e che Suoi sono i tempi del
cambiamento. È con questa fede che riesci a dare spazio a tutti, non omologando, ma cercando
quella «convivialità delle differenze» che, nel confronto, porta arricchimento e condivisione
fraterna pur nel rispetto delle diversità di identità, di idee e di opinioni.
Amiamo in te quella debolezza, così poco diffusa anche nei nostri ambienti ecclesiali, che non porta
a «diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti
gli spazi di potere e di autoaffermazione» (Evangelii Gaudium, 223). Amiamo decisamente quel
voler «camminare insieme», occupandoti di «iniziare processi più che di possedere spazi» (ibid.).
Amiamo ancora in te quella debolezza che, non cercando compromessi col potere di turno e non
arrendendosi alla logica del mondo, afferma il primato del Vangelo, favorendo franchezza
apostolica e amore preferenziale per gli «scartati» della Storia. Perché, se vogliamo essere davvero
figli di Dio, non c’è nessun grido che prorompe da tante parti della terra che debba risultare a noi
estraneo o lasciarci indifferente.
Allo stesso tempo amiamo in te la debolezza che si fa tenerezza capace di disarmare e far crollare
barriere; che fa risuonare la «misericordia», parola chiave del tuo magistero petrino tesa a ridonarci
il Volto di quel Dio «ricco di amore e di fedeltà» (Esodo 34,6) che fa pulsare il suo cuore al battito
del misero, incrociando il suo sguardo e accogliendolo tra le sue braccia, usandogli vera
compassione e perdonandolo sempre. Perché non c’è nessuna situazione umana, per quanto
degradata, che possa impedire a Lui di essere presente e operante con la sua misericordia per
rinnovare la vita e la gioia anche dell’ultimo del mondo.
Grazie, fratello Francesco, perché, da innamorato di Gesù di Nazareth e partendo sempre dal Suo
punto di vista, ci aiuti a capire che anche nel nostro tempo è importante che la legge mai schiacci
l’uomo, ma sia l’uomo ad essere tutelato, salvaguardato e accolto nel grembo di una Chiesa che –
per restare fedele al suo Maestro – è chiamata a mostrarsi ancora e sempre più madre dalle viscere
d’Amore.
Zugliano (UD), 23 ottobre 2015
Pierluigi Di Piazza, Franco Saccavini, Mario Vatta, Giacomo Tolot, Piergiorgio Rigolo, Andrea
Bellavite, Luigi Fontanot, Alberto De Nadai, Renzo De Ros, Albino Bizzotto, Antonio Santini,
Piero Ruffato, Paolo Iannaccone
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