giovedì 14 aprile 2016

TRE IDEE DI BONO DEGLI U2 AI MIGRANTI

Bono, il cantante degli U2, che ha fondato One, organizzazione di sensibilizzazione sui diritti umani e Red per la lotta all’Aids, è appena tornato da un viaggio in Medio Oriente e Africa Orientale. Un viaggio che ha compiuto come attivista ma soprattutto come europeo,<<perché l’esodo di massa da Paesi distrutti come la Siria non è un problema solo mediorientale e africano, ma europeo quanto americano. Ci riguarda tutti."  Ha parlato con i profughi, ha incontrato autorità e rappresentanti della società civile ed è arrivato a proporre tre aree di azione specifica per la comunità internazionale.
"In primo luogo i profughi e i Paesi ospiti necessitano di maggiori aiuti umanitari: l’ufficio dell’Alto
commissario Onu per i Rifugiati sta facendo un lavoro nobile ma non può adempiere a tutte le
necessità se riceve finanziamenti insufficienti.
In secondo luogo, possiamo aiutare i Paesi ospiti a non considerare i profughi solo come un fardello, ma come un vantaggio. La comunità internazionale potrebbe fare molto di più, attraverso gli aiuti allo sviluppo e gli accordi commerciali per incoraggiare le imprese e gli stati ospiti a considerare i vantaggi insiti nel dare lavoro alle persone invece che tenerle nell’ozio (su questo la Banca mondiale e le Sacre scritture concordano). I profughi hanno voglia di lavorare. In patria facevano i negozianti, gli insegnanti e i musicisti e vogliono farlo ancora, o forse fare altre cose. Hanno bisogno di uno sviluppo che investa in loro e li emancipi, che non li tratti da beneficiari passivi.
Per esercitare un’azione più efficace gli aiuti devono essere meglio coordinati. I profughi nei campi hanno bisogno immediato di cibo e riparo, ma nel lungo periodo anche di formazione, lavoro e sicurezza finanziaria.
Terzo, la comunità internazionale deve consolidare e incrementare gli aiuti allo sviluppo erogati ai
Paesi che non sono crollati, ma sono comunque devastati dalla guerra dalla corruzione e da governi
deboli. La situazione infatti può aggravarsi sempre più fino a sfociare nell’anarchia. Alcuni governi
occidentali ultimamente hanno tagliato gli aiuti all’estero concentrando la spesa sui richiedenti asilo
all’interno dei propri confini. Però costa meno investire nella stabilità che lottare contro l’instabilità.
La trasparenza, il rispetto della legalità e media liberi e indipendenti sono a loro volta cruciali per la
sopravvivenza di Paesi ai margini del caos. Perché il caos, lo sappiamo bene, è contagioso."

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