mercoledì 6 aprile 2016

AVANTI,MA PENSANDO A CHI E' RIMASTO INDIETRO

Potrebbe essere descritto come il pontificato della “porta aperta”. Papa Francesco lascia pensare che i luterani possono ricevere la comunione, incontra il patriarca della Chiesa ortodossa russa, si scusa per le persecuzioni agli evangelici. Collabora al ristabilimento di relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba e cerca di portar pace in una zona di guerra in Africa. Quando Francesco si trova di fronte ad una porta chiusa, la sua prima reazione non è quella di andarsene, ma di cercare di aprirla.
I suoi ultimi tentativi di riconciliazione sono con la Fraternità San Pio X (SSPX), il gruppo tradizionalista dissidente la cui missione è preservare la liturgia e le pratiche della Chiesa esistenti prima del Concilio Vaticano II. A prima vista, i tentativi di pace di Francesco con la fraternità appaiono contraddittori. Lui è il papa che sta aggiornando la Chiesa, in sintonia con le riforme del Vaticano II e non ha alcuna predilezione per la liturgia nel vecchio rito. E la fraternità, da parte sua, vede Francesco come un modernista che supera ogni limite.
Tuttavia, questo calore personale potrebbe significare un punto di svolta se riesce a togliere il gruppo dall'isolamento. Dopo tutto, risolvere relazioni conflittuali tra parti contrapposte, è importante quanto i problemi stessi. C'è il pericolo che, se una riconciliazione dovesse esserci, alla fraternità sia permesso di rientrare alle sue condizioni. D'altro canto, può essere un segnale della fiducia di Francesco nelle riforme del concilio e nella direzione che sta prendendo la Chiesa, per cui se una piccola scheggia vuole mantenere le vecchie maniere, questo non è un problema. È un po' come invitare uno zio eccentrico  al tuo matrimonio: ha alcuni punti di vista un po' strani, ma fa pur sempre parte della famiglia. Mostra anche che questo papa pone la riconciliazione personale prima della dottrina: Francesco è attratto dal metter fine alla frattura con i lefebvriani perché li considera parte delle “periferie”, che desidera tanto raggiungere in uscita. E se una riconciliazione dovesse avvenire durante un anno giubilare, avrebbe il vantaggio di dimostrare l'inesauribile misericordia di Dio, di cui il papa parla ripetutamente. Riportare indietro i lefebvriani sarebbe un passo coraggioso. Ma ne abbiamo già visti altri da questo papa.
Estratto da “www.thetablet.co.uk” 

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