giovedì 28 aprile 2016

Hans Küng dice che Francesco ha risposto alla sua richiesta di una libera discussione sul dogma della infallibilità del papa

<<Il 9 marzo ho diffuso un Appello a Papa Francesco perché desse spazio ad una libera discussione,
senza pregiudizi e del tutto aperta, sul problema dell'infallibilità. Essa è stata pubblicata sulle
principali riviste di diversi paesi. Sono stato felice di ricevere una risposta personale da Francesco
subito dopo Pasqua. E’ del 20 marzo e mi è stata trasmessa dalla nunziatura del Vaticano a Berlino.
Della risposta del papa, i seguenti punti sono importanti per me:
• Il fatto che Francesco ha risposto e non ha lasciato, per così dire, cadere nel vuoto il mio testo;
• Il fatto che egli stesso ha risposto e non tramite il suo segretario privato o il segretario di Stato;
• Mi ha risposto in maniera fraterna, in lingua spagnola, rivolgendosi a me come Lieber Mitbruder
( "Caro Fratello") in tedesco e queste parole personali sono in corsivo;
• Con evidenza egli ha letto molto attentamente l’Appello, a cui avevo aggiunto una traduzione
spagnola;
• Che ha espresso forte apprezzamento per le considerazioni che mi avevano portato a scrivere il
Volume 5 delle mia opera completa, in cui suggerisco di discutere dal punto di vista teologico le
diverse problematiche che il dogma dell'infallibilità solleva alla luce della Sacra Scrittura e della
tradizione con l'obiettivo di approfondire un dialogo costruttivo tra la chiesa "semper reformanda"
del XXI secolo e le altre chiese cristiane e la società postmoderna.
Francesco non ha fissato alcun limite alla discussione. Egli ha così risposto alla mia richiesta di dare
spazio a una libera discussione sul dogma dell'infallibilità. Penso che sia ora indispensabile
utilizzare questa nuova libertà per portare avanti la riflessione sulle definizioni dogmatiche, che 
sono motivo di polemica all'interno della Chiesa cattolica e nel suo rapporto con le altre chiese
cristiane.
Non prevedevo tutta questa nuova libertà che Francesco ha aperto nella sua esortazione postsinodale,
Amoris Laetitia. Già nell'introduzione, egli dichiara: "Non tutte le discussioni di questioni
dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte dagli interventi del magistero".
Egli denuncia "la morale burocratica e fredda" e non vuole che i vescovi si comportino come se
fossero gli "arbitri della grazia". Egli dice che l'Eucaristia non è un premio per le persone perfette
ma è un "nutrimento per i deboli."
Egli cita ripetutamente dichiarazioni fatte al Sinodo dei vescovi o dalle conferenze episcopali
nazionali. Francesco non vuole più essere l'unico portavoce della chiesa.
Questo è il nuovo spirito che ho sempre atteso dal magistero. Sono pienamente convinto che in
questo nuovo spirito aperto a una discussione libera e imparziale sul dogma dell'infallibilità, questo
problema chiave per il futuro della Chiesa potrà essere discusso al meglio.
Sono profondamente grato a Francesco per questa nuova libertà ed unisco il mio grazie di cuore
all'aspettativa che i vescovi e i teologi sappiano senza riserve adottare questo nuovo spirito e unirsi
nel ringraziamento partecipando a questo compito in conformità con le Scritture e con la grande
tradizione della Chiesa.>>
[P. Hans Küng, cittadino svizzero, è professore emerito di teologia ecumenica presso l'Università di Tubinga, in Germania]

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