venerdì 22 aprile 2016

I DUE RELIGIOSI CHE HANNO SCOSSO L'EUROPA

Un giorno davvero triste per il Papa nel suo viaggio-lampo a Lesbo. Tristezza per persone trattate come rifiuti ingombranti, sgradevoli e sgraditi. Ma anche per un Occidente che ostenta nel proprio curriculum la referenza di "patria della civiltà"; e poi la calpesta nei gesti quotidiani. Ci volevano due uomini di religione per richiamare gli uomini della politica al loro unico vero ruolo, guidare i processi non inseguirli. Due persone dell'altro mondo, un argentino come Francesco e un turco come Bartolomeo, per scuotere la coscienza anestetizzata dell'Europa.
Da Lesbo a Lampedusa, da est a ovest, il Mediterraneo non è solo una delle più grandi fosse comuni della storia, in fondo alla quale giacciono migliaia di vittime di ogni età e senza nome, cui è negato perfino il diritto al ricordo. È anche l'impietosa certificazione di una società vocata alla lacrima col timer: è durato lo spazio di un mattino, il groppo alla gola di fronte alla foto di Aylan, il bimbo profugo morto su una spiaggia. Quanti ne sono morti dopo di lui, al buio totale? Ma soprattutto, è la bandiera bianca issata su quella fortezza Europa che si sta disintegrando sotto i colpi di ciò che essa stessa ha creato, e che oggi si rivela incapace di gestire: non per mancanza dei mezzi materiali, bensì di quelli culturali.
E così la politica della casa comune, come quella dei suoi singoli inquilini, si fa dirigere dalle paure anziché gestirle; invece che affrontare in modo coordinato il problema, lascia che ogni Paese si eserciti nel gioco dello scarica-migrante. E in simili condizioni si alimenta un nuovo e lucroso settore economico, l'edilizia muraria i cui cantieri proliferano lungo tanti confini. La globalizzazione dell'indifferenza denunciata da papa Francesco ha il suo epicentro in un' Europa che bara su tutto, a partire dai numeri. Quasi nove profughi su dieci, dei 60 milioni in giro per il pianeta, sono accolti dai Paesi del terzo mondo; il Libano da solo ne ha più di tutti i 28 Stati Ue messi assieme; nell'intero continente dagli Urali all'Atlantico i rifugiati sono meno di uno ogni mille abitanti, contro gli 87 della piccola Giordania. E però per definire gli arrivi in casa nostra i termini più ricorrenti sono "ondata" e "invasione". E anche quando si contesta una misura restrittiva, come il blocco del Brennero, si fa appello alle ragioni economiche: preoccupano le merci, delle persone chi se ne frega? Finché un giorno arriva la religione a esercitare la supplenza di una politica imbelle: grazie a due figure come papa Francesco e il patriarca Bartolomeo. I quali, superando antiche, sterili e nefaste divisioni sul nulla tra le rispettive confessioni, vanno su un' isola ridotta a un campo di internamento per ricordare al mondo intero, e a noi europei in particolare, che cos'è un uomo: soprattutto quando lacero, ferito, spogliato di tutto a partire dalla dignità, giace riverso sulle tante strade di Gerico del pianeta, mentre gli passano accanto frotte di viandanti che non lo degnano di uno sguardo. Dio è con noi, hanno professato nell’occasione e professano ancor oggi tanti crociati di fedi diverse; e dietro questo paravento hanno consumato e consumano feroci massacri.
Bugiardi e impostori: perché Dio, con qualsiasi nome lo si chiami, è con gli altri. Gli ultimi. Il sale della Terra.

Estratto da “Trentino” del 21 aprile 2016

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