mercoledì 18 novembre 2015

PARLA AMOS OZ :ORA TOCCA ALL'ISLAM MODERATO!

«Non sono un pacifista, non lo sono mai stato e certo non lo sono ora di fronte agli ultimi avvenimenti. Non sono mai stato contrario alla necessità che, quando serve, occorre utilizzare il bastone. Però sono profondamente convinto che l’unica forza al mondo davvero capace di combattere e sconfiggere i fanatici musulmani, oltreché aiutare l’Occidente a trovare le difese necessarie, siano i musulmani moderati. Sono loro, prima di tutti, che dovrebbero fare un passo avanti, alzare la voce, scoprire, denunciare i fanatici nei loro quartieri e impugnare il bastone quando necessario»
«Penso alla Turchia, alla Tunisia, alla Giordania, all’Egitto, al Pakistan, all’Indonesia. Ma in realtà esiste dovunque per il semplice fatto che va compreso che questa, prima che essere una guerra contro l’Europa e l’Occidente, è una guerra interna all’Islam, per il suo cuore, è un conflitto sul significato e l’identità musulmani:lo sforzo maggiore devono farlo loro, il loro futuro è nelle loro mani».
«La questione non è “che fare” contro l’Islam, ma contro i fanatici islamici, che non è la stessa cosa. Io non sono abbastanza esperto sulla Siria. Non so giudicare se Assad debba restare, almeno temporaneamente, oppure venire dimesso subito. Però in questi giorni pochi ricordano il caso di un piccolo Paese arabo del Nord Africa come la Tunisia:la parte moderata religiosa e laica della popolazione in ben tre tornate elettorali ha sconfitto il fronte estremista islamico. Perché l’Europa non fa uno sforzo per aiutare economicamente, politicamente e in ogni altro modo a fare della Tunisia un grande modello? Perché non farne un esempio di Islam illuminato che sia ammirato e invidiato dai Paesi vicini? Lo stesso si potrebbe dire della Giordania, dove, lo so bene, la democrazia è meno avanzata, però resta un polo di moderazione».
«Mi lasci dire che non sono un seguace della filosofia del porgere l’altra guancia quando sei aggredito. In particolare, mai farlo con i fanatici. Però sono anche convinto che il bastone da solo non funzioni. Non puoi curare una ferita a suon di bastonate. Se picchi soltanto, la ferita non fa che diventare più larga e profonda. Non ha senso bastonare tutto il mondo islamico in quanto tale. Penso per esempio alla striscia di Gaza. Fare di quella regione un posto migliore per chi ci vive sarebbe un colpo grosso contro Isis e gli altri fanatici che vorrebbero speculare sulla povertà e il malcontento».
«Quasi settant’anni fa un presidente americano poco carismatico e molto modesto quale era Harry Truman decise che sarebbe stato importante donare una cifra pari a circa il venti per cento del prodotto nazionale lordo del suo Paese per la ricostruzione dell’Europa devastata dalla guerra. Il “piano Marshall”.Truman fece il miglior investimento di tutti i tempi: la Guerra fredda è stata vinta dagli Usa grazie ad esso. Lui non visse tanto a lungo per vedere il suo trionfo. Però, garantì la democrazia, salvò l’Europa, ne fece un modello di sviluppo invidiato in tutto il mondo, creò un grande mercato utile anche all’industria americana. A noi oggi serve un gigante di generosità e capacità di guardare avanti come fu Truman. Ci vorrebbe un piano Truman-Marshall per il mondo islamico che dia forza e coraggio ai moderati. Solo così il bastone della guerra ai fanatici potrà avere prospettive di successo».
da un'intervista su "Corriere della Sera"

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