lunedì 8 agosto 2016

Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi)

<<Non c’è pace senza disarmo. Non c’è disarmo se non tacciono i cannoni, se non si smontano, oltre alle ram­pe missilistiche, anche gli spiriti. La pace non si regge sull’equilibrio degli armamenti, ma solo sulla vicende­vole fiducia, sul disarmo dei cuori >>
(cfr. Giovanni XXIII, Pacem in Terris,n.113).
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Alqosh, nel nord dell’Iraq. Due anni fa, nella notte tra il 6 e il 7 agosto, il ‘grande esodo’: circa 100.000 persone, la maggior parte cristiani e yazidi, in fuga nel cuore della notte per salvarsi dalla furia dell’Isis che stava arrivando, scappati in pigiama, in ciabatte o a piedi nudi. Una fuga di diverse ore con un caldo pesante. Racconti di persone che avevano in casa malati, anziani, invalidi. Storie atroci di bambine e donne fatte prigioniere e messe in gruppi diversi per poi essere vendute al mercato. E tanta morte, nel corpo e nello spirito. Il tutto – se penso a quella mattina del 7 agosto 2014 - abbastanza nell’indifferenza dei mass media... Era l’inizio di una nuova tragedia per centinaia di migliaia di profughi. Con negli occhi e nel cuore il dolore per le tante violenze e uccisioni che avevano visto. E diceva il profeta Naum: “Guai alla città sanguinaria,piena di menzogne,colma di rapine,che non cessa di depredare!… feriti in quantità,cumuli di morti, cadaveri senza fine,
s’inciampa nei cadaveri.«Ti getterò addosso immondizie,ti svergognerò, ti esporrò al ludibrio.Allora
chiunque ti vedrà, fuggirà da tee dirà: “Nìnive è distrutta! Chi la compiangerà?Dove cercherò chi la
consoli?”».
Sembra descrivere la realtà di oggi: di Mosul (l’antica Ninive), dell’Iraq, ma anche di Aleppo, della
Siria e di tanti altri luoghi di dolore e morte, dalla Palestina al Sud Sudan, all’ Afghanistan, …
Per non dire poi che il 6 agosto è anche l’anniversario di Hiroshima.
Quando capiremo davvero la follia della guerra? Quando smetteremo (Italia in prima fila) di vendere armi a mezzo mondo, compresi quegli Stati che, si sa, sono i principali sostenitori dell’Isis: Arabia Saudita e Qatar. Quando? Ce lo chiedono in tanti che vivono in quella terra: chiudete i rubinetti delle armi!
Oggi il pensiero va alle tante famiglie di Mosul, Alqosh, Karamles, Batnaia, Kirkuk…ai tanti amici Iracheni e Siriani: dal Patriarca di Baghdad Sako, al Vescovo di Aleppo Audo, da p. Paolo Dall’Oglio a p. Ziad e p. Mourad SJ di Aleppo.
Ma, a quanto pare, c’è chi pensa che una nuova guerra in Libia sia una buona soluzione..
Ha ragione papa Francesco: “Mentre il popolo soffre, incredibili quantità di denaro vengono spese
per fornire le armi ai combattenti. E alcuni dei paesi fornitori di queste armi, sono anche fra quelli
che parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano destra ti accarezza e con la sinistra ti
colpisce?” (5 luglio 2016).

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