martedì 2 agosto 2016

A PADRE JACQUES HAMEL

Vecchio fratello Jacques, immagino la pace di quel momento: il mattino di un giorno d'estate, la chiesa luminosa, alcune presenze familiari e silenziose, i riti così spesso visitati. Quel mattino, festa di Anna e Gioacchino! Hai appena detto, ancora una volta: “ecco il mio corpo, ecco il mio sangue!”. Hai fondato questo momento di pace sul sacrificio di Cristo, sulla tragedia della Croce, l'uccisione rituale da cui sorge la Pace. Due giorni prima, nel giorno di san Giacomo, avevi sentito la domanda: “Jacques, sei pronto a bere il calice che io sto per bere?” Improvvisamente, il sangue scorre sull'altare. È il tuo sangue? È il sangue di Cristo? Hai gridato? Hai pregato? Il tuo sangue si univa a quello di tanti innocenti uccisi. Il sangue di Abele ucciso da suo fratello. Il sangue che gridava al cielo, il sangue che grida vendetta, il sangue che eccita gli squali, il sangue che bagna i campi..., no, era il sangue uscito dal cuore strabordante d'amore del Crocifisso. Il giovanissimo fratello che ti taglia la gola, quella mattina è venuto, senza saperlo, ad offrire il sacrificio della messa di cui tu, con Gesù, sei il sacerdote e la vittima. La messa è finita, andate! Il silenzio è ripiombato sulla piccola chiesa. Che cosa dici tu, giovane assassino, anche tu entrato nella pace di Dio? Quel gesto ti ha svuotato di tutto l'odio che faceva esplodere il tuo cuore. Hai incrociato la sguardo di Jacques nel momento supremo? Il tuo sangue si è mescolato al sangue di Cristo. Vi sento, ora, tu e Jacques, ripetere, ad una voce, le parole di Gesù: non c'è amore più grande di chi dà la vita...
di Jacques Noyer, vescovo emerito di Amiens 
in “www.baptises.fr” del 1° agosto 2016 (traduzione: www.finesettimana.org) 

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog