venerdì 19 agosto 2016

QUANDO LO SPORT EDUCA ALLA PACE


La settimana scorsa un campeggio estivo per ragazzi israeliani si è concluso con un torneo in stile coppa del mondo: cento ragazzini di 12 e 13 anni d’età sono stati suddivisi in sei squadre, ciascuna intitolata a un paese della coppa del mondo. La cosa interessante è che il torneo si è tenuto nella città arabo-israeliana di Baqa al-Gharbiyye e che, dei cento ragazzi partecipanti, cinquanta erano ebrei abitanti a Pardes Hanna-Karkur, Zichron Ya’akov e Binyamina, mentre gli altri cinquanta erano arabi israeliani abitanti a Iqsal, Barta’a e nella stessa Baqa al-Gharbiyye.

Il campeggio estivo, chiamato “Calcio per la pace”, ha visto i ragazzini vivere, mangiare, dormire e giocare insieme per quattro giorni: un’esperienza che ha offerto loro l’occasione di abbattere le barriere psicologiche che spesso dividono le comunità araba ed ebraica della società israeliana, e di sbarazzarsi degli stereotipi negativi tramite interazioni sociali positive.

Alla cerimonia per la consegna delle medaglie hanno preso parte più di 150 genitori, fra i quali i sindaci di Baqa al-Gharbiyye e di Pardes Hanna-Karkur i cui figli avevano partecipato all’iniziativa. Ma la vittoria più bella, dice Mahameed, è stata sentire per caso uno scambio di battute tra due ragazzini, che dicevano: “Abbiamo vissuto insieme per quattro giorni e ci siamo trovati bene. Se possiamo farlo noi, perché non possono farlo i nostri genitori?”.

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