venerdì 11 dicembre 2015

QUANDO GIUSTIZIA E MISERICORDIA S'INCONTRERANNO...

Il papa riapre la questione di Dio, ma non propone il Dio dei miracoli, bensì il Dio della misericordia. Riapre un radicale processo di conoscenza di Dio, di cui l’uomo moderno sembra non sapere più nulla, e ne propone il riconoscimento, propone lo stesso discernimento che ne ha fatto Gesù. Questo discernimento è necessario (proprio per questo, ha spiegato il Concilio, il Verbo si è fatto carne) perché era necessaria – e lo è anche oggi – una nuova comprensione di Dio; infatti la storia, inclusa la storia delle religioni, è anche una storia dei fraintendimenti di Dio, da cui mano a mano i credenti e le Chiese si sono affrancati a cominciare dall’immagine del Dio violento, vendicatore, giudice e perfino sterminatore da cui le religioni, secondo un prezioso documento della Commissione Teologica Internazionale del gennaio 2014, devono prendere oggi un definitivo congedo, realizzando così un cambiamento epocale nella percezione di Dio e nella condotta degli uomini. 
            Questo è il significato della misericordia come messaggio e scelta in cui si riversa tutto il pontificato di Francesco, dalla scelta del motto papale – “miserando et eligendo” – alla ripresa del Concilio, al suo proseguirlo e incardinarlo nell’anno della misericordia e da qui in un’età della misericordia: misericordia di Dio, e misericordia anche nostra.
            Storicamente la società umana si è costruita al di fuori e addirittura senza misericordia. E anche dopo che la misericordia si è pienamente svelata nel volto di Gesù, il mondo ha cercato semmai le vie della giustizia, non della misericordia. In nome della giustizia si sono fatte guerre giuste e conquiste, inquisizioni, punizioni, vendette, discriminazioni ed esclusioni. A metà del Novecento, dopo che il flagello era arrivato al culmine, i popoli ebbero un sussulto, e a San Francisco (magia dei nomi!) provarono la strada della misericordia, ripudiando la guerra, condannando i genocidi, proclamando i diritti, instaurando una convivenza; ma durò poco, e tutto fu di nuovo riassorbito nella guerra fredda e nel relativo terrore bipolare  prima, nel ripristino delle guerre e nella sovranità selvaggia del denaro poi, dopo la caduta del Muro..
            L’ “ecologia integrale” del papa punta ora tutto sul ritorno della misericordia; non più solo come virtù privata o ornamento spirituale della vita, ma come nuovo criterio del politico e come precondizione della continuità della vita sulla terra.
            E’ questo che Francesco ci ha fatto vedere, un altro volto di Dio, un Dio che perdona sempre, che arriva sempre primo nell’amore e così ci muove ad amare; il papa, come già Tonino Bello, ci ha fatto vedere che con la misericordia non solo si può continuare ad abitare la terra, ma un altro mondo è possibile.

                                                                                               Raniero La Valle

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