lunedì 26 gennaio 2015

“Ho deciso di affrontare una nuova scelta di vita”

in “La Stampa” (edizioni locali) del 26 gennaio 2015
Ha celebrato la funzione come sempre, ma le voci a Borgo correvano da tempo e molti già sapevano che sarebbe stata la sua ultima messa. E che avrebbe parlato. Emozionato ed a tratti commosso, si è rivolto alla folla di fedeli e ha chiesto loro di «sedersi ancora per pochi minuti, perché ho da darvi un avviso insolito». Così don Claudio Cavallo, 50 anni, da 5 parroco della chiesa di San Dalmazzo, ha annunciato ieri che mercoledì lascerà la sua parrocchia. A marzo diventerà padre di un bambino e con la sua compagna, darà vita a una famiglia. 
«Resto una persona felice».
«Sono qui per salutarvi, e ringraziare il Signore per il tratto di strada che abbiamo percorso insieme - ha detto il sacerdote -. So per certo che Lui è il mio maestro, per questo resto una persona felice». 
Quindi la confessione, senza però riferimenti diretti alla vicenda, e il motivo di una «scelta che non cancella idealmente tutto ciò che fino ad oggi ho continuato a vivere, ma mio malgrado lo farà». 
«Perché nella Chiesa - ha aggiunto - non è ancora ammessa la possibilità di svolgere il ministero sacerdotale e nel contempo, portare avanti una famiglia». Sul futuro: «Vorrei continuare a lavorare per la Chiesa che amo, alla quale ho dedicato tutto me stesso».
Il vescovo di Cuneo e Fossano, monsignor Giuseppe Cavallotto, l’ha sospeso e già sostituito con un altro parroco, che a Borgo raccoglierà un’eredità pesante. Quella di un prete molto amato e rispettato dalla comunità, che mai ha parlato di «scandalo» e mai ha voltato le spalle al suo sacerdote.
«Perdiamo un fratello»
E che forse, dopo ieri, lo rispetta ancora di più. Al commosso discorso di don Claudio, la comunità ha risposto con un lunghissimo applauso e molti non hanno trattenuto le lacrime: «Perdiamo un fratello entrato nel cuore della gente». Altri ne hanno sottolineato il grande coraggio e la coerenza, rammaricandosi che i sacerdoti della Chiesa cattolica non possano ancora sposarsi.
«Sottovoce, e con tutta umiltà - ha concluso don Cavallo - so che ho sempre cercato di svolgere il mio ministero di parroco con diligenza e dedizione. Se ho urtato qualcuno per il mio carattere, chiedo perdono e misericordia». 
«Venticinque anni fa sono diventato prete. Dopo tutto questo tempo, nonostante momenti anche non facili, posso dire di non aver mai chiuso una giornata senza un grazie al Signore e una gioia profonda nel cuore. Ora, dopo una lunga e seria meditazione, preghiera, confidenza, confronto con i miei superiori, ho preso la mia decisione, di affrontare una nuova scelta».
È uno dei passi del discorso di don Claudio Cavallo ai parrocchiani. «Mi rendo conto che questa mia confessione vi sorprenderà. Sono grato per l’amicizia e la stima che ho ricevuto da tanti di voi».
Poi un lungo elenco di «grazie» ai parrocchiani, in particolare ai bambini, agli anziani e ai malati, alle persone che non possono più uscire di casa. «La loro sincera amicizia e affetto mi hanno sempre più convinto - ha concluso - che soltanto l’amore costruisce una vita e la rende vera».
«Continuerete a essere presenti nelle mie preghiere–ha concluso prima dell’ultima benedizione-. Anche a tutti voi, oggi, presenti e assenti, chiedo nella piena libertà, una piccola preghiera».
“Gli siamo grati per il servizio che ha reso alla nostra Chiesa” (Monsignor Giuseppe Cavallotto) 
«Oggi, 25 gennaio, al termine della Messa domenicale don Claudio Cavallo ha salutato la sua 
comunità parrocchiale, comunicando di lasciare il suo ministero sacerdotale. La decisione, maturata a lungo e concordata con il Vescovo, è stata una scelta sofferta, vissuta con sincerità e dettata da coerenza con il suo nuovo orientamento di vita. Siamo grati per il generoso servizio reso da don Claudio nella nostra Chiesa, in Camerun e in particolare nella parrocchia di San Dalmazzo. 
Se da una parte restano il dolore e l’amarezza del presbiterio diocesano e delle comunità che lo hanno conosciuto ed apprezzato, dall’altra Claudio continua ad essere figlio di questa Chiesa e nostro fratello che amiamo. Sono certo che la sorpresa suscitata dalla sua scelta si trasformerà in comprensione e preghiera». 

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