sabato 17 gennaio 2015

ANCORA A PROPOSITO DI "JE SUIS...!"


Cara Daniela, senza aver ancora letto questa tua lettera, proprio ieri, in 1^ G, ho sentito il bisogno di sostenere che "je ne suis pas Charlie, perché pur non essendoci ragioni valide per uccidere, uccidere mai e poi mai, per nessuna ragione!, nondimeno è concesso ad alcuno di offendere un'altro e soprattutto nel suo credo religioso; questo modo di agire non è sinonimo di libertà, la libertà finisce dove prevarica l'altro, non ti pare? e poi libertà di che, di blasfemia....?
Tutto questo poi l'ho sentito confermato da papa Francesco e ciò ha ulteriormente rafforzato le mie convinzioni.
Capisco le tue motivazioni, ma io come non avrei comprato Charlie un anno fa, così non lo comprerei né oggi né mai.
In amicizia, Luigina.
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Carissima Luigina,
anch'io ho sentito Papa Francesco e francamente mi ha sbalordito,  perché  il messaggio cristiano non è rispondere con un pugno a <<Chi parla male della mia mamma!>>, ma, evangelicamente, un <<Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!>> o un più radicale <<Porgi l'altra guancia!>>. Se un Cristiano se lo dimentica, diventa come il peggiore dei talebani, e, comunque, il rivoluzionario messaggio di Gesù Cristo è quello della Misericordia sempre e ad ogni costo!  Spero che la spiegazione impulsiva di Sua Santità sia stata limitata da una padronanza non ancora completa della Lingua Italiana, prova ne è il fatto che la Sua considerazione iniziale smentisce quella successiva. Il mio "Je suis ..." significa non certo condividere un atto di "blasfemia", neppure io comprerei, né comprerò mai il settimanale satirico "Charlie", ma mi dissocio, nella maniera più totale, da un atto di violenza che si è spinto fino a togliere la vita ad altri uomini. Mi permetto, inoltre, di ricordarti il comportamento adottato da Gesù al Tempio, riportato da tutti gli evangelisti, nel momento in cui era stata fatta della casa del Padre Suo una "spelonca di ladri". La Sua reazione è stata quella di sbraitare e di ribaltare i tavoli dei venditori, perché se ne andassero e non profanassero più quel luogo sacro, e non quella di imbracciare un arma per uccidere! Gesù ha usato una sana violenza contro le "cose", ma non ha sfiorato neppure un capello di quelle persone! Bisogna condannare, con coraggio e coerenza, ogni forma di blasfemia: per quanto mi riguarda, mi ha rivoltato la vignetta, sempre apparsa in precedenza su "Charlie", della Trinità in atteggiamenti equivoci e, non condivido una linea satirica, che vada a toccare questioni di carattere dottrinale, urtando la sensibilità dei credenti ... Tuttavia, in nome della libertà di opinione e soprattutto in nome del mio essere Cristiana, rispetto, pur contestando, e solo contestando a parole, con il dialogo e il confronto critico, chi non la pensa come me!
Concludo, cara Amica, riportando testualmente un altro passo del Vangelo che racconta la cattura del Figlio di Dio nell'Orto degli Ulivi da parte delle guardie del sinedrio  (Mt. 26, 50b-53) : << 50b Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51 Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.52 Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. 53 Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?>>.

Con Affetto e Amicizia,

Daniela Villa

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