mercoledì 3 dicembre 2014

LA DIFFICILE MA POSSIBILE ARMONIZZAZIONE DEL MASCHILE E DEL FEMMINILE


"A differenza dei grandi uomini del Medioevo, oggi noi, gente delle cose di Dio, non sappiamo più comprendere e trattare le passioni, abbiamo dimenticato la «gaia scienza». I monaci poeti possedevano una vera teologia della passione amorosa, mentre noi ci accontentiamo di un'etica degli affetti, di una serie di prescrizioni. E' urgente che la Chiesa riprenda a trattare i temi vitali dell'uomo, come il grande dono dell'eros, una spiritualità che parli al cuore, il posto del corpo,l'aldilà, il rapporto con la natura e il cosmo, facendone una teologia, riconoscendoli come luogo teologico, e non riducendoli solo a una morale.La vita non è statica, ma estatica. In cammino verso qualcosa che è al di là di sé. L'essere è estasi, è divenire, movimento, diffusione di sé, attrazione. La vita avanza per passioni, non per ingiunzioni.E la passione nasce da una bellezza. Acquisire fede è acquisire bellezza del vivere: è bello amare,sposarsi, generare, godere della luce e degli abbracci, gustare l'umile piacere di esistere; è bello essere di Dio e insieme del mondo; è bello attendere e stare con l'amico, perché tutto va verso un senso luminoso e positivo, nella finitezza e nell'infinito. La vita non è etica, ma estetica. Nel suo senso letterale, estetico significa sensibile; il suo contrario non è il brutto, ma - letteralmente - l'anestetico, l'insensibile, l'immobile. Ogni vivente ha una vita affettiva, parte alta e forte della sua identità, necessaria per essere felice. Possiamo negarla ma non eliminarla. La dimensione degli affetti, fondamentale per l'equilibrio della persona, necessaria per vivere (se non amiamo, non viviamo: 1 Gv 3,14), e per vivere con gioia, è un autentico luogo teologico: l'amicizia rivela qualcosa di Dio.
Ogni vivente nasce come persona appassionata, e quel malinteso spirito religioso che ci spinge a negare le nostre passioni inaridisce le sorgenti della vita e rende molti cristiani dei predicatori di cose morte. Bisogna non tanto soffocare, ma convertire le passioni; non raggelare, ma liberare i desideri per desiderare Dio. Soltanto chi ama la vita è sensibile al richiamo del Vangelo: « sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10).
- Ami la vita?
- Sì, amo la vita.
- Allora hai fatto metà del cammino.
F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov
La santità non consiste in una passione spenta, ma in una passione convertita. Dio non è presente
dove è assente il cuore.E non ci interessa un divino che non faccia fiorire l'umano."

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