martedì 29 novembre 2016

E LE DONNE NELLA CHIESA?

Il Portail Catholique suisse ha annunciato, con grande soddisfazione, che finalmente è stata consegnata a papa Francesco la lettera che un gruppo di donne cattoliche svizzere aveva preparato e portato a Roma all'inizio dell'estate, con una lunga marcia a piedi dall'abbazia di San Gallo fino al Vaticano.

La lettera è intitolata L'Eglise avec les femmes e chiede una maggiore integrazione delle donne nelle istituzioni vaticane, e maggiori possibilità di esprimersi all'interno della Chiesa. Niente di nuovo, né di particolarmente rivoluzionario: ormai queste richieste arrivano alla Santa Sede da ogni parte, anche dall'associazione che riunisce le superiori generali, ma ognuno di questi gesti - soprattutto se, come questo, è accompagnato da un forte impegno personale - è significativo e importante.

La cosa invece incredibile è che questa lettera sia giunta nelle mani del Papa solo ora, attraverso un uomo, il cappuccino svizzero Mauro Johri, che si dichiara simpatizzante della richiesta. Egli ha incontrato il Papa nel corso della sua partecipazione alla riunione dei superiori generali e così è riuscito a mettergliela in mano. Lo stesso Johri si è poi dichiarato disponibile a chiedere, in futuro, al Papa cosa pensa della lettera. 

Come mai una lettera portata a mano e in modo clamoroso, attraverso un lungo pellegrinaggio a piedi, da un gruppo di donne, e poi letta ad alta voce nella stessa basilica di san Pietro dal vescovo di san Gallo durante la cerimonia che le ha accolte, non può arrivare al Papa? E ha bisogno di una mediazione maschile per essere consegnata?

E come mai lo stesso religioso si dichiara garante della risposta del Papa? Sono certa che, se il Santo Padre avrà da comunicare qualcosa alle donne che hanno scritto la lettera, lo farà direttamente, perché le considera esseri umani uguali agli uomini. Ma la notizia non finiva qui: con grande entusiasmo si annuncia che l'ordine dei cappuccini ha deciso di promuovere le donne al suo interno, dando loro la facoltà di studiare, perfino andando a Roma.

Mi sembra evidente che molti non hanno ancora capito che le religiose - cappuccine comprese - da decenni studiano, leggono, si interessano e tutto e hanno molte cose da dire, senza il permesso di nessuno.

Sono però episodi come questo, e dichiarazioni come queste, che allontanano le giovani dalla vita religiosa: quale donna di oggi vuole sentirsi sotto tutela, considerata sempre bisognosa di aiuti e permessi da parte degli uomini? Senza l'aiuto dei quali pare che non possa arrivare a niente, neppure a far arrivare una lettera al papa?

Il crollo delle vocazioni femminili al quale stiamo assistendo in questi anni forse farà riflettere, finalmente, anche le gerarchie ecclesiastiche. Speriamo che non sia troppo tardi.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog