martedì 28 giugno 2016

VOGLIA DI RIFORMA

<<Si sente il bisogno di un salto di qualità che crei strutture di partecipazione responsabile dei fedeli alla vita della Chiesa, dei vescovi con il ministero del Papa, dei preti con quello dei vescovi e dei fedeli laici con quello dei preti. Occorre inquadrare la missione della Chiesa all'interno di una società ormai pluralista. Il rischio è quello di operare ancora al di dentro di un quadro mentale riferito ad un vecchio mondo, dove la società era fondamentalmente cristiana. Il mondo non si trasforma attraverso l’esercizio del potere, bensì attraverso quello dell’amore: è questa la via di Gesù. Conversione e riforma sono concetti da non sovrapporre: la conversione riguarda un cammino di santità della persona, mentre la riforma riguarda gli ordinamenti, le procedure, le prassi delle istituzioni ecclesiastiche. Dal Concilio Vaticano II si sono imposte l’attuazione della collegialità episcopale e la creazione di strutture sinodali nella chiesa locale al livello della diocesi e della parrocchia. Richiamando le parole di Papa Benedetto XVI – per il quale nell'esercizio del magistero i fedeli laici non dovrebbero essere soltanto fruitori ed esecutori passivi, ma collaboratori preziosi dei pastori nella sua formulazione – è auspicabile che non si lasci vuoto il grande spazio intermedio fra l’inizio, la partecipazione di tutti all'evangelizzazione da cui nasce la Chiesa e la partecipazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica, che è ne è ‘culmen et fons’>>.
Severino Dianich alla 66ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale del Centro di orientamento pastorale (Cop) a Foligno

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