venerdì 3 aprile 2015

VENERDÌ SANTO


È l'ora delle tenebre. È l'ora del buio più completo e assoluto. È l'ora del fallimento di una grande idea rivoluzionaria. È l'ora dell'annebbiamento e della confusione. È l'ora della crisi. È l'ora delle domande,degli interogativi. Dove abbiamo sbagliato? Chi l'avrebbe detto che tutto si sarebbe così velocemente concluso? Dove andremo e cosa faremo? Potremo tornare ad essere quelli di prima?
E così,da una parte Giuda risolve il problema con una corda appesa ad un albero,mentre Pietro,spaventatissimo,si chiude nel segreto della propria casa. 
Due atteggiamenti,due situazioni che ci aiutano a capire come affrontare il “problema-Gesù di Nazareth”.
Il primo apostolo-seguace lo interpreta e lo vive solo da un punto di vista umano e terreno. È stato un grande uomo Gesù di Nazareth,e con Lui si è vissuta un'esperienza formidabile e totale. Ma ormai tutto è finito,tutto si è esaurito e senza alcun sbocco possibile:come poter vivere un futuro da disagiato,da diverso,da pseudo-essere messo ai confini del vivere e dell'essere!!
Il secondo testimone è colui che in tempi passati aveva affermato con forza e convinzione:<<Tu sei il Cristo,l'Unto,il Figlio del Dio Vivente...>>. Un'idea,una visione del suo Gesù fortemente imbevuta di fede e di attese biblico-spirituali. Era stata un'esperienza di vita totale e formidabile,e che non poteva finire in quel modo tanto improvviso e tragico! Tanta confusione invadevas il suo cuore,ma il divino che aveva respirato ogni giorno al fianco di Gesù,soffiava ancora nel suo cuore.
Aveva visto cambiare il mondo e il cuore degli uomini,ed ora era solo questione di tempo. Forse bisognava solo lasciar trascorrere quegli eventi e aspettare che quel divino tornasse a soffiare!
Ci siamo trovati di fronte a due grandi “traditori”,a due “grandi personaggi”,a due “traditi” che non riescono a trovare risposta agli eventi del <<venerdì santo>> e che unica reazione fu un timido tentativo di risolvere tutto con la forza,con la spada,con ciò che è esclusivamente umano,con ciò che nasce e finisce nell'uomo.
Ecco qual'è,a volte,il grande difetto dell'uomo:mani e piedi al posto del cuore e del cervello!
“Dalla pelle al cuore..”,recita la canzone di un cantautore,e credo che non sbagli nell'affermare ciò,perchè se la pelle diversifica e crea antagonismi,il cuore pulsa indistintamente in ogni uomo e produce la stessa vita per tutti!
Agostino Bonassi.

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