domenica 19 gennaio 2014

ANCH'IO HO RISPOSTO AL QUESTIONARIO DI PAPA FRANCESCO IN PREPARAZIONE AL SINODO SULLA FAMIGLIA - PARTE SECONDA

5 - Sulle unioni di persone della stesso sesso

a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello
stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?
b) Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile
promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone
coinvolte in questo tipo di unione?
c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto
di vivere secondo questo tipo di unioni?
In Italia non esiste alcuna legge civile di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso,anzi aumentati sono gli atti di violenza contro omosessuali e lesbiche:Chiesa e Stato sono imbevuti di mentalità omofoba!
Il cammino,che non è ancora iniziato,è molto lungo,e non bastano i principi “missionari” di redenzione da parte della Chiesa,né una legge da parte dello Stato contro l’omofobia.
Bisogna creare all’interno di Chiesa e Stato un consenso tale da rendere possibili queste unioni,fino ad arrivare ad una benedizione da parte della Comunità Cristiana che trova un ulteriore gesto nella firma davanti all’Ufficiale Pubblico.
Anche tutto ciò va inserito in un cammino di fede molto più vasto,visto che la richiesta di un riconoscimento della Chiesa è sicuramente voluto da chi ha scelto Cristo come compagno di viaggio della propria vita.

d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come
comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?
La richiesta arriva sicuramente da una coppia di credenti,per cui non vedo nulla in contrario. E poi l’annuncio di fede non è un dono gratuito per ogni uomo di buona volontà?



6 - Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari

a) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai
bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?
Non saprei,ma ci sono fior fiore di statistiche che possono rispondere adeguatamente.


b) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i
sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione?
c) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di
offrire un’educazione cristiana ai propri figli?
d) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione
del sacramento e l’accompagnamento?
L’aumento delle situazioni che la Chiesa Cattolica ritiene irregolari non è sempre direttamente proporzionale al rifiuto di far partecipare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana i propri figli. Nella mia esperienza personale,pur rimanendo personalmente ai margini,a causa delle mie scelte di vita contrarie all’impostazione dogmatica della Chiesa Cattolica, ma sempre impegnato nella crescita della mia fede in Cristo,ho fatto in modo che le mie figlie potessero accogliere la Buona Novella fin dall’inizio della loro vita perché crescessero secondo l’originale e autentica tradizione europea,imbevuta e maturata nell’area della scelta cristiana.


7 - Sull’apertura degli sposi alla vita

a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla
paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti
metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in
materia dal punto di vista pastorale?
I cristiani si ricordano del Humanae Vitae solo per il fatto che in essa si nega la possibilità di avere rapporti sessuali che non siano tesi alla procreazione e per la bocciatura dell’uso della contraccezione artificiale. Si ha sicuramente coscienza di incorrere nella peccaminosità dell’uso di pillola e preservativi,e lo si confessa anche,ma senza trovare alternativa utile.




b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono
difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?
La maggioranza dei cattolici non accetta tale dottrina morale e soprattutto non accetta che l’indicazione provenga da un mondo di celibi,di persone che non sanno e non capiscono che cosa voglia dire vivere una vita di coppia. Credo che di tutte le indicazione della Chiesa Cattolica,questa,sia la più contrastata e inascoltata, soprattutto per l’idea che non si vogliono interferenze nell’intimità del rapporto tra i coniugi. Inoltre si ritengono i metodi anticoncezionali un aiuto per l’intimità,per la conoscenza reciproca e per la libertà coniugale. Infine c’è una campagna sociale per l’utilizzo del preservativo quale unico,al momento,mezzo di non trasmissione di malattie sessuali.

c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i
coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?
d) Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e
nella partecipazione all’eucaristia?
Ma la Chiesa Cattolica è ancora convinta che si debba battere la strada degli insegnamenti dell’ Humanae Vitae,riducendo tutta la bellezza e la vastità del rapporto sessuale tra i coniugi ad un problema di procreazione e di anticoncezionali?

e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al riguardo?
Se la Dottrina della Chiesa Cattolica è rimasta ferma ai principi della Humanae Vitae,non così è stato per la società civile che ha dovuto far fronte a tutta una serie di nuove problematiche legate all’accresciuta presenza femminile,alla nuova visione della sessualità,alla necessità di dover difendere una serie di categorie umane emarginate da mentalità sessuofobica e maschilista,iniziando perciò a parlare di una nuova educazione sessuale,del controllo delle nascite,dell’accoglienza di coppie gay.

f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la
crescita delle nascite?
In una società secolare come quella odierna,credo che sia impossibile proporre un principio del genere a causa dell’incremento della popolazione,della scarsità delle risorse naturali,della possibilità di una realizzazione diversa dalla maternità per la donna e non da ultimo l’enorme crisi economica globale che preclude le speranze future dei giovani.


8 - Sul rapporto tra la famiglia e persona

a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo privilegiato
perché questo avvenga?
La Famiglia è certamente un luogo privilegiato dove Cristo si rivela e dove rivela all’uomo la sua vocazione,ma non dimentichiamo la risposta di Gesù ai suoi genitori quando,smarritosi durante la salita al Tempio in occasione della Pasqua e ritrovato in mezzo ai maestri della Legge,disse:<<Perché cercarmi tanto? Non sapevate che io devo essere nella Casa del Padre Mio?>>(Lc2,49/Traduz.Interconfessionale).

b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo
all’incontro della persona con Cristo?
Sicuramente il non sentirsi amati, l'essere abbandonati ed esclusi, il subire violenza nella famiglia o nella società. In particolare oggi la mancanza di lavoro, di cure mediche adeguate, di sostegno materiale e psicologico in situazioni di invecchiamento, disagio mentale, dipendenza, corrodono le relazioni familiari.

c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita
familiare?
Se la fede fa parte del substrato personale e famigliare degli individui,ogni problematica di vita famigliare inclina anche la vita della fede. Fondamentale sarà la solidità dell’amore umano che è trasfigurazione di quello divino che fa crescere la fede e aiuta ad incontrare l’altro da sé.



9 - Altre sfide e proposte

Ci sono altre sfide e proposte riguardo ai temi trattati in questo questionario, avvertite come
urgenti o utili da parte dei destinatari?
Nel questionario non si è accennato ai preti o suore che lasciano il ministero e formano una famiglia. Anch’essi sono credenti che spessissimo sono emarginati dalla vita ecclesiale. Non sono neppure coinvolti non dico per la pastorale, ma per le competenze che – dovendo ricostruirsi una vita – hanno acquisito in campi diversi.
Vorrei sfruttare questa opportunità per segnalare che molti sono disponibili ad un dialogo con i Pastori per trovare risposte anche a questo problema ecclesiale. Dialogo che più volte hanno cercato, ma che è sempre stato rifiutato.


GRAZIE PER L’ATTENZIONE.
Agostino Bonassi con Daniela.




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