sabato 22 ottobre 2016

ENZO BIANCHI

"Di fronte ai totalitarismi e agli eventi tragici vissuti nel secolo scorso, ma anche a eventi disumani che si rinnovano nei nostri giorni, sembra sorgere quasi spontanea la domanda: “Dov’è Dio? Perché non interviene?”. Se Dio tace, o meglio, sembra tacere e fare silenzio, è solo perché non c’è nessuno che lo ascolta e lo interroga, come ha osservato con finezza Massimo Cacciari. D’altronde, una grande lezione l’aveva già data Primo Levi, lui non credente, che non si domandava come Elie Wiesel, credente, dov’era Dio ad Auschwitz, ma piuttosto dov’era l’uomo: dov’è andata a finire l’umanizzazione nella Shoah? Come ha potuto l’uomo diventare aguzzino e annichilire a tal punto l’altro, l’uomo suo fratello?
Il vero problema non è dunque il silenzio di Dio, ma il non ascolto dell’uomo, del credente. Il Signore non si nasconde per metterci alla prova, per saggiare se lo amiamo o no: chi conosce la sofferenza, la fatica del dubbio, non può pensare che sia Dio a volere questo! La notte, l’oscurità della fede, il silenzio di Dio sono solo aspetti dell’enigma del male: siamo creature fragili e capaci di peccare, e il nostro peccato inizia proprio con il non ascolto di Dio… Ecco perché la prova, la sofferenza può essere senza Dio: questo è solo un aggravamento del male, della prova, ma com’è vero che Dio non vuole la nostra sofferenza, così non vorrebbe mai aggravarla con il suo silenzio e la sua assenza. La nostra strada di uomini e donne è un cammino a volte nella notte fonda, a volte nella nebbia, perché non sappiamo vedere bene, non sappiamo ascoltare bene. Il silenzio di Dio accolto come nostro non ascolto, come nostra sordità, fa parte del nostro cammino faticoso, del mestiere di vivere da umani e da cristiani." 

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