sabato 20 giugno 2015

MANCA QUALCOSA....

«Tutto dipende da me... e se dipende da me sono sicuro che non ce la farò», diceva Nanni Moretti in Caro Diario, riferendosi alla sua condizione di malato apparentemente incurabile. Leggere l’enciclica Laudato Si’ di Francesco mi ha gettato nello sconforto del personaggio morettiano. Tutto dipende da noi, esseri umani, come individui e come collettività. Tutto dipende da noi, se vogliamo salvare questo mondo ammalato, se vogliamo salvare il Creato che Dio ci ha affidato. E se tutto dipende da noi, sono sicuro che non ce la faremo. Però, si dice, finalmente un’enciclica del papa che parla dei temi ambientali...... E la chiesa cattolica non è rimasta a guardare in questi decenni, ma ha partecipato attivamente a questo processo di riscoperta del legame con la terra. Colpisce però il pessimismo che pervade l’enciclica. Il mondo va male, il mondo va peggio. Già Francesco aveva espresso questa opinione in pubblico. Ma non è così: la situazione è molto più complessa. Ne dico due: la percentuale dei poveri nel mondo è calata rispetto a trent’anni fa e mai nella storia si è verificato che cittadini privati donassero soldi per cittadini poveri di altre nazioni come avviene ora. La povertà non è stata sconfitta e troppa gente sta male al di là di quanto noi (occidentali in poltrona) possiamo immaginare, ma ridurre a “si va sempre peggio” non è dire la verità. Insomma, in questo testo, che mette finalmente il magistero cattolico in linea con quanto già dibattuto a livello ecumenico, manca la speranza. Manca la speranza che, nonostante il peccato degli uomini e delle donne, contro Dio, contro il prossimo e contro il Creato, il Padre amorevole non ci abbandonerà. Manca la speranza che, alla nostra responsabilità di custodi del Giardino, corrisponda la responsabilità di chi ci ha chiamati a questa vocazione....Forse, non è un caso che del canto di Francesco d’Assisi, papa Francesco nell’enciclica citi tutto, eccetto la lode finale: «Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male». Il frate di Assisi non si compiaceva della morte, ma sapeva che la grazia del Signore era più forte.
Peter Ciaccio in “www.riforma.it” del 19 giugno 2015

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