“E’ durante il tempo dell’alluvione che bisogna mettere in salvo la semente”.
Sollecitati da queste parole che abbiamo evocato attorno alla tomba di don Tonino Bello, profeta di
pace e di accoglienza dei nostri giorni, anche noi sentiamo di non poter tacere di fronte ad
affermazioni e scelte che minano le fondamenta della dignità umana e della convivenza civile.
Insieme ad altre voci che in queste ore si sono levate vogliamo anche noi esprimere la nostra
indignazione perché in pochi giorni alcuni Ministri di questo governo hanno provocato un’alluvione
di paure, risentimenti, odii e violenze che rischia di travolgere le coscienze di tutti noi:
la contrapposizione tra poveri italiani e stranieri, come falsa soluzione di fronte al fenomeno della
povertà;
la chiusura dei porti come scelta ipocrita di fronte al dramma di tante persone;
il linguaggio violento e mistificatorio (è finita la pacchia…) che alimenta un clima di crescente
intolleranza e suscita comportamenti violenti, xenofobi, razzisti e omofobi.
il censimento dei rom, pratica incostituzionale che evoca tragicamente le leggi razziali di 80 anni fa;
la richiesta alla Nato per una alleanza difensiva nel Mediterraneo;
la vergognosa riduzione ad un problema meramente familiare dell’omicidio di Giulio Regeni, per
privilegiare le convenienze economiche nei rapporti con l’Egitto;
la falsa illusione che la sicurezza personale sia legata sempre più al possesso ed all’uso senza regole
delle armi;
la solidarietà considerata un crimine, piuttosto che un valore da promuovere.
Ci auguriamo che si alzino molte altre voci indignate in ambito ecclesiale, nella società civile e nel
mondo politico.
Noi non ci stiamo.
Di fronte a questa ‘alluvione’ ribadiamo e ci impegniamo a custodire e promuovere la buona
semente della dignità di ogni essere umano, della tutela dei diritti umani per tutti, secondo lo spirito
della Costituzione; della costruzione della pace e della nonviolenza.
Continueremo ad impegnarci in prima persona a fianco degli ultimi, dei migranti e rifugiati, che per
noi sono “uomini e donne in cerca di pace.” Quotidianamente nei nostri territori e in rete con altri
intensificheremo il nostro impegno per ‘disarmare’ la follia della guerra, che si annida anche nei
ragionamenti, nel linguaggio e nelle relazioni personali.
Lo ribadiamo oggi e continueremo a farlo.
Alessano, 20 giugno 2018
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