Il cielo era senza nuvole. L'accoglienza calorosa. I volti sorridenti. I passeggeri e i membri
dell'equipaggio dell'Aquarius sono sbarcati domenica sulle banchine del porto di Valenza, subito
circondati, presi in carico per le prime cure. Immagini commoventi e soprattutto rassicuranti.
Perché, che cosa avrebbe fatto l'Aquarius, con il suo “carico” di 630 uomini, donne, bambini, se la
Spagna non avesse alzato il dito per dire: “Accolgo”? La Francia avrebbe anche lei finito per
proporsi? L'Italia sarebbe tornata a migliori disposizioni? Porre tutte queste domande equivale a
dire che, ormai, nessuna risposta è evidente.
La decisione della Spagna di permettere a questi migranti di posare il piede sul suo suolo ha solo
offerto un breve momento di respiro: la crisi, che rischia di far implodere l'Europa, non sarà oggi.
Ma forse domani, se vi si presta attenzione. Perché in Germania il ministro dell'interno minaccia di
far fallire la coalizione facendo pressione perché un richiedente asilo già registrato in un altro paese
dell'UE vi sia rimandato. Si è perfino formato un “asse” contro l'immigrazione illegale sotto
l'impulso dei ministri dell'interno tedesco, austriaco e italiano...
La questione migratoria sta avvelenando le relazioni intraeuropee e sta minando le fondamenta
dell'Unione. Da mesi, i capi di Stato e di governo rinviano il problema. Il vertice del 28 e 29 giugno
deve essere imperativamente l'occasione di rivedere le regole e le modalità di accoglienza dei
migranti. Ricordando le parole preziose del preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'UE:
“Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si fonda sui valori indivisibili e
universali di dignità umana, di libertà, di eguaglianza e di solidarietà”.
________________________________________________________________
di Florence Couret
in “La Croix” del 18 giugno 2018
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