lunedì 18 giugno 2018

ACCOGLIENZA

Il cielo era senza nuvole. L'accoglienza calorosa. I volti sorridenti. I passeggeri e i membri dell'equipaggio dell'Aquarius sono sbarcati domenica sulle banchine del porto di Valenza, subito circondati, presi in carico per le prime cure. Immagini commoventi e soprattutto rassicuranti. Perché, che cosa avrebbe fatto l'Aquarius, con il suo “carico” di 630 uomini, donne, bambini, se la Spagna non avesse alzato il dito per dire: “Accolgo”? La Francia avrebbe anche lei finito per proporsi? L'Italia sarebbe tornata a migliori disposizioni? Porre tutte queste domande equivale a dire che, ormai, nessuna risposta è evidente. La decisione della Spagna di permettere a questi migranti di posare il piede sul suo suolo ha solo offerto un breve momento di respiro: la crisi, che rischia di far implodere l'Europa, non sarà oggi. Ma forse domani, se vi si presta attenzione. Perché in Germania il ministro dell'interno minaccia di far fallire la coalizione facendo pressione perché un richiedente asilo già registrato in un altro paese dell'UE vi sia rimandato. Si è perfino formato un “asse” contro l'immigrazione illegale sotto l'impulso dei ministri dell'interno tedesco, austriaco e italiano... La questione migratoria sta avvelenando le relazioni intraeuropee e sta minando le fondamenta dell'Unione. Da mesi, i capi di Stato e di governo rinviano il problema. Il vertice del 28 e 29 giugno deve essere imperativamente l'occasione di rivedere le regole e le modalità di accoglienza dei migranti. Ricordando le parole preziose del preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'UE: “Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di eguaglianza e di solidarietà”.
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di Florence Couret in “La Croix” del 18 giugno 2018

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