domenica 3 giugno 2018

“Accogliere lo straniero e accogliere Dio sono due atteggiamenti strettamente connessi”.

Mi permetto di segnalare un interessante spunto biblico del pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), sul tema dell’ospitalità all’Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK) in corso a Novi Sad (Serbia).

Il testo biblico commentato da Negro è Genesi 18:1-8 che racconta di come Abramo, accogliendo tre stranieri presso le querce di Mamre, dov’era accampato, accolga in realtà Dio stesso. “Attraverso l’ospitalità, Abramo fa l’esperienza di Dio”.

Una interpretazione del testo che la spiritualità cristiana ha sempre affermato, come per esempio nel caso di una famosa icona ortodossa di Andrey Rubliov che riproduce proprio questo episodio ed è conosciuta con due nomi: “Icona della Trinità”, ma anche “Icona della filoxenia di Abramo”.

La filoxenia, l’amicizia verso lo straniero, è così una chiave di lettura non solo etica ma anche teologica del brano biblico che si staglia in contrapposizione con il racconto che subito segue: il giudizio e la distruzione di Sodoma (Genesi 19). La filoxenia di Abramo che porta all’incontro con Dio e alla benedizione, si contrappone alla xenofobia degli abitanti di Sodoma che minacciano gli stessi stranieri accolti dal patriarca, attirando su di sé la maledizione.

In un’Europa in cui le migrazioni sono una questione difficile e causa di conflitti, dove molti ritengono che tutti i rifugiati e i richiedenti asilo che tentano di raggiungere l’Europa per scappare dalla guerra o dalla fame debbano essere respinti, “dobbiamo scegliere da che parte stare”, ha ammonito Negro.

“Dalla parte di Abramo e Sara che offrono ospitalità ai tre stranieri, o dalla parte dei ‘sodomiti’ di oggi che non sono le persone omosessuali, ma coloro che predicano l’odio verso gli stranieri”.

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