domenica 8 febbraio 2015

«Più spazio alle donne in Chiesa e società, basta violenze»

 
 


IACOPO SCARAMUZZI

Nell’udienza del Papa alla plenaria del pontificio consiglio della Cultura il richiamo al loro ruolo pastorale e teologico. «Il corpo femminile viene deturpato anche da coloro che ne dovrebbero essere i custodi e compagni»

C’è «urgenza» di una presenza «più capillare ed incisiva» delle donne nella Chiesa «nelle responsabilità pastorali, nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, così come nella riflessione teologica», affinché esse non si sentano più «ospiti» ma siano «pienamente partecipi»: lo ha detto il Papa nel corso di un’udienza all’assemblea plenaria del pontificio consiglio della Cultura del cardinale Gianfranco Ravasi, riunito in questi giorni in Vaticano sul tema «Le culture femminili: uguaglianza e differenza». Francesco ha sottolineato, più in generale, che è necessario evitare un approccio «ideologico» alla questione dell’uguaglianza di genere e che bisogna garantire «la libertà di scelta per le donne, affinché abbiano la possibilità di assumere responsabilità sociali ed ecclesiali, in un modo armonico con la vita familiare». Dure parole contro le «dolorose ferite inflitte, talvolta con efferata violenza» al corpo delle  donne, che, oltre ad essere vittima di tante «forme di schiavitù, di mercificazione, di mutilazione», viene «aggredito e deturpato anche da coloro che ne dovrebbero essere i custodi e compagni di vita».

Bisogna «studiare criteri e modalità nuovi affinché le donne si sentano non ospiti, ma pienamente partecipi dei vari ambiti della vita sociale ed ecclesiale», ha detto Jorge Mario Bergoglio. «Questa è una sfida non più rinviabile. Lo dico ai Pastori delle comunità cristiane, qui in rappresentanza della Chiesa universale, ma anche alle laiche e ai laici in diversi modi impegnati nella cultura, nell’educazione, nell’economia, nella politica, nel mondo del lavoro, nelle famiglie, nelle istituzioni religiose».

Il Pontefice argentino ha poi offerto alcune «linee-guida» ricalcando i quattro punti all’ordine del giorno dell’assemblea del dicastero vaticano. Sul primo aspetto, «Tra uguaglianza e differenza: alla ricerca di un equilibrio», il Papa ha affermato che esso «non va affrontato ideologicamente, perché la lente dell’ideologia impedisce di vedere bene la realtà» e bisogna invece focalizzare l’attenzione sulla «relazione»: «Da tempo ci siamo lasciati alle spalle, almeno nelle società occidentali, il modello della subordinazione sociale della donna all’uomo, un modello secolare che, però, non ha mai esaurito del tutto i suoi effetti negativi», ha notato Francesco, «abbiamo superato anche un secondo modello, quello della pura e semplice parità, applicata meccanicamente, e dell’uguaglianza assoluta» e oggi «la relazione uomo donna dovrebbe riconoscere che entrambi sono necessari in quanto posseggono, sì, un’identica natura, ma con modalità proprie». Quanto alla «generatività», questa tematica «rivolge uno sguardo intenso a tutte le mamme, e allarga l’orizzonte alla trasmissione e alla tutela della vita, non limitata alla sfera biologica, che potremmo sintetizzare attorno a quattro verbi: desiderare, mettere al mondo, prendersi cura e lasciar andare».

Quando ha affrontato il terzo punto, «il corpo femminile tra cultura e biologia», il Papa ha notato che esso «ci richiama la bellezza e l’armonia del corpo che Dio ha donato alla donna, ma anche le dolorose ferite inflitte, talvolta con efferata violenza, ad esse in quanto donne. Simbolo di vita, il corpo femminile viene, purtroppo non di rado, aggredito e deturpato anche da coloro che ne dovrebbero essere i custodi e compagni di vita». Bergoglio, in particolare, ha sottolineato la necessità di sconfiggere «le tante forme di schiavitù, di mercificazione, di mutilazione del corpo delle donne» e affrontare, in particolare, la «dolorosa situazione di tante donne povere, costrette a vivere in condizioni di pericolo, di sfruttamento, relegate ai margini delle società e rese vittime di una cultura dello scarto».

Infine, quarta tematica, «Le donne e la religione: fuga o ricerca di partecipazione alla vita della Chiesa?»: «Sono convinto – ha detto il Papa – dell’urgenza di offrire spazi alle donne nella vita della Chiesa e di accoglierle, tenendo conto delle specifiche e mutate sensibilità culturali e sociali. E’ auspicabile, pertanto, una presenza femminile più capillare ed incisiva nelle Comunità, così che possiamo vedere molte donne coinvolte nelle responsabilità pastorali, nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, così come nella riflessione teologica. Non si può – ha aggiunto il Papa – dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma anche una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile. Si tratta, inoltre, di incoraggiare e promuovere la presenza efficace delle donne in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere la loro presenza e attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia. Non bisogna lasciare sole le donne a portare questo peso e a prendere decisioni, ma tutte le istituzioni, compresa la comunità ecclesiale, sono chiamate a garantire la libertà di scelta per le donne, affinché abbiano la possibilità di assumere responsabilità sociali ed ecclesiali, in un modo armonico con la vita familiare».

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