lunedì 13 marzo 2017

I SUOI PRIMI QUATTRO ANNI

Un Papa "Superman". Così è stato dipinto sui muri di Borgo Pio, nel gennaio 2014, dall’artista di strada Maupal, al secolo Mauro Pallotta: Francesco nel gesto di Clark Kent, pugno destro al cielo e nell’altra mano una ventiquattrore con la scritta “valores” pronto a spiccare il volo. Subito rimosso, quel murales ha avuto però un enorme successo e soprattutto un seguito: a gennaio di quest’anno sempre Maupal ha raffigurato il Papa in versione graffitaro, in cima ad una scala, a dipingere sui muri mentre una Guardia Svizzera gli fa da palo. In fondo, Francesco è questo per la gente: un papa talmente simile all’uomo comune da essere speciale.
Arrivando in Vaticano 4 anni fa, il 13 marzo 2013, si ebbe subito la sensazione di trovarsi dinanzi
ad un Pontefice diverso: Francesco chiese alla folla dei fedeli radunati in piazza San Pietro di
pregare per lui, invertendo così i ruoli in una Chiesa millenaria. Da lì in poi è stato un susseguirsi di
gesti, prima ancora che di parole, rivoluzionari. Il Papa «venuto dalla fine del mondo» è il
principale testimone di quella carità cristiana che si traduce negli aiuti ai poveri, nell’installazione
di docce in Vaticano per i clochard della zona, in ambulatori medici su ruote che girano la Capitale
per dare assistenza sanitaria a coloro che vivono sulla strada, in corridoi umanitari per i profughi
siriani e persino in biglietti di ingresso gratuito al circo per gli anziani soli. Francesco - che prende
l’autobus come un comune cittadino per andare a saldare il conto dell’albergo in cui ha alloggiato
nei giorni precedenti il conclave - è però anche il Papa più osteggiato dalla sua stessa Chiesa,
maldisposta a rinunciare a molti dei privilegi conquistati nel tempo. Il malumore dapprima
strisciante si palesa al momento della pubblicazione, l’8 aprile del 2016 - nel pieno del Giubileo
straordinario della Misericordia -, dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”, in cui Francesco
compendia alcuni precetti di pastorale familiare. A quelle pagine, in particolare, affida la sua
apertura rispetto al tema, molto discusso, dei sacramenti ai divorziati risposati, rimuovendo di fatto
nella prassi il vecchio divieto. Bergoglio suggerisce ai vescovi, in rapporto con i confessori, di
decidere caso per caso attraverso il necessario «discernimento» nel segno, appunto, della
misericordia. Un’innovazione che scatena reazioni durissime da parte dei prelati più conservatori
tanto da arrivare ad un vero scontro aperto con quattro anziani cardinali (Burke, Caffarra,
Brandmueller e Meisner) che a settembre scorso dapprima scrivono al Papa i loro “dubia” su quelli
che ritengono suoi alla dottrina cattolica e poi lo minacciano di un atto formale di “correzione”. Tra
proteste vivaci e dissensi non velati, Francesco - che più di una volta ha confessato di non lasciarsi
togliere il sonno dalle critiche - continua però nell’attuazione della sua idea di cattolicesimo e
colleziona successi storici: l’incontro a Cuba col patriarca di Mosca Kirill e l’attuazione della
riforma della giustizia e dello Ior per liberare la Chiesa dalla «sporcizia».

Estratto da “Trentino” del 13 marzo 2017 di Mariaelena Finessi

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