martedì 19 maggio 2020

UN GIOVANE MONTALE ISPIRA LA NOSTRA RIPARTENZA

A galla di Eugenio Montale

Chiari mattini,
quando l’azzurro è inganno che non illude,
crescere immenso di vita,
fiumana che non ha ripe né sfocio
e va per sempre,
e sta – infinitamente.

Sono allora i rumori delle strade
l’incrinatura nel vetro
o la pietra che cade
nello specchio del lago e lo corrùga.
E il vocìo dei ragazzi
e il chiacchiericcio liquido dei passeri
che tra le gronde svolano
sono tralicci d’oro
su un fondo vivo di cobalto,
effimeri…

Ecco, è perduto nella rete di echi,
nel soffio di pruina
che discende sugli alberi sfoltiti
e ne deriva un murmure
d’irrequieta marina,
tu quasi vorresti, e ne tremi,
intento cuore disfarti,
non pulsar più! Ma sempre che lo invochi,
più netto batti come
orologio traudito in una stanza
d’albergo al primo rompere dell’aurora.

E senti allora,
se pure ti ripetono che puoi
fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c’è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,

e che il cammino è sempre da ricominciare.
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 È una delle prime poesie di Eugenio Montale (1896-1981), datata 1919, scritta mentre era allievo ufficiale al 158º Reggimento di Fanteria Liguria. Una poesia che nasce dai sentimenti di amore/amicizia di Montale per Anna degli Uberti, e per certi aspetti ne segna l’allontanamento. Una poesia non molto conosciuta, rispetto ad altre le opere del grande poeta italiano.
Ciò che colpisce della poesia è che sembra scritta per raccontare i giorni che stiamo vivendo in questo periodo di pandemia da Coronavirus. “A galla” è una svolta generazionale, una svolta epocale: “il cammino è sempre da ricominciare” afferma il poeta alla fine della poesia.
Una poesia che se letta bene è uno stimolo motivazionale. Stiamo tutti per ripartire con le abitudini che avevamo, per tornare a lavorare, per incontrare gli amici, per poter scegliere liberamente dove andare, per viaggiare.
Nel testo di “A galla” la mattina è come un universo liquido nel quale il poeta è immerso, anzi meglio galleggia mentre tutto intorno trascorre la vita. Si fluttua sospesi nel tempo, ma non è consentito rimanere fermi nel momento, sostare nell’attimo. L’inquietudine ci spinge continuamente, ci sprona a riprendere il viaggio, a ricominciare, diventando nostra alleata e non nostra nemica.

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