sabato 7 dicembre 2019

IL CANTO DELL'EMIGRANTE

Ingoia le lacrime, stringi i denti di fronte al dolore, ‎
non dar retta alle ingiurie e alle umiliazioni, ‎
mantieni ferrea la volontà, ‎
così sopravviverai alla sofferenza. ‎

Tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio. ‎
Sopporta con pazienza l’attesa, ‎
abbi fiducia nel futuro, ‎
non perdere il coraggio: il mondo tornerà ad essere un giardino!‎

Finirà l’ostilità, ‎
l’odio e la cupidigia ed ogni sofferenza svaniranno
Il tuo nemico tornerà a chiamarti: Fratello, Uomo! ‎
E ti porgerà la mano con vergogna. ‎

E non sarai più solitario in disparte ‎
quando gli altri gioiscono e ridono. ‎
Anche per te il sole sorgerà, ‎
anche per te si risveglieranno gli uccellini. ‎

Per te splenderà il sole, ‎
per te l’albero fiorirà, ‎
avrai di nuovo una patria, dei fratelli. ‎
Il male svanirà come un incubo oscuro e la tua anima tornerà alla vita.‎
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L'AUTRICE.
Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica.

A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici ‎per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito ‎Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio ‎più piccolo furono rinchiusi nel ghetto di Praga e quindi internati nel campo/ghetto di ‎Theresienstadt. A Terezìn, dove erano stati deportati moltissimi bambini, Ilse Weber svolse ‎l’attività di infermiera nel reparto infantile della locale infermeria. E’ in questo periodo che, per ‎alleviare le pene dei piccoli ospiti, compose molte poesie che improvvisava in canzoni ‎accompagnandosi con la chitarra. Nell’ottobre del 1944 suo marito Willi fu scelto per il ‎trasferimento ad Auschwitz e Ilse chiese di seguirlo: lei ed il figlioletto Tommy vennero subito ‎uccisi al loro arrivo. Willi sopravvisse e potè poi riabbracciare Hanuš, il figlio sopravvissuto.‎

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