martedì 24 dicembre 2019

ANCHE QUEST'ANNO E' NATALE!

E' tornato il Natale! O meglio eccoci nel giorno del ricordo della nascita del nostro Signore Gesù! E come sempre le emozioni, i sentimenti, i colori, le tradizioni si fanno sentire. A Natale siamo tutti più buoni o dovremmo esserlo, secondo la tradizione e le frasi fatte. A questo però si aggiunge, da qualche anno, una serie di polemiche. Quelle sul Presepe, sulle recite natalizie a scuola, su quali siano le modalità più opportune per aiutare tutti i bambini e i ragazzini a festeggiare, a non sentirsi esclusi. 

C'è anche chi non celebra Natale per rispetto verso Gesù, “divenuto ormai un «oggetto/gadget» tra le cianfrusaglie natalizie, mentre chi dovrebbe tutelarlo, almeno come bambino indifeso e rifiutato dai «suoi» e dalla politica al potere, gioca al presepe e «gioisce» al canto di insulse ninne-nanne e ignominiose cantilene come «Tu scendi dalle stelle… al freddo e al gelo». Tutti felici e contenti del «freddo e del gelo». Sadici fino a questo punto…”. 

Qualcuno ha annunciato il <digiuno eucaristico> a Natale, contro la celebrazione del Natale ormai divenuto una minestra riscaldata, un qualcosa di avvolto nella bambagia delle nostre comodità e certezza, senza alcuna attenzione a tutto ciò che produce estromissione, separazione, per rinchiudere in una stalla l’Emmanuele che viene in mezzo a noi. 
Qualche sacerdote in linea con Papa Francesco ha però sottolineato “che la prospettiva della Chiesa, sull'esempio di Giuseppe, è quella di custodire: non la Chiesa, non la dottrina, non i valori non negoziabili, ma di custodirci gli uni gli altri; non in modo generico ma con riferimento concreto agli affamati, agli assetati, ai denudati di vestiti, di verità e di dignità, ai carcerati, agli ammalati, agli stranieri… E insieme custodire tutti gli esseri viventi, l’intero creato..“. Anche questo è Natale!
Sembra quasi che siano gli stessi cristiani i primi ad aver abolito il Natale e ad averlo trasformato in una favoletta magica e sentimentale con uno sfondo edificante che possa spegnere le inquietudini dei tempi moderni!
Un amico,che qualcuno sicuramente conosce, Savino Pezzotta, scriveva:“Da Pechino a Tokyo, da Roma a Palermo, da Berlino a Vienna, a New York e Toronto , ovunque si vedono i segni esteriori di quello che appare ormai come un festival invernale perché diventa sempre più obliata la festa del Natale. Ovunque vediamo sfilare i Babbo Natale con il cappello rosso e bianco accompagnati da una musica che mescola diversi generi. Lentamente ma inesorabilmente le nostre società sembrano dimenticare la dimensione religiosa e umana di questa Festa. Il mio vecchio Parroco , nel sermone della Messa di Mezzanotte era solito criticare le forme e gli strumenti che trasformavano il ricordo della Nascita di Gesù in un evento consumistico e borghese: in una Festa Commerciale. Mi chiedo , con tremore e timore, se ha ancora senso parlare del Natale come una festa , quando il suo contenuto viene da tutti noi svuotato. Resta come appuntamento sognato, come momento di incontro e di convivialità con la famiglia, questa famiglia che resta una protezione simbolica contro il freddo , il maltempo climatico, sociale e politico. Dobbiamo rintracciare sotto gli addobbi che esponiamo nell'illusione di fare festa , il significato vero di questa giornata e collocarla all'interno di ciò che stiamo vivendo, nelle difficoltà del lavoro, della vita, del vivere insieme , la fatica nel riconoscere la ricchezza che ci apporta colui che viene da fuori e la bellezza di vivere un modo di differenze”. 
Che aggiungere? Auguriamoci solo che il Natale sia una festa autentica, rivoluzionaria, davvero evangelica per chi crede, e utile al recupero di atteggiamenti fraterni ed essenziali per chi dice di non credere. 
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Agostino

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