mercoledì 3 aprile 2019

OXFAM: “La risposta alla fame nel mondo è ancora tragicamente inadeguata”

Nel 2018 più di 113 milioni di persone in 53 Paesi del mondo, colpite da gravissime crisi alimentari, sono state vittime di fame e malnutrizione acuta, e sono sopravvissute solo grazie alla distribuzione d’urgenza di cibo e generi di prima necessità.
Un nuovo studio di Oxfam mostra chiaramente che siamo di fronte a una crisi globale che parte da lontano e di cui ancora non si intravede la fine, perché le riforme e gli aiuti finanziari messi in campo non hanno raggiunto chi, pur producendo cibo nei paesi poveri, rimane la prima vittima della fame: agricoltori di piccola scala, in particolare donne.

«Decenni di politiche sbilanciate hanno condotto a un’enorme concentrazione del potere di mercato nelle mani di pochi grandi attori dell’industria agro-alimentare. Questo modello non è in grado di garantire la sicurezza alimentare nel mondo e un reddito dignitoso ai produttori di piccola scala e ai lavoratori della filiera. Al contrario, è solo garanzia di rendimento certo per gli azionisti di questi colossi industriali», ha detto Giorgia Ceccarelli, policy advisor di Oxfam Italia. «Le crisi alimentari del decennio scorso avrebbero potuto essere l’occasione per un cambio di paradigma a supporto dell’agricoltura di piccola scala, ma la risposta politica è stata totalmente inadeguata, I Governi dei Paesi più colpiti hanno realizzato ben poco delle riforme strutturali annunciate, mentre le promesse di aiuto dei paesi donatori non si sono tradotte in investimenti di lungo periodo».

Per l’Italia, il tema della sicurezza alimentare è sempre stato, almeno nelle intenzioni, al centro dell’azione di cooperazione internazionale, ma ancora oggi l’ammontare di fondi destinato al settore non arriva al 6% dell’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo).

«Non è più tollerabile che povertà e disuguaglianza continuino a colpire le migliaia di persone, soprattutto donne, impegnate in tutto il mondo a produrre il cibo che arriva ogni giorno sulle nostre tavole. – conclude Ceccarelli - I governi nazionali e i paesi donatori devono moltiplicare i loro sforzi per mettere fine allo scandalo della fame. Sostenere l’agricoltura di piccola scala, e in particolare il lavoro delle donne, è dimostrato essere da due a quattro volte più efficace nel ridurre la fame e la povertà. In questo contesto chiediamo dunque anche all’Italia di confermare lo stanziamento dello 0,30% del Pil in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2020, aumentando di conseguenza le risorse destinate alla lotta alla fame».
_____________________________________________________________________
Estratto da "Adista.it"

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog